Caro Federico,
vorrei finalmente tanto capire questo "connubio" fra la tua rispettabilissima e onorabilissima persona e i vari "don", con cui dialoghi e con cui riesci ad andare persino d’accordo.
Tu personifichi quell’istinto di autonomia e di indipendenza assoluta, caratteristico della tentazione dell’uomo all’inizio del mondo. Per te tutto è possibile, perchè l’uomo è per te assoluto ! Per te i valori religiosi devono essere soggetti alla volontà dell’uomo, non la volontà dell’uomo soggetta al valore religioso. Il tuo rappresenta il tentativo di servirsi della fede ai fini della potenza e della assoluta indipendenza dell’uomo.
Siamo tutti coinvolti dal peccato dell’orgoglio, fonte dello stesso peccato originale (perciò diciamo che esso è trasmesso e trasmissibile da uomo a uomo in tutte le generazioni), ed è in questo tutto il problema del nostro "io". Io o Dio; io al posto di Dio; oppure: io e Dio . Qua giacciono tutti i mascheramenti. Qua nascono l’assolutizzazione degli istituti, il concepire lo Stato etico, lo Stato laico, la Costituzione come la nostra "nuova Bibbia". In poche parole: il culto dell’ io a dimensione statale.
Ciò che mi sorpende, come credente, è il comportamento di questi "tuoi" don che sembrano non aver capito tutto il valore del messaggio di Cristo: chi non rinnega il suo "io" non può ritornare a Dio !Ciò significa rinunciare a osare l’inosabile ! Questa è la scelta della logica della fede. Probabilmente i "tuoi" don non hanno ancora capito il valore di questa rinuncia, a quali profondità può giungere la natura e "ciò che è dentro l’uomo".
Questo è il mio parere. Non voglio che don Antonelli perda il suo tempo a rispondermi. Se mi leggesse, preferirei immensamente di più una sua preghiera.
Pure io ti ringrazio per lo spazio e il tempo che mi dedichi, pazientemente, e immeritatamente, ogni volta.
Carissimi saluti. Biagio Allevato