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Pregiudizi

Raciti e Giuliani: una stupida attinenza

martedì 13 febbraio 2007 di Mauro Diana
In molti hanno fatto il paragone tra la morte dell’ispettore di Polizia Fabrizio Raciti a Catania e quella di Carlo Giuliani, il ragazzo morto durante gli scontri derivati dalla conferenza dei G8 tenutasi a Genova non pochi anni fa.
In molti hanno additato Raciti come un eroe. Ed in molti hanno sbagliato. Quell’ispettore di Polizia, a mio avviso, non voleva essere un eroe, forse non lo avrà neanche mai pensato in vita sua. Era solamente un uomo, che indossava una divisa, data dallo Stato (...)

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> Raciti e Giuliani: una stupida attinenza

martedì 13 febbraio 2007
Caro Mauro Diana, non so cosa studi e non mi importa neanche vista l’ignoranza che hai esplicitato nell’articolo, tra l’altro pubblico. Non so come fai ad associare ad orda barbarica "Carlo Giuliani" ed a paragonarlo all’ignoranza dei tifosi. Come fai a paragonare 4 zingari con la terza media che si azzuffano per cose senza senso con chi manifesta contro qualcosa come il G8. Mi dispiace solo che siamo paesani, ma forse è proprio per questo che hai una visione del mondo così distorta. Come si dovrebbe manifestare un’idea in un paese semi libero, in una pseudo-democrazia governata da gente che ci prende per il culo? E quando ti dico Governata vuol dire che la gente si fa governare passivamente. Si manifestano le idee solo se si prende coscienza di far parte di un gregge. Se pensi ad un qualsiasi dialogo, la ragione non sta quasi mai con la verità oggettiva ma solo con chi la sa esplicitare coinvolgendo più gente possibile. Come si dovrebbe fare ad imporre una verità oggettiva? Mah, non so neanche perché mi fermo a rispondere ad un barbaro come te che ha l’arroganza di esplicitare tanta ignoranza pubblicamente e senza la vergogna di firmarsi. Fatti qualche esame di coscienza e non confondere le manifestazioni violente con le onde barbariche, rischi di smascherare il tuo essere fariseico. Quando si vuole cambiare un sistema sbagliato troppo radicato scatta la manifestazione violenta; ciò non si esplicita con un pranzo di gala, ne con una festa letteraria, ne con un disegno o con un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. Quando sta gente che non capisce di sbagliare, ci vuole un atto di violenza. Non confondere quanto dico con la barbarie, pensa solo che tu hai una mentalità da servo e tale sarai per tutta la vita. Studia un po’ di storia, non con gli occhi, con la testa. Penso solo una cosa: fino a quando sta gente che vede il mondo con tali metriche, ci deve essere altra gente disposta a comandarla.

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