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Pregiudizi

Raciti e Giuliani: una stupida attinenza

martedì 13 febbraio 2007 di Mauro Diana
In molti hanno fatto il paragone tra la morte dell’ispettore di Polizia Fabrizio Raciti a Catania e quella di Carlo Giuliani, il ragazzo morto durante gli scontri derivati dalla conferenza dei G8 tenutasi a Genova non pochi anni fa.
In molti hanno additato Raciti come un eroe. Ed in molti hanno sbagliato. Quell’ispettore di Polizia, a mio avviso, non voleva essere un eroe, forse non lo avrà neanche mai pensato in vita sua. Era solamente un uomo, che indossava una divisa, data dallo Stato (...)

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> Raciti e Giuliani: una stupida attinenza

mercoledì 14 febbraio 2007

Gentili lettori,

ringrazio anticipatamente per i vostri interventi. Ringrazio sopratutto il Direttore Morrone per essere intervenuto, dato che è persona di buon senso e culturalmente preparata.

Innanzitutto non era, e non è, mia intenzione offendere le sensibilità di ognuno. Credo sia stato travisato il mio messaggio. Il paragone che intendevo fare è semplice: un poliziotto viene ucciso a sprangate fuori dallo stadio di Catania e subito lo si definisce eroe. Ma quale eroe? Era semplicemente uno che voleva e doveva fare il suo dovere, per poi tornarsene a casa. Se, per caso, avesse estratto la pistola ed avrebbe sparato, gli sarebbe invece toccata la sorte di Mario Placanica, il carabiniere che è stato processato per avere sparato a Carlo Giuliani. Ed al morto magari sarebbe toccata la stessa sorte di Giuliani, un ragazzo violento, che con un estintore voleva spaccare la testa ai carabinieri che stavano facendo il loro lavoro. Per questo Giuliani non può e non deve essere trasformato in un martire, al quale si vogliono titolare anche Aule Parlamentari. Quanta ipocrisia.

Da che mondo è mondo, i martiri vanno vendicati. Ed ecco servita su un piatto d’argento la violenza. Ciò spiega le scritte sui muri, i fischi all’Olimpico, da gente con "la terza media" (e non è detto che sia un male avere solo questo titolo...a volte ci sono deficienti laureati...DOC). Ma come fa uno ad essere vendicato? Purtroppo politica e sport sono troppo correlati tra loro: se non ci fosse stata questa correlazione, non avremmo letto e sentito dai più blasonati media certe frasi.

Per quel che mi riguarda, io non sono servo di nessuno. Nè di questo, nè di quell’altro partito. Io sono un cittadino, un uomo, libero, che in democrazia ha la possibilità sacrosanta di argomentare le proprie tesi. Così come ha fatto il sig. Domenico D L, anche se, mi permetta, ci sono modi e modi. Ed ho la possibilità e, soprattutto, la fortuna di poter scrivere per "La Voce di Fiore", che è una Testata libera ed indipendente.

Sarebbe più opportuno per tutti che, da questo articolo, ognuno possa trarne spunti di riflessione, di critica, di adesione, a patto che tutto venga argomentato. Ognuno, nel rispetto della individualità altrui, può dire ciò che vuole. Detto ciò, ringraziando ancora per gli interventi, saluto indistintamente senza remora.

Mauro Diana.


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