Gentile sig. Domenico D L,
dato che Lei è persona di cultura, Le faccio i miei più cari complimenti. Il Direttore Morrone, posso assicurare, è persona di cultura e dotata di buon senso, osservativo e critico. Per cui, se decide di intervenire in una discussione, è perchè evidentemente ritiene il caso che sia così. Evidentemente, c’è stato qualcosa che forse non andava secondo i canoni adatti, cioè quelli della Voce e quelli democratici in generale. Servo certo no. Anche se vorrei ricordare che, in ogni caso, siamo sempre servi di qualcosa o qualcuno. A volte lo sappiamo, a volte no, altre volte facciamo finta di non accorgecene perchè sappiamo che è così. Tutti compresi, nessuno, ma proprio nessuno, escluso. Siamo una comunità, ricordi.
Il termine "ipocrisia" è semplicemente un dato di fatto: i nostri sig.ri parlamentari, prima condannano determinati fatti (anche quelli di Genova) poi, invece, esaltano a martire una persona che lì si trovava per manifestare, ma che in realtà non l’ha fatto nella maniera corretta. Prima questi parlamentari condannano ogni forma di violenza, poi però intitolano aule a fatti o persone che ricordano tali tristi avvenimenti. Ed in questo ne ha principalmente colpa l’ala più "a destra" della Sinistra. Tristi per lo Stato, tristi per le famiglie di queste povere persone. A tal proposito, si veda anche i cosiddetti "Eroi di Nassyria", quando quelli di certo eroi non sono, come ebbi già modo di argomentare in un altro articolo che può visionare navigando nel sito. Per cui, la ringrazio, ma in tal senso non accetto consigli. Così come ho scritto anche in un altro articolo, di questo poliziotto se ne vuole fare un eroe, anche se poi tutto andrà in cavalleria.
Per mia fortuna, non essendo legato a partiti, sindacati e intrallazzi vari, riesco ad esprimere un opinione argomentandola. Non voglio avere la presunzione di avere ragione perchè la ragione obiettiva non c’è. La ricerca sociologica di cui Lei parla, ovvero il perchè di certi comportamenti, i fini e i mezzi, nonchè i risultati, meriterebbe, appunto, una tesi ben lunga, di cui sinceramente non me ne voglio occupare. Non rientrebbe più nei parametri giornalistici tipici della Testata. I fini magari saranno pure giusti, ma i mezzi sono sbagliati. Ed i risultati sono quelli che sono sotto gli occhi di tutti. Ognuno se ne può fare un’idea, anzi se la deve fare, e poi agisce come reputa, pur senza ledendo l’opinione altrui.
Per questo, gradirei chiudere qua, e non prolungare ulteriormente la discussione, dato che questa è sterile polemica. La discussione deve essere costruttiva. Ognuno dice la sua, argomentando, se ne discute, pacatamente, senza offendere e poi, come si dice a Roma, "bella": ognuno se ne va per la propria strada e fà la propria vita. Tanto il passato non si cambia: se ne può discutere, ma il passato rimane tale. Anzi, ne va discusso per non ricadere più negli eventuali errori fatti, o per trovare ispirazione dalle cose fatte per bene.
Nel ringraziarla nuovamente, la saluto.
Mauro Diana.