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Deus "charitas" est !!!

I BAMBINI ABBANDONATI, LA "RUOTA", E LA NASCITA DI GESU’. IL "PRESEPE": LA LEZIONE TEOLOGICO-POLITICA DI BRUNELLESCHI E DELLA FIRENZE DEL ’400. Una breve e preziosa intervista di Gabriela Jacomella ad Adriano Prosperi - a cura di pfls.

martedì 27 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Ma l’ idea di presepe è molto lontana dalla figura di una madre che arriva ad uccidere il «figlio della vergogna»...
«Infatti il "presepe" era stato introdotto nella Firenze del ’ 400, nell’ Ospedale degli Innocenti: l’ idea è che tocchi alla città nel suo insieme occuparsi dei suoi poveri. E l’ Ospedale, creato nientemeno che dal Brunelleschi, non ha la "ruota" ma una cappella aperta, il "presepe", dove il bimbo viene deposto tra le immagini di Gesù, nato povero e allevato nella (...)

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> I BAMBINI ABBANDONATI, LA "RUOTA", E LA NASCITA DI GESU’. IL "PRESEPE": LA LEZIONE TEOLOGICO-POLITICA DI BRUNELLESCHI E DELLA FIRENZE DEL ’400. --- Per gli Innocenti la Trinità secondo Brunelleschi (di MIrella Carlotti).

martedì 25 febbraio 2020

Per gli Innocenti la Trinità secondo Brunelleschi

di MIrella Carlotti *

      • Il significato della mostra di Banco Farmaceutico al Meeting di Rimini sullo Spedale degli Innocenti di Firenze, spiegato dalla sua curatrice, Mariella Carlotti: pubblichiamo, di seguito, l’articolo apparso sullo Speciale Meeting di Avvenire del 17/08/19

Il 17 agosto 1419 a Firenze venne iniziata la costruzione dell`Ospedale degli Innocenti: proprio alla vigilia del Meeting 2019 si celebra quindi il sesto centenario della prima opera di carità esclusivamente dedicata all`accoglienza dei bambini abbandonati della nostra storia. L`iniziativa fu di un mercante pratese, Francesco Datini: la peste del 1348 gli aveva portato via genitori e fratelli. Ma il giovanissimo, figlio di un oste, a 15 anni si recò ad Avignone, a cercare fortuna.

Tornò dalla Provenza cinquantenne e ricchissimo: quando morì nel 1410, non avendo figli, destinò la sua ingente fortuna ai poveri di Prato, attraverso la creazione di un`opera di carità.
-  Ma nel testamento, Datini volle anche destinare 1000 fiorini «per principiare un luogo nuovo a Firenze... i quali fanciulli notrichi e notrire faccia, i quali ivi saranno rilasciati o gittati, con buona diligenza e cautela».

Il lascito di Datini cadde su un terreno fertile: sarà l`Arte della seta, una delle grandi corporazioni fiorentine, ad assumersi l`onere della costruzione e poi della gestione dell`Ospedale. L`opera venne così gestita con la saggezza dei mercanti fiorentini e laicamente, con personale pagato. Per progettare e costruire la dimora dei trovatelli fu chiamato Filippo Brunelleschi, colui che stava negli stessi anni voltando la cupola della Cattedrale, la casa di tutto il popolo. E Brunelleschi inventerà per la casa dei bambini abbandonati un linguaggio architettonico nuovo, quello del Rinascimento. Nella facciata un portico: colonne con capitelli corinzi, volte a vela, archi a tutto sesto disegnano nove campate con una sapiente armonia di proporzioni matematiche. Ogni campata è formata da un cubo che ha come lato l`altezza della colonna di nove braccia fiorentine (metri 5.30), sormontato da una semisfera: tale modulo si ripete invariato per nove volte, realizzando un portico lunghissimo.

L`unità di misura della facciata è la colonna: se la colonna è 1, l`altezza della facciata è 3 e la lunghezza 9. Le proporzioni ripetute sono certamente collegate al mistero cristiano della Trinità: siamo subito avvertiti che questo è il palazzo della carità, natura di Dio evocazione dell`uomo. Il 5 febbraio 1445 venne accolta la prima bambina, alla quale fu dato il nome di Agata Smeralda: nei primi quattro secoli di attività l`Ospedale offrirà una casa a oltre 500.000 bambini, la storia di ognuno dei quali è custodita nell`Archivio.

Per secoli il bambino, accolto in Ospedale attraverso una finestra ferrata, veniva posto per qualche momento in una culla vuota, collocata tra le statue a grandezza naturale di Maria e Giuseppe. Il momento doloroso dell`abbandono è descritto nei registri con la dizione «posto nel presepe»: quel bimbo abbandonato era Gesù che si rendeva presente alla famiglia ospedaliera. Alle mamme che lasciavano i bambini veniva chiesto di lasciare tra le fasce un segno di riconoscimento: frequentemente troviamo la metà di una medaglietta, l`altra parte della quale era tenuta dalla mamma, se un giorno avesse voluto provare che quel figlio era suo e magari riprenderselo.

Papa Francesco ha dedicato uno dei passaggi salienti del suo Discorso alla Chiesa italiana riunita a Firenze nel 2015 a queste medaglie spezzate, diventate metafora del compito della comunità cristiana: «Siamo qui a Firenze, città della bellezza. Quanta bellezza in questa città è stata messa a servizio della carità! Penso allo Spedale degli Innocenti, ad esempio. Una delle prime architetture rinascimentali è stata creata per il servizio di bambini abbandonati e madri disperate. Spesso queste mamme lasciavano, insieme ai neonati, delle medaglie spezzate a metà, con le quali speravano, presentando l`altra metà, di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori. Ecco, dobbiamo immaginare che i nostri poveri abbiano una medaglia spezzata. Noi abbiamo l`altra metà perché la Chiesa madre, la Chiesa madre ha, in Italia, l`altra metà della medaglia di tutti e riconosce tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticati. E questo da sempre. È una delle vostre virtù perché ben sapete che il Signore ha versato il suo sangue non per alcuni, né per pochi né per molti, ma per tutti» (10 novembre 2015). Anche se nel 1875 finisce la prima fase della storia dell`Ospedale in seguito alla chiusura delle ruote, ossia dell`abbandono anonimo dei bambini, l`Istituto degli Innocenti continua in altre forme la sua opera in favore dell`infanzia.

È questa la sorpresa che ha avuto il Presidente della Repubblica Mattarella, visitando l`Istituto lo scorso 11 febbraio 2019. «Quel che è affascinante è che non stiamo ricordando una storia passata, ma stiamo sottolineando una storia dell`oggi proiettata verso il futuro, da Agata Smeralda, la prima bambina qui accolta, a tutti quelli che saranno qui aiutati, formati e sostenuti. L`Istituto infatti ha avuto la capacità di adeguare nel corso del tempo le proprie attività alle diverse condizioni, alle esigenze che cambiano, e oggi la quantità delle iniziative dà l`idea di come sia stato capace di inverare continuamente l`intuizione iniziale». L`aiuto ai bambini in difficoltà è ancora oggi - in forme adeguate ai tempi - la mission dell`Istituto degli Innocenti. Ed è parte anche dell`attività di Banco Farmaceutico: i bambini sono infatti il 25,6% degli ospiti assisiti dai 1.844 enti che questa realtà caritativa aiuta donando medicinali.

Per questo Banco Farmaceutico - in collaborazione con l`Istituto degli Innocenti e grazie al contributo di Eg Spa-Stada Group, Fondazione CR Firenze e Fondazione Maddalena Grassi - ha voluto promuovere, in occasione del Meeting di Rimini (18-24 agosto 2019), la mostra «Il Rinascimento dei bambini: 600 anni di accoglienza agli Innocenti a Firenze». Un`istituzione secolare di accoglienza e una realtà caritativa recente si riconoscono mosse dallo stesso impeto ideale, parte del grande fiume di quello che oggi chiamiamo Terzo Settore che, in passato come nel presente, lavora per far fiorire le zone più deserte delle nostre comunità.

* Di Mariella Carlotti, Preside del Conservatorio San Niccolò di Prato, Curatrice della mostra di BF al Meeting19


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