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Cultura

VATTIMO-RORTY E IL DIO CRISTIANO. Il futuro della religione, due filosofi dialogano sul destino della fede - di Umberto Galimberti.

lunedì 30 maggio 2005 di Emiliano Morrone
[...] Vattimo dice che “La religione non è morta. Dio è ancora in circolazione”, ma quale religione, quale Dio? La religione cristiana e il Dio cristiano naturalmente, ma depurati l’una e l’altro da quello spessore metafisico che non il Cristianesimo, ma l’ontologia greca ha attribuito a Dio, conferendogli una sostanza e una realtà, al di là di tutte le possibili interpretazioni, da cui discende una verità assoluta che nessuna opinione umana può mettere in discussione. Questo (...)

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> Il futuro della religione*, due filosofi dialogano sul destino della fede

giovedì 3 novembre 2005

Radici al sole

Caro La Sala, la parola "radici" suggerisce un affondamento nel suolo, un imprigionamento nel fango e uno sviluppo nell’oscurità. "Portare velocemente alla luce del sole - al di là delle religioni e dei localismi tribali - le nostre radici (semplicemente) umane e terrestri ... e solari!!!", come scrivi, le farebbe seccare, non credi ?

Alberi e piante si devono rassegnare umilmente al suolo natale, hanno un bisogno vitale delle radici: le creature umane, no, sono in movimento...

La gente direbbe subito: “Beh, noi camminiamo, siamo animali”, usando quindi metafore animali, ma penso che la nozione animale non sia un buon simbolo per l’esilio direi categorico che connota l’umana condizione e per la libertà d’azione a cui aspiriamo. Noi nel movimento respiriamo la luce, aspiriamo al cielo e alla libertà spirituale. E quando veniamo ficcati sotto terra con una croce sulla gobba, non crediamo che sia per marcire, ma per risorgere a vera vita: una vita che abbia più forza, durata e splendore di ciò che banalmente accade e presto si consuma, con o senza radici al sole.

Quanto a ri-crocifiggere Gesù, mi sembra un po’ datato e semplicistico prendersela, ancora una volta, con la gerarchia della chiesa romano-’cattolica’ perché avrebbe “trasformato il messaggio eu-angelico in strumento per "van-gelizzare"!!!”.

Messaggio eu-angelico? Ecco che anche tu, come tanti della nostra generazione, dopo aver magari creduto, generosamente, di aver rinunciato ai dèmoni e ai campi di sterminio del Novecento, ricominci ad affligere con il mondo con i tuoi angeli!

Insomma, mi pare che su questo negare alla Chiesa ogni sapere sul bene, ci piovano troppi angeli, arcobaleni e punti esclamativi, oltre che una sfilata tesa e magnetica di Gioacchino da Fiore, Francesco d’Assisi e Dante... Tutti in accordo piuttosto dissonante (senza partire da molto lontano e non limitandosi a Russell) con Marx, ma anche con Nietzsche , come anche con Kierkegaard ( "tutta la cristianità è un travestimento: ma il cristianesimo non esiste affatto")? . E con Freud, ovviamente ( con riferimento a "L’uomo Mosé e la religione monoteistica" )? Si tratta di un libro scritto alle soglie dell’avvento del nazismo, in cui l’inventore della psicoanalisi certo considera la religione una forma di nevrosi collettiva, però osserva anche la tendenza a sostituire la fede decostruita e perduta con la fede in un “misto d’illusioni”.

Credo che sia utile, per uscire dal quadro, partire da un punto estraneo alla memoria delle tracce, utilizzandolo come una leva per impegnare il proprio avvenire. Si tratta di non restare soltanto prigioniero di un debito verso il passato del cristianesimo ( senza il quale non ci sarebbero stati neanche tutti i contestatori da te citati, e forse neanche la psicoanalisi), ma di aprire un credito al futuro.

Un tale spostamento sarebbe però erranza vana, un mero spostamento del diavolo, senza Memoria. E non c’è Memoria senza luogo. Questo luogo per noi cristiani non può che essere la Chiesa, e per un cattolico non può che essere quella cattolica, apostolica e romana. Perchè ? Anzitutto perché non è la Chiesa ad aver inventato angoscia creaturale e sensi di colpa per instillarli nell’uomo. Questi ha già dentro di sé i suddetti contenuti ( vale a dire ciò che Freud definisce pulsioni aggressive e autodistruttrici in sempierna lotta con Eros ) e la Chiesa non solo può riattivarli e in certi casi canalixxarli a favore della propria ideologia, ma anche dare loro un significato trasmettendo il pensiero di Gesù contenuto nei Vangeli, come per esempio nelle Beatitudini che c’invitano ad essere più buoni. Insomma, non è la Chiesa a turbare l’uomo suggerendogli il dovere di piegarsi al volere della Provvidenza, anzi direi che questa, suggerendo all’uomo di ricordarsi di essere modesto, di ricordarsi del padre, della madre e dei fratelli, e di essere creatura che non si è fatta da sé, ma che deve quasi tutto all’amore di Dio, che è padre, e alla Provvidenza, proponga una soluzione ai suddetti turbamenti.

Il nostro luogo della memoria non può essere che la Chiesa anche per un secondo motivo: non dimentichiamo che la Chiesa è quella che ha salvato la cultura occidentale dal disfacimento susseguente al crollo del mondo antico. Non a caso Mc Luhan, il teorico de “il medium è il messaggio”, convertitosi al cattolicesimo, della Chiesa diceva di ammirare “ il modo in cui ha saputo trasmettere attraverso il tempo lo splendore estetico, il vigore intellettuale e la saggezza della civiltà greco-romana e di quella giudeo-cristiana”.

Continuo a non comprendere quei battezzati che vivono la Chiesa come un oppio o un oppressore, e anzi sono dell’opinione che voler negare alla Chiesa ogni sapere sul bene sia una forma di odio viscerale, se non una tipica forma di sterile “rivolta di schiavi nella morale” ( l’espressione è di Nietzsche, che non è un mio maestro).

Francamente ritengo più produttivo leggere i lavori di Ratzinger, il nostro santo padre Benedetto XVI, anziché infervorati e allarmistici discorsi di contestazione antropologica, politica e teologica, spesso tenuti da contestatori con il sombrero o con la kefiha, privi di concretezza, new age, e quasi islamici.

Insomma, l’alternativa all’uscita da un angusto quadro di violenza e di menzogna non potrebbe essere il dissiparsi nell’illimitato, nell’eu-angeologia o nella gnosi con le sue fumisterie. Pertanto credo che occorra restare al fedeli al luogo, al corpo e al linguaggio in cui si è nati, e fissare liberamente ( ancorché con il paterno aiuto del proprio confessore e parroco ) i limiti della fedeltà e del disinteresse.

E assumere non tanto un’identità cattolica acritica, nostalgica e tribale quanto uno stile di vita aperto alla libertà d’azione e al divenire in Cristo - vale a dire legato al pensiero dell’Uomo con un futuro, così com’è stato e come viene trasmesso dalla Chiesa cattolica. Il cui cristianesimo rinnovato da papa Benedetto XVI, che non ha mancato anche recentemente di indicarne numerosi esempi, non è tanto una religione ( re-ligio) o un “din-islam” ( letteralmente un debito e una sottomissione letterale alla Volontà onnipotente dell’Uno che, come ripete il Corano, non è del padre ) quanto un invito ad aprire le porte a Cristo crocifisso-risorto, all’Uomo con un futuro, e a non aver paura.


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