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Cultura

VATTIMO-RORTY E IL DIO CRISTIANO. Il futuro della religione, due filosofi dialogano sul destino della fede - di Umberto Galimberti.

lunedì 30 maggio 2005 di Emiliano Morrone
[...] Vattimo dice che “La religione non è morta. Dio è ancora in circolazione”, ma quale religione, quale Dio? La religione cristiana e il Dio cristiano naturalmente, ma depurati l’una e l’altro da quello spessore metafisico che non il Cristianesimo, ma l’ontologia greca ha attribuito a Dio, conferendogli una sostanza e una realtà, al di là di tutte le possibili interpretazioni, da cui discende una verità assoluta che nessuna opinione umana può mettere in discussione. Questo (...)

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> Il futuro della religione*, due filosofi dialogano sul destino della fede

martedì 29 novembre 2005

DI PADRI, PRETI E UOMINI Il mio amico tocquevilliano Berlicche ha partecipato alla conferenza di Claudio Risé su Il dono del PADRE nella Famiglia, tenuta al Centro Culturale Pier Giorgio Frassati di Torino, il 24 novembre u.s. Il suo resonconto in questo articolo.

"Come avevo già detto in passato, per un bambino è importante avere entrambe i genitori. Una madre, che ti tenga stretto e ti protegga, che ti insegni l’affetto e la vicinanza; ed un padre, che ti stacchi dalla madre e ti mandi forte e certo di chi sei per il mondo insegnandoti il sacrificio, la ferita, la perdita. Due ruoli, quello femminile e quello maschile, non intercambiabili nè sostituibili. Ieri, ad una conferenza di Risè sul tema del padre perduto (appunto) mi è venuta l’illuminazione: è per questo che i preti sono maschi. I preti sono maschi perchè devono essere padri, figura del Padre. Cioè dovrebbero essere quelli che ti tirano fuori dal tuo bozzolo di facile conformismo, dalla bambagia delle tue convinzioni e ti portano davanti ad una croce con appeso un uomo sanguinante, dicendoti: "E’ morto per te. Adesso, che cosa vuoi fare?" Come riporta anche Messori nel suo ultimo libro Ipotesi su Maria la Chiesa, negli ultimi secoli si è lentamente femminilizzata. Un tempo il cristianesimo era cosa di donne vere e uomini veri, i cavalieri si inginocchiavano nel fango davanti alla Vergine; da un certo punto in poi è stato fatto credere agli uomini che fosse roba di vecchine con lo scialle in testa. E solo le vecchine sono rimaste, mentre i loro mariti stavano fuori a commentare i risultati sportivi. Quindi la Chiesa, sbilanciata verso il femminile, ha cominciato quella deriva verso la melensaggine, il romanticismo pseudoreligioso vuoto e patinato che i laicisti sbeffeggiano. La Chiesa si è adagiata nello status quo, nella illusione che fosse tutto fatto, tutto conquistato: si è seduta comoda, ha perso il rapporto con il Padre, e quindi la sua identità. Di conseguenza i suoi figli sono venuti su male. E’ per questo che ci servono sacerdoti uomini. E’ per questo che non servono sacerdotesse o sacerdoti omosessuali, che è lo stesso. Perchè ci serve un padre che ci faccia crescere, che ci dica: "è ora di tirare fuori le palle e darsi da fare, figli miei. Sarà sangue e sudore, ma ne varrà la pena".

da http://berlicche.splinder.com/post/6399409


L’OCCIDENTE CIVILE PERCHE’ CRISTIANO

Thomas E. Woods jr. non è nuovo alle provocazioni. E il bello è che le sue asserzioni controcorrente sono fondatissime

di Guglielmo Piombini

"Dopo avere scalato nel 2004 la classifica dei libri più venduti negli Stati Uniti con una guida politicamente scorretta alla storia americana, lo storico Thomas E. Woods jr. offre una nuova prova di coraggio intellettuale pubblicando un studio, How the Catholic Church Built Western Civilization (Regnery, Washington 2005), che capovolge molte delle idee correnti sulla storia del cattolicesimo. Nel libro, aggiornato con gli ultimi risultati della ricerca accademica, Woods dimostra in maniera convincente, elencando una impressionante serie di esempi, come la Chiesa cattolica non si sia limitata a dare un contribuito alla formazione della civiltà occidentale, ma l’abbia interamente costruita dalle fondamenta.

Uno dei miti più consolidati che Woods si propone di smontare è quello della presunta ostilità della Chiesa nei confronti della scienza, complice soprattutto il caso Galileo Galilei. Una vicenda, peraltro, che andrebbe decisamente ridimensionata, non solo perché lo scienziato pisano non subì in pratica alcuna punizione, ma anche perché si tratta dell’unico contrasto tra le gerarchie ecclesiastiche e uno scienziato che i detrattori del cattolicesimo sono in grado di citare.

La scienza, per esempio Uno sguardo d’insieme all’intera storia della Chiesa rivela infatti una realtà ben diversa. Negli ultimi cinquant’anni, quasi tutti gli storici della scienza, compresi A.C. Crombie, David Lindberg, Edward Grant, Stanley L. Jaki, Thomas Goldstein e J.L. Heilbron, sono giunti alla conclusione che, senza l’apporto spirituale e materiale del cattolicesimo, l’Occidente non avrebbe conosciuto alcuna rivoluzione scientifica. L’idea di un universo creato da Dio e ordinato secondo leggi razionali si è infatti rivelata fondamentale per lo sviluppo della scienza. Nelle civiltà fondate su tradizioni religiose diverse in cui la divinità si confonde con la natura (come per esempio nell’animismo o nel panteismo orientale), l’idea che il mondo fisico sia assoggettato a leggi fisse e prevedibili è inconcepibile; per questo motivo il metodo scientifico ha dunque incontrato grosse difficoltà ad affermarsi. Lo stesso è accaduto nella tradizione islamica, la quale condanna i tentativi di scoprire le regolarità naturali come bestemmie che limitano la volontà libera e arbitraria di Allah.

Anche sul piano concreto è difficile trovare un’istituzione che abbia dato più incoraggiamento alla scienza della Chiesa cattolica. La grande maggioranza degli scienziati europei furono uomini di Chiesa: per esempio, padre Nicola Steno è riconosciuto come il padre della geologia; padre Atanasio Kircher è il fondatore dell’egittologia; padre Giambattista Riccioli è stato il primo a misurare il grado di accelerazione di un corpo in caduta libera; il geniale padre Ruggero Boscovich viene considerato il padre della teoria atomica; i gesuiti hanno dominato a tal punto lo studio dei terremoti che la sismologia venne chiamata “la scienza gesuitica”; per non parlare del contributo incalcolabile dato all’astronomia, tanto che 35 crateri sulla luna prendono il nome da scienziati o matematici gesuiti.

I monaci, benedetti praticoni Basterebbe inoltre addentrarsi nei sistemi d’insegnamento dell’università medioevale, un’altra gloriosa invenzione del mondo cattolico, per escludere l’idea che la vita intellettuale dell’epoca fosse soffocata dalla superstizione o dall’autoritarismo ecclesiastico. Nelle università medioevali, la cui autonomia venne spesso difesa dai papi, fiorì invece la più ampia libertà di ricerca intellettuale. Era pratica comune che il maestro proponesse una questione da risolvere agli studenti, i quali dovevano confrontarsi tra loro dibattendone razionalmente tutte le possibili sfaccettature. Per ricevere la laurea uno studente doveva inoltre dimostrare di saper “determinare” (cioè risolvere) da solo una questione. Questa enfasi che le università medioevali davano allo studio della logica, osserva Woods, è rivelatrice di una civiltà che mirava a comprendere, dimostrare e persuadere, non certo a imporre o a censurare. Solo da questo metodo di studio poteva svilupparsi una filosofia razionale, rigorosa e sistematica come la cosiddetta scolastica.

Gli uomini di Chiesa eccelsero del resto non solo a livello teorico, ma anche nelle applicazioni pratiche. I monasteri medioevali, particolarmente quelli benedettini, furono dei centri di avanguardia tecnologica, e il loro contributo alla civiltà occidentale è a dir poco immenso. Tra i tanti loro meriti, i monaci eccelsero nel tramandare la cultura antica copiando i testi classici; preservarono l’alfabetizzazione nell’Europa invasa dai barbari; da pionieri aprirono all’agricoltura vaste lande e foreste; introdussero nuove colture, nuovi alimenti e nuove bevande; costruirono i mulini ad acqua, perfezionarono la metallurgia e introdussero in Europa un livello di meccanizzazione sconosciuto a tutte le civiltà antiche. Si presero poi cura del paesaggio, riparando gli argini dei fiumi, i ponti e le strade; s’impegnarono nel soccorso ai viandanti e ai naufraghi, e alleviarono la condizione dei bisognosi con numerose iniziative di carità. Non va dimenticata, infatti, l’origine cattolica di tutte le opere assistenziali che esistono ancora oggi, a partire dagli ospedali. Nell’antichità, i poveri e i malati venivano generalmente trattati con disprezzo, ed era assente l’idea di fare del bene al prossimo senza ricevere qualcosa in cambio. I gesti di liberalità verso i poveri erano in genere compiuti da personaggi eminenti in cerca di fama e di benevolenza, e venivano praticati in maniera indiscriminata senza guardare alle effettive necessità dei destinatari. L’impegno della Chiesa verso i bisognosi fu invece un fenomeno completamente nuovo, nello spirito e nelle dimensioni: nessun re o imperatore sarebbe mai stato in grado di mantenere, sfamare e curare tante persone come invece avveniva quotidianamente nelle istituzioni caritatevoli della Chiesa.

Questi atteggiamenti nascevano infatti da una nuova morale che, grazie alla predicazione della Chiesa, aveva gradualmente soppiantato le brutalità dei costumi barbarici. I principi etici fondamentali che ancora oggi prevalgono in Occidente derivano proprio dall’idea cristiana della sacralità della vita umana, che discende a propria volta dalla concezione teologica dell’unicità e del valore di ogni persona in virtù della sua anima immortale. Fu dunque merito delle energiche prese di posizione della Chiesa se vennero abolite quelle pratiche antiche che mostravano disprezzo sommo per la vita umana, quali l’infanticidio e i giochi gladiatori. La Chiesa condannò inoltre la schiavitù, i duelli, il suicidio, l’aborto, la promiscuità, le perversioni sessuali e l’infedeltà coniugale. Se il cristianesimo delle origini attrasse tantissime donne, ricorda Woods, si deve anche al fatto che la Chiesa aveva santificato il matrimonio e proibito il divorzio, che nelle società antiche era generalmente permesso solo agli uomini. La donna trovò quindi negl’insegnamenti della Chiesa una protezione della propria autonomia e questo spiega l’alto numero di donne che hanno raggiunto la santità. In quali altre parti del mondo, fuori dal cattolicesimo, le donne avrebbero potuto liberamente fondare e gestire comunità religiose autorganizzate, scuole, conventi, collegi, ospedali e orfanotrofi?

E liberismo a go-go Queste elevate idee morali diffuse dal cattolicesimo si riverberarono nel campo giuridico, influenzando in maniera decisiva. La concezione tipicamente occidentale, secondo cui gli uomini possiedono alcuni diritti naturali per il solo fatto di esistere, non nasce affatto nel Seicento con John Locke o nel Settecento con gl’illuministi. Riprendendo gli importanti studi recenti di Brian Tierney, Woods ricorda che l’idea dei diritti naturali nasce fra i giuristi della Chiesa dei secoli XII e XIII, i canonisti medioevali. Partendo da questa elaborazione giusnaturalista, i pensatori cattolici hanno posto anche le fondamenta del diritto che regola i rapporti tra le diverse nazioni, compresa la teoria della guerra giusta. In particolare, il diritto internazionale nasce nel Cinquecento con il domenicano spagnolo Francisco de Vitoria, che prese le difese dei diritti naturali degli indios contro le usurpazioni dei conquistadores.

E non è tutto, perché gli uomini di Chiesa hanno dato grandi contributi anche al pensiero economico moderno. Avvalendosi degli studi di Joseph Schumpeter, Murray N. Rothbard e Alejandro A. Chafuen, Woods ricorda che già nel Medioevo i francescani Giovanni Olivi e san Bernardino da Siena, e poi i tardoscolastici cinquecenteschi della scuola di Salamanca, anticiparono la rivoluzione marginalista di fine Ottocento concependo una compiuta teoria del valore soggettivo, di gran lunga più sofisticata della erronea teoria del valore-lavoro diffusa diversi secoli dopo da Adam Smith e dagli economisti britannici, influenzati probabilmente dalla teologia calvinista. Come sarebbe oggi l’Europa se nella letteratura, nell’arte, nell’architettura, nella scienza, nella morale, nel diritto e nell’economia dell’Occidente fosse mancata l’impronta della Chiesa cattolica? Si tratta di un interrogativo imbarazzante, che gli uomini occidentali di oggi, secolarizzati e desiderosi di sbarazzarsi delle proprie radici cristiane, preferiscono rimuovere" . da : http://www.ildomenicale.it/articolo.asp?id_articolo=459

Un saluto cordiale Gianni


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