In programma dal 26 al 29 marzo il Consiglio episcopale permanente. Come anticipato da Ruini, all’ordine del giorno una nota su famiglia e unioni di fatto
Cei, il primo atto di Bagnasco a fine mese discussione sui Dico*
CITTA’ DEL VATICANO - "Si discuterà di una nota pastorale a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio, e delle unioni di fatto". Così un comunicato, diffuso dall’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, ribadisce quanto già anticipato poche settimane fa dal cardinale Camillo Ruini: il Consiglio episcopale permenente, convocato a Roma dal 26 al 29 marzo prossimi, vedrà all’ordine del giorno, tra i vari argomenti, anche la nota sui Dico. Il Consiglio, il primo sotto la presidenza di monsignor Angelo Bagnasco, si aprirà con la prolusione dell’arcivescovo di Genova, scelto lo scorso 7 marzo da Papa Benedetto XVI a succedere al cardinale Ruini alla guida dell’episcopato.
Ad anticipare i termini della discussione era stata una lettera, scritta da monsignor Ruini, inviata circa dieci giorni fa a tutte le parrocchie di Roma e Firenze insieme a una nota del cardinale di Firenze, Ennio Antonelli, e parte, di fatto, dell’offensiva del Vaticano contro il ddl sui Dico.
A ribadire i principi era stato lo stesso Bagnasco che, subito dopo l’insediamento, ereditato da Ruini l’impegno a formulare una nota sui Dico, aveva sottolineato che per i laici impegnati nel sociale e nella politica "ci sono dei valori, delle colonne portanti che asseriscono alla persona umana, dei confini che non sono assolutamente valicabili" perché ciò significherebbe "andare contro l’uomo e non liberare l’uomo".
In questo contesto - e dopo la presentazione del documento del Papa sull’Eucarestia, che avevano colpito l’opinione pubblica soprattutto nel paragrafo in cui si invitano politici e legislatori cattolici e non approvare leggi che tocchino valori non negoziabili, come la famiglia fondata sul matrimonio - erano giunte le parole del cardinale Dionigi Tettamanzi. Una sollecitazione, di fatto, ad ampliare i margini della discussione: pur riconoscendo che "i contenuti del Vangelo sono quelli, e sui principi non si possono fare sconti", l’arcivescovo di Milano aveva osservato che "anche lo stile è importante, dobbiamo saper parlare alle persone che sono lontane dalla Chiesa, va fatto uno sforzo".
* la Repubblica, 21 marzo 2007