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SESSI E SOCIETA’. QUESTIONI TECNICHE: UN AGGIORNAMENTO. IN ITALIA, TRA PROBLEMI "REALI" E PROBLEMI "IMMAGINARI", SETTE MILIONI DI PERSONE SOFFRONO - a cura di pfls

giovedì 22 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
Esperti riuniti a Berlino: 4 milioni di maschi soffrono di eiaculazione precoce.
Tre milioni colpiti da disfunzione erettile. In crescita le richieste di intervento
Italia, 7 milioni con problemi sessuali
e in 20.000 vogliono il pene più lungo
Anche tra le donne aumenta il ricorso al chirurgo per correggere difetti "nelle parti intime" *
ROMA - Sono sempre di più gli uomini e le donne italiane che decidono di risolvere i propri probelmi sessuali rivolgendosi al chirurgo. In particolare, per (...)

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venerdì 23 marzo 2007

Gli urologi: è l’effetto dell’ansia da prestazione e dello stress.

Sesso in tre minuti per 4 milioni di italiani

L’eiaculazione precoce colpisce soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni. Sempre di più le richieste di allungamento del pene *

MILANO - A letto più che in altre circostanze la fretta non aiuta. Eppure l’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso al mondo. In Italia gli «sprinter» sono oltre 4 milioni, per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni. Lo dicono gli urologi riuniti a Berlino nell’annuale congresso internazionale. In uno studio, i pazienti sono stati anche cronometrati: la maggior parte non supera i tre minuti. Una buona percentuale si sbriga perfino prima. E la causa è quasi sempre psicologica: «L’ansia da prestazione e lo stress sono tra i motivi principali», spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia. Ma a mettere in confusione gli amanti frettolosi sarebbero soprattutto quelli che il professore definisce «i falsi miti», ovvero: «La figura dell’uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente e che ormai, complici anche cinema e televisione, fa parte del loro immaginario».

I DATI - La comunicazione erotica di massa impone prestazioni spettacolari ma anche dimensioni «artistiche» considerevoli: «I giovani cercano in tutto e per tutto di assomigliare a questi modelli - aggiunge Mirone - e così sono sempre di più i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l’allungamento del pene». Quando poi il medico servirebbe sul serio, perché i problemi sono di natura fisica e non estetica, spunta l’orgoglio e magari la vergogna. È il caso di una patologia seria come l’infertilità, che è sempre più difficile da diagnosticare: «Fino a pochi anni fa - conclude il docente universitario - c’era la visita di leva. Il maschio italiano, allo scoccare del diciottesimo anno di eta, veniva sottoposto a un esame urologico completo. Oggi non esiste più questa importante possibilità, che consentiva un accurato screening della popolazione italiana maschile anno per anno. Ormai, sempre più spesso, il primo controllo viene fatto quando la patologia è già in corso». Lo scarso feeling con l’urologo per problemi che riguardano la sfera sessuale riguarda del resto i pazienti di tutte le età. Anche di questo hanno discusso a Berlino, dove è stato ribadito che in media un maschio adulto impiega due anni prima di decidersi a consultare un medico. Per patologie più o meno analoghe le donne ci mettono al massimo due settimane, e poi corrono dal ginecologo: «Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica», chiedono gli specialisti. Secondo i quali sarebbero almeno due milioni gli italiani con problemi di impotenza che per imbarazzo si rifiutano di farsi curare. Otto su dieci, secondo altre stime, addirittura preferirebbero rassegnarsi all’astinenza piuttosto che stendersi sul lettino del dottore.

LUOGHI COMUNI - Per contrastare timidezze e luoghi comuni, a Londra hanno stipulato un’alleanza. La European sexual dysfunction alliance, il cui principale avversario è l’equazione virilità-capacità erettile. «L’impotenza si può curare - spiega Carlo Bettocchi, del Policlinico di Bari -, anzi la soluzione del problema si raggiunge in almeno l’82% dei casi. Spesso, inoltre, la cura risulta fondamentale per mantenere inalterata la serenità della coppia. Ed è per questo che anche la partner deve essere coinvolta nella scelta della terapia».

Antonio Castaldo

* Corriere della Sera, 23 marzo 2007


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