Esperti riuniti a Berlino: 4 milioni di maschi soffrono di eiaculazione precoce. Tre milioni colpiti da disfunzione erettile. In crescita le richieste di intervento
Italia, 7 milioni con problemi sessuali e in 20.000 vogliono il pene più lungo
Anche tra le donne aumenta il ricorso al chirurgo per correggere difetti "nelle parti intime" *
ROMA - Sono sempre di più gli uomini e le donne italiane che decidono di risolvere i propri probelmi sessuali rivolgendosi al chirurgo. In particolare, per quanto riguarda i ragazzi, in ventimila ogni anno si affidano al bisturi per risolvere problemi di misure. Discorso simile, ma con motivazioni diverse, anche per quanto riguarda le signore, che chiedono interventi alle "parti intime".
Gli uomini. Notizie poco piacevoli per gli uomini italiani, quelle che arrivano dal congresso annuale della Società europea di urologia che a Berlino ha riunito oltre diecimila esperti da tutto il mondo. Secondo i medici, oltre 4 milioni di maschi nostrani soffrono di eiaculazione precoce, mentre 3 milioni colpiti da disfunzione erettile con rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento, soprattutto tra i giovani, quasi sempre di origine psicologica: si pretende troppo e questo non fa che accrescere l’ansia da prestazione, innescando meccanismi che degenerano nella eiaculazione precoce. Ed è in aumento anche l’infertilita: in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 la proporzione arriverà a 1 su tre.
Le richieste. I ragazzi contattano l’urologo sempre prima e sempre più frequentemente. Due le richieste principali che arrivano allo specialista: prolungare in tempi dell’amore e avere un organo sessuale migliore, ovvero sottoporsi ad un intervento chirurgico per l’allungamento del pene. I numeri parlano chiaro: "Sono oltre 20.000 - afferma il presidente della Società italiana di urologia, Vincenzo Mirone - i giovani tra i 18 e i 30 anni che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l’allungamento del pene".
Le misure. Ma il vero problema è che, nel 90% dei casi, si tratta di richieste immotivate. Normalmente - spiega Mirone - un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri. Lo specialista avverte che in questi casi il medico deve rifiutare l’intervento e spiega "che si ricorre alla chirurgia solo nel caso in cui le dimensioni in erezione siano inferiori a 9 centimetri".
Le donne. Ma anche tra le donne le richieste di intervento chirurgico sono in aumento. Non bastano più seni rifatti, lifting del viso, dell’addome, dei glutei, la liposcultura delle cosce e ginocchia. Ora l’ultima moda della chirurgia estetica al femminile si chiama labiaplastica: la riduzione, cioè, delle piccole labbra. Per molte donne infatti le eccessive dimensioni producono fastidi e dolori in molte attività sportive o semplicemente nel rapporto sessuale. Lo studio sulle nuove tendenze della chirurgia estetica viene da "Laclinique", il primo consultorio estetico che da quest’anno ha creato una divisione di chirurghi per supportare le richieste di natura "intima". Un intervento del genere costa dai 3.500 ai 4.500 euro.
Ma non finisce qui. Al secondo posto della classifica degli interventi più gettonati sulle parti intime, e la richiesta è aumento, figura l’asportazione del grasso sul "monte di venere", che crea dislivelli evidenti rispetto all’addome mettendo in imbarazzo la donna e spesso anche il partner. L’intervento affianca la lipoaspirazione dell’addome e il costo si aggira tra i 3 e 4 mila euro. Raddoppiate anche le richieste di ricostruzione dell’imene. Molte donne, infatti, si rivolgono prima al proprio ginecologo e proprio al chirurgo plastico o estetico per "rivivere una seconda volta", attraverso un semplice intervento che restituisce la verginità anatomica. Costo intorno ai 5 mila euro, realizzabile anche in day hospital.
L’ultima frontiera. Infine per le donne che hanno partorito e che vogliono tornare "normali nelle parti intime" il trend indica la "vaginal tightening cosmetic", cioè il restringimento della vagina per incrementare la sensibilità durante il sesso. In questo caso si tratta di un vero intervento in anestesia generale, la paziente deve rimanere una notte ricoverata e il costo è di circa 6 mila euro. I rapporti sessuali torneranno "floridi" dopo uno-due mesi.
* la Repubblica, 22 marzo 2007
Gli urologi: è l’effetto dell’ansia da prestazione e dello stress.
Sesso in tre minuti per 4 milioni di italiani
L’eiaculazione precoce colpisce soprattutto i giovani tra i 18 e i 30 anni. Sempre di più le richieste di allungamento del pene *
MILANO - A letto più che in altre circostanze la fretta non aiuta. Eppure l’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso al mondo. In Italia gli «sprinter» sono oltre 4 milioni, per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni. Lo dicono gli urologi riuniti a Berlino nell’annuale congresso internazionale. In uno studio, i pazienti sono stati anche cronometrati: la maggior parte non supera i tre minuti. Una buona percentuale si sbriga perfino prima. E la causa è quasi sempre psicologica: «L’ansia da prestazione e lo stress sono tra i motivi principali», spiega Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia. Ma a mettere in confusione gli amanti frettolosi sarebbero soprattutto quelli che il professore definisce «i falsi miti», ovvero: «La figura dell’uomo macho e superdotato con cui i giovani si confrontano quotidianamente e che ormai, complici anche cinema e televisione, fa parte del loro immaginario».
I DATI - La comunicazione erotica di massa impone prestazioni spettacolari ma anche dimensioni «artistiche» considerevoli: «I giovani cercano in tutto e per tutto di assomigliare a questi modelli - aggiunge Mirone - e così sono sempre di più i ragazzi che chiedono di sottoporsi, pur in mancanza di reali motivazioni cliniche, a interventi chirurgici per l’allungamento del pene». Quando poi il medico servirebbe sul serio, perché i problemi sono di natura fisica e non estetica, spunta l’orgoglio e magari la vergogna. È il caso di una patologia seria come l’infertilità, che è sempre più difficile da diagnosticare: «Fino a pochi anni fa - conclude il docente universitario - c’era la visita di leva. Il maschio italiano, allo scoccare del diciottesimo anno di eta, veniva sottoposto a un esame urologico completo. Oggi non esiste più questa importante possibilità, che consentiva un accurato screening della popolazione italiana maschile anno per anno. Ormai, sempre più spesso, il primo controllo viene fatto quando la patologia è già in corso». Lo scarso feeling con l’urologo per problemi che riguardano la sfera sessuale riguarda del resto i pazienti di tutte le età. Anche di questo hanno discusso a Berlino, dove è stato ribadito che in media un maschio adulto impiega due anni prima di decidersi a consultare un medico. Per patologie più o meno analoghe le donne ci mettono al massimo due settimane, e poi corrono dal ginecologo: «Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica», chiedono gli specialisti. Secondo i quali sarebbero almeno due milioni gli italiani con problemi di impotenza che per imbarazzo si rifiutano di farsi curare. Otto su dieci, secondo altre stime, addirittura preferirebbero rassegnarsi all’astinenza piuttosto che stendersi sul lettino del dottore.
LUOGHI COMUNI - Per contrastare timidezze e luoghi comuni, a Londra hanno stipulato un’alleanza. La European sexual dysfunction alliance, il cui principale avversario è l’equazione virilità-capacità erettile. «L’impotenza si può curare - spiega Carlo Bettocchi, del Policlinico di Bari -, anzi la soluzione del problema si raggiunge in almeno l’82% dei casi. Spesso, inoltre, la cura risulta fondamentale per mantenere inalterata la serenità della coppia. Ed è per questo che anche la partner deve essere coinvolta nella scelta della terapia».
Antonio Castaldo
* Corriere della Sera, 23 marzo 2007