Fiore

Sicurezza nelle scuole: prove di evacuazione, fogli e fogli di informativa, ma le porte antipanico sono incatenate - di Francesco Foglia

giovedì 8 marzo 2007.
 

San Giovanni in Fiore. Classe dirigente, famiglie, docenti e collaboratori di tutta la penisola chiedono maggiore informativa nelle scuole e per le scuole per quanto riguarda il problema della sicurezza in casi di sismi e/o incendi. Benissimo. La prima cosa che si fa, ovviamente, è lo stilare di centinaia opuscoli informativi su come si ci deve comportare in questi casi, si inizia a redigere una pianta dell’edificio e stabilire le zone di raccolta, percorsi e ordini delle classi per evitare il panico e lo scompiglio e si organizzano, attentamente, le prove d’evacuazione. Fin ora sembra tutto normale. Ma c’è un punto che bisogna osservare: i percorsi; ovvero il “tragitto” che devono svolgere le classi per arrivare al punto di raccolta. Sembra tutto scontato. “Si va a destra, poi diritto fino a quel corridoio, subito a sinistra, si esce dalla porta antipanico e si è fuori”. Iniziamo a fare il percorso, quindi prima a destra, diritto fino al corridoio, subito a sinistra e troviamo la porta antipanico. Dobbiamo uscire e... sorpresa! La porta antipanico... è chiusa con le catene, quelle con le “maglie” di cinquecento grammi, “ncirottata” direbbero nella cittadina florense. E quindi? Come si fa? Proprio la porta antipanico.. come.. allora a che servono foglietti, manuali, lezioni e prove d’evacuazione, se poi ci troviamo davanti a una porta del tutto chiusa?? Succede in una scuola di San Giovanni in Fiore, e di quale altro posto sennò, dove si prende tutto con superficialità e con la convinzione che è tutto scontato. È ridicolo sentirsi dire: “Beh, ragà poi le apriranno ste porte...”. Come? Queste porte le apriamo solo nelle prove d’evacuazione e poi mettiamo le catene? Le catastrofi succedono all’improvviso e a volte non ti danno nemmeno il tempo di coprirti la testa... e tu vuoi trovare il tempo di prendere la chiave, aprire il lucchetto, togliere via il “catenazzo” e aprire sta benedetta porta? Beh, mi sembra come scommettere che il negozio in centro è aperto anche a Ferragosto: “Azzardato” no? Non venissero a parlarci di sicurezza poi, dopo che avvengono le rovine. Intanto alcuni giovani andranno a chiedere il perchè di questa situazione e andranno a chiedere che le porte vengano lasciate aperte. (menomale che sono antipanico!). Sembra una solita banalità ma intanto in gioco ci sarebbero centinaia di vite. Einstein direbbe: «Non si può prevenire e preparare una guerra allo stesso tempo». Per ora non ci resta che attendere.

Francesco Foglia


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