«Non sono solo e neppure cammino libero da solo»
Jon Sobrino, il teologo ammonito da Roma, si trova a Bilbao.
PD/Efe Mercoledì , 13 giugno 2007 *
Il teologo gesuita di Bilbao Jon Sobrino, ha affermato oggi in Bilbao che non si considera affatto speciale, ma nella norma, e, perciò, " non mi sento affatto isolato, e nepure mi metto solo nel cammino, perchè lungo questi 30 anni ho sempre camminato assieme a moltissime persone e molte persone seguono gli stessi sentieri."
Sobrino, che si trova a Bilbao per visitare la sorella e fare una conferenza dal titolo:"Fuori dei poveri non c’è salvezza" , rispose in una conferenza stampa all’invito che ieri gli fece il vescovo di Bilbao, Riccardo Blàsquez, affinchè "Ripensasse quello che gli ha detto la Santa Sede, perchè "è molto meglio camminare umilmente nell’unità e comunione di fede, che andarsene come un sublime isolato".
Il teologo gesuita, ammonito in dicembre dell’anno scorso dal Vaticano per considerare certe sue opinioni sull’umanità e divinità di Gesù Cristo non sono conformi alla dottrina della Chiesa, rispose al prelato di Bilbao: " umilmente tutti dobbiamo camminare dall’ultimo sacrestano fino al Vescovo di Roma".
Sobrino, che fu amico e lavorò con il gesuita basco Inazio Ellacuría in El Salvador, dove fu assassinato da militari dell’esercito durante la guerra civile che il paese centro-americano visse nella decada degli anni 80, manifestó anche di comprendere quello che dice Blázquez, ed affermò di non avere nessun problema per parlare con il vescovo di Bilbao, del quale si considera amico, per spiegargli "un pò di più"’ le sue posizioni teologiche e "chiedergli : che cosa ne pensa lei ,monsignore".
"Quanto a dire che cammino isolato se si intende che io debba essere umile e non superbo per ascoltare ciò che gli altri dicono, devo dire che io ho ascoltato durante tantissimi anni ciò che altri teologi ed anche gerarchi della chiesa dicono di me ed ho risposto a loro". "Roma ed i vescovi hanno una responsabilità formale, ma c’è anche il mondo della teologia, delle università e, per me, il più importante è il mondo delle persone, perchè a me quello che più spiacerebbe sarebbe se la cuoca della mia casa non potesse fidarsi di me o di noi, perchè dietro a tutto ciò ci sono molte maniere di camminare con gli altri".
Sobrino manifestó anche che ’il problema non è la Teologia della Liberazione, perchè molto prima che esistisse la Teologia della Liberazione, Gesús di Nazaret divennne pazzo con le beatitudini e con Matteo 25’.
Dopo aver avvertito che "il destino delle cose non dipende dal destino delle parole" affermò che "molto prima che esistisse la parola Teologia della Liberazione, esisteva la parola dell’Esodo dove Dio disse: "Ho visto un popolo oppresso, ho ascoltato le grida che gli strappano gli aguzzini " e continua dicendo una parolina così : " e sono disceso per liberarlo".
Richiesto della sua opinione al riguardo dell’attuale situazione di minaccia dell’ ETA di ritornare agli attentati terroristici, Sobrino manifestò che ’anche se i contesti di violenza nelle Terre Basche e quelli che io ho vissuto in El Salvador siano distinti , in ogni caso ciò che si deve fare è cambiare trasformando tutto in umanitarismo ed utopie " nel chiedere perdono, ricevere il perdono e lasciarsi perdonare" .
* IL DIALOGO, Venerdì, 15 giugno 2007