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PIANETA TERRA. AFRICA...

AXUM: L’OBELISCO!!! Le autorità etiopiche: "L’Italia si era impegnata a rimetterlo al suo posto"!!! - a cura di pfls

sabato 31 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Per ora di pronto c’è solo il buco nel quale dovrebbero essere sistemate le fondamenta, un lavoro difficile perché c’è anche da assicurarsi che le vibrazioni non danneggino le altre stele del parco. Era stato tutto più facile per Mussolini, che non si era posto problemi nel frantumare la base dell’obelisco. Quella, anche con i soldi e la tecnica italiana, non si recupererà più, sarà rifatta di cemento armato. Si spera entro il 2008 [...] (...)

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> AXUM: L’OBELISCO!!! --- L’obelisco rubato da Mussolini nel 1937 e restituito dall’Italia all’Etiopia nel 2005 è di nuovo dove venne innalzato 1700 anni fa (di Cristina Nadotti).

venerdì 5 settembre 2008

L’obelisco rubato da Mussolini nel 1937 e restituito dall’Italia all’Etiopia nel 2005 è di nuovo dove venne innalzato 1700 anni fa

-  Axum, la stele è tornata dov’era
-  in 30mila per festeggiare l’evento

dal nostro inviato CRISTINA NADOTTI

AXUM (Etiopia) - In mezzo alla festa di Axum, dopo gli squilli di tromba della chiesa copta e le urla acute dei canti delle donne del Tigray, quando la bandiera etiopica e quella italiana sono cadute lasciando scoperta la stele c’è stato un momento di silenzio. Come se le 30 mila persone accorse per l’evento avessero trattenuto il respiro. C’è ancora l’impalcatura intorno, che servirà a completare i lavori di restauro, ma la stele rubata da Mussolini nel 1937 e restituita dall’Italia all’Etiopia nel 2005 ora è di nuovo al suo posto vicino alle altre, dove era stata innalzata dal potente regno aksumita 1700 anni fa.

Ieri per la gente della cittadina del nord dell’Etiopia è stata festa grande. E davvero nel vedere l’entusiasmo con cui la gente si è precipitata ai piedi della stele, non appena le autorità sono andate via, si è capito il valore simbolico che la restituzione del monumento prima e la sua ricollocazione poi hanno per il Paese.

Nonostante le impalcature coprano ancora buona parte di quello che in modo improprio è chiamato obelisco, le famiglie hanno fatto a spintoni per arrivare a fare una foto ai piedi del monumento e in molti, sotto gli occhi atterriti degli ingegneri italiani responsabili del cantiere, hanno dato la scalata alle gabbie di ferro, come per riappropriarsi fisicamente di un simbolo di identità e antica grandezza.

In mezzo ai signori attempati, tutti impettiti nell’abito della festa, che agitavano rose e bandierine e alle donne nei loro scialli bianchi impegnate a sollevare i bambini perché vedessero la cerimonia, sono sembrati meno di circostanza perfino i discordi delle autorità. Il primo ministro etiope, Meles Zenawi, si è profuso in ringraziamenti all’Italia, che ha finanziato totalmente, cinque milioni di euro in tutto, il ritorno della stele, e all’Unesco, che ha fatto da tramite tra il nostro governo e gli studi di ingegneria e progettazione che hanno reso possibile portare via il monumento da Roma, fargli fare migliaia di chilometri e rimetterlo al suo posto salvaguardando la sua integrità e quella delle altre stele del parco.

Nonostante l’intermediazione dell’Onu, tuttavia, il viaggio a ritroso della stele è tutta opera italiana "un esempio di eccellenza tecnologica e scientifica" come ha sottolineato il presidente Napolitano nel messaggio che ha mandato alle autorità di Addis Abeba.

Del ritorno della stele che ad Axum chiamano "l’obelisco di Roma" ha beneficiato in qualche modo anche la sua gemella, della stessa altezza, che è stata assicurata con tiranti per evitare danni. La stele 1, infatti, era già pendente, a causa di terremoti e usura del tempo, ed è stata ora rinforzata in attesa di lavori di restauro e rinforzo.

Con il ritorno della "stele di Roma" al suo posto si conclude un contenzioso iniziato già nel ’47 con i trattati di pace che siglarono la fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 2001 l’avvio, proprio da parte dell’attuale sottosegretario degli Esteri Alfredo Mantica che ieri ha rappresentato l’Italia alla cerimonia, del processo per la restituzione della stele. Le tappe successive furono l’accordo bilaterale del 2004, con il quale l’Italia si impegnava ad accollarsi totalmente le spese per riportare la stele al suo posto e la rimozione da Roma nel 2005. Poi, per tre anni, la stele è rimasta parcheggiata ad Axum, in attesa di nuovi finanziamenti per la ricollocazione.

Ma l’investimento fatto dall’Italia non serve solo a ripagare i debiti del suo passato colonialista. Ieri la sua importanza si è vista nell’incontro che Mantica ha avuto con il ministro degli Esteri etiope Seyoum Mesfin. "L’Etiopia ha un ruolo fondamentale nella politica dell’Africa subsahariana e nella soluzione dei conflitti nel Corno d’Africa - ha detto il rappresentante italiano - e noi intendiamo rafforzare i nostri rapporti di collaborazione con Addis Abeba". Per parte sua l’Etiopia ha chiesto ieri all’Italia di farsi portavoce al prossimo G8, che sarà presieduto dal nostro Paese, delle sue difficoltà di proseguire nel suo ruolo di argine contro l’avanzata delle corti islamiche in Somalia. L’Etiopia è uno stato a maggioranza religiosa cristiano copta, un’enclave nell’Africa musulmana, e ora chiede aiuti per proseguire nel suo ruolo di stato cuscinetto.

* la Repubblica, 4 settembre 2008.


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