La Guantanamo d’Etiopia esiste: «catturati 41 terroristi» *
La “Guantanamo” d’Etiopia esiste. Lo scorso mese Human Rights Watch ha da un lato accusato l’Etiopia di aver fatto “sparire” in prigioni segrete dozzine di persone, dall’altro il governo Usa di inviare agenti dell’Fbi e della Cia in questa «Guantanamo esternalizzata» per interrogare i presunti terroristi catturati dagli etiopi o in Kenya oppure in Somalia durante i rastrellamenti seguiti all’offensiva nei confronti delle Corti islamiche, cacciate dalla capitale somala Mogadiscio a fine dicembre. La Bbc aveva anche raccolto la testimonianza di una donna di 42 anni, Kamilya Mohammedi Tuweni, proveniente dagli Emirati Arabi Uniti, arrestata in Kenya e poi trasferita in Etiopia, e rilasciata il 24 marzo dopo 2 mesi e mezzo di prigionia che lei aveva descritto come un vero e proprio «incubo»: lLa donna ha raccontato di non aver ricevuto alcuna accusa formale durante la detenzione durante la quale nessuno si sarebbe preoccupato di informarla sulla sua sorte e sui motivi dell’arresto. Insomma: un trattamento in stile Guantanamo.
Adesso però, dopo aver inizialmente negato, è lo stesso governo etiopico ad ammettere pubblicamente di aver tenuto prigionieri 41 «sospetti terroristi» catturati nella confinante Somalia. Per la precisione è stato il il ministro degli esteri di Addis Abeba - citato dalla Bbc on line - che ha raccontato che gli arrestati sono di 17 nazionalità, comprese quelle statunitense, canadese e svedese.
Comunque sia è la prima volta che l’Etiopia ammette di avere stranieri nelle sue prigioni, giustificando la cosa come parte della «guerra globale al terrore». Addis Abeba però ha negato che le detenzioni siano state fatte in segretezza e precisa che 5 degli arrestati sono già stati liberati e che altri 24 seguiranno.
* l’Unità, Pubblicato il: 10.04.07, Modificato il: 10.04.07 alle ore 17.12