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ONU e... DIS-UmaNITA’

TBC SUPER RESISTENTE. RITORNA LA TUBERCOLOSI, IN CAMBOGIA - E NON SOLO!!! All’orizzonte si profila una nuova tragedia: oltre 70 mila cambogiani sieropositivi e 18 mila malati di tubercolosi sono rimasti senza cibo. Ma stavolta la nostra indifferenza davanti al fondamentale diritto al cibo potrebbe ritorcersi contro di noi. JEAN ZIEGLER LANCIA L’ALLARME - a cura di pfls

mercoledì 30 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Focolai di tubercolosi farmacoresistente sono stati registrati nelle carceri statunitensi, nella Federazione Russa, in Sud Africa. Durante la breve pandemia della tubercolosi nota come XDR in Sud Africa sono morti 52 pazienti su 53. Nell’ipotesi che i malati abbiano accesso alle cure più avanzate, il costo di una terapia supererebbe i 50 mila dollari a paziente. Ai poveri non resta che morire. Perché lasciamo che tutto questo accada? Gli esperti puntano il dito contro i media che, (...)

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> TBC. CAMBOGIA. All’orizzonte si profila una nuova tragedia: oltre 70 mila cambogiani sieropositivi e 18 mila malati di tubercolosi sono rimasti senza cibo. Ma stavolta la nostra indifferenza davanti al fondamentale diritto al cibo potrebbe ritorcersi contro di noi. JEAN ZIEGLER LANCIA L’ALLARME - a cura di pfls

mercoledì 30 maggio 2007

Una forma aggressiva e pericolosa e non c’è l’antibiotico risolutivo ormai diffusa in Cina, in Africa ma anche in tutta l’Europa e negli Usa

-  Allarme Tbc super resistente
-  Anche in Italia i primi otto casi

di MAURIZIO PAGANELLI *

ROMA - Una forma di tubercolosi, aggressiva e pericolosa, contro cui non c’è antibiotico risolutivo, che non risponde a quasi nessuno dei farmaci, anche di seconda linea, conosciuti: l’allarme mondiale, lanciato da oltre un anno, ora giunge in Italia, con 8 casi "certificati" anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, studiati e diagnosticati dai centri di riferimento nazionali tra il 2003 e il 2006.

"Con l’Italia", afferma il Dipartimento Stop TB dell’Oms, "tutti i paesi del G8 (i paesi più ricchi) hanno ora la conferma della presenza della XDR-TB, (tubercolosi a estesa farmacoresistenza extensively drug-resistant TB)". Spiega Mario Raviglione, Direttore Stop TB, Organizzazione Mondiale della Sanità, a Ginevra "Queste forme di TBC-XDR sono presenti anche in Italia, dove almeno una decina di casi è già stata segnalata all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In Italia, inoltre, ha fatto comparsa anche una forma di TBC resistente a tutti i farmaci di prima e di seconda linea esistenti oggi, senza eccezione, resistenza che sinora era stata rilevata solo per alcuni malati delle prigioni siberiane, dove la TBC e le sue forme più farmaco-resistenti mietono migliaia di vittime ogni anno". E’ come essere tornati all’era pre-antibiotica.

Lo studio italo-tedesco, primo firmatario Giovanni Battista Migliori della Fondazione Salvatore Maugeri di Tradate (uno dei Centri di eccellenza nella lotta alla Tbc e centro di riferimento Oms) che apparirà sulla rivista Usa di infettivologia "Emerging Infectious Diseases", è un lavoro durato anni, che ha individuato, come affetti da tubercolosi XDR , 4 italiani (età 41-49 anni) e 4 stranieri (età 27-61 anni, provenienti da Europa dell’Est, America Latina e Africa) con una mortalità del 50 per cento. "Due donne italiane", spiega Migliori, "di 43 e 49 anni sono morte ed erano resistenti ad ogni tipo di trattamento. Una delle pazienti deceduta aveva 625 giorni di ricovero: anni di malattia, una tragedia umana. Nessuno dei casi individuati era sieropositivo. E’ la prima volta che si riesce a descrivere i risultati sui trattamenti di Tbc in paesi a bassa incidenza della malattia".

L’inizio della debacle sul fronte della lotta alla Tbc, è arrivato con l’intreccio perverso e l’avanzare dell’HIV/AIDS. In una persona con un sistema immunitario compromesso, il micobatterio ha avuto campo libero per mietere vittime. Prima era una malattia quasi "sconfitta", per molti legata all’Ottocento, la tisi, quella tosse e quel pallore mortale, un morbo da Opera italiana ("La Boheme" di Puccini), finale di una vita fatta di genio e sregolatezza (il pittore Modigliani), o sfondo letterario come nella Montagna Incantata di Thomas Mann.

Solo verso la fine del Novecento apparvero le prime resistenze ai farmaci, la MDR-TBC (ceppo batterico resistente ad almeno due dei farmaci principali utilizzati contro la malattia: isoniazide e rifampicina), spesso dovuta a cicli di cure non portate a termine. La risposta della medicina è stata il ricorso a farmaci del passato, con maggiori effetti collaterali, più tossici e che prevedono anche due anni di terapia, contro i 6-8 mesi dei medicinali relativamente più moderni (sulla Tbc solo adesso si torna a fare ricerca...). Di fronte all’epidemia di XDR, invece, sembra che "l’armadietto del medico non abbia più risposte", come dice sconsolato Raviglione.

Paesi dell’Est Europa, Russia, paesi Baltici e Romania ma anche Cina e Africa hanno avuto negli ultimi anni un incremento di casi di multifarmaco resistenza che, conti alla mano, fanno salire i morti per TBC a 1 milione 600 mila l’anno, 4400 al giorno. "La forma estesa di resistenza è stata definita solo un anno fa", spiega Migliori, "come un ceppo batterico refrattario sia alle due principali medicine di prima linea, come nella MDR, che ad almeno tre dei sei farmaci di seconda linea". Le cause? "Principalmente due: interruzione dei trattamenti o scelta del trattamento inadeguato, troppo pochi antibiotici".

Nel continente africano è micidiale l’intreccio con l’Aids. In Sud Africa, il ceppo XDR, "insensibile" alle terapie, ha fatto registrare nella provincia del KwaZulu Natal, in malati di Hiv, una mortalità vicino al 100 per cento. Sembra vivere nell’incubo della nuova epidemia mondiale di Tbc descritto dallo scrittore John Le Carré nel "The Costant Gardener" (da cui è stato tratto anche il film).

"Non bisogna fare allarmismo", sostiene la microbiologa del San Raffaele, Daniela Maria Cirillo, una dei 10 autori dello studio italo-. tedesco, "in Italia si contano circa 4500 casi l’anno di Tbc: ma non si deve sottovalutare la questione". "Se non individuati, questi pazienti", aggiunge Migliori, "sono vere e proprie bombe biologiche che possono infettare facilmente le persone con cui vengono in contatto".

Cresce l’attenzione del mondo scientifico: articoli sul New England Journal of Medicine dei responsabili dell’Oms Raviglione e Smith, sul Lancet per l’intreccio con l’Hiv, e, ultimo, un lavoro di due ricercatori spagnoli sul bollettino CDC, Centro prevenzione e controllo malattie degli Usa. E questo anche per l’emergenza sudafricana, con l’altissima mortalità riscontrata. Da lì è rimbalzata una forte polemica per un articolo apparso sulla prestigiosa rivista PLOS Medicine Journal. a firma di esperti dell’Università di Toronto, Canada, e del Centro di ricerca sull’Aids di Durban, Sudafrica , che ipotizza la detenzione e l’obbligo di trattamento per i pazienti che rifiutano le cure nei casi di forme di Tbc resistenti ai farmaci. Un estremo tentativo di bloccare l’espandersi dell’epidemia, seriamente preso in considerazione dalle autorità sanitarie. D’altra parte, come ricordano gli stessi autori, nel 1990 a New York, le autorità sanitarie imposero il trattamento obbligatorio, per casi di Tbc, con ricovero coatto in due ospedali. "Non si tratta di lasciare carta bianca alle autorità sanitaria di imprigionare i pazienti", sostengono gli autori dell’articolo, "Non è eticamente scorretto restringere la libertà di chi, infetto, pone a rischio la salute pubblica".

Sul fronte italiano, se i dati generali del decennio 1995-2004 segnalano una costante discesa dei tassi di incidenza di Tbc (-23%: 7 casi ogni centomila abitanti; 28% immigrati) con 4215 decessi nel periodo 1995-2002, l’allarme Oms non è da sottovalutare. Non si hanno cure disponibili per i casi di XDR-TB. La ricerca mondiale ha sette diversi farmaci in fase di sperimentazione. Ma quando Raviglione, per un malato di Torino che non rispondeva a nessuna terapia, ha chiesto per "uso compassionevole" l’utilizzo di uno dei farmaci, ha dovuto rinunciare perché ancora non vi sono dati attendibili dai trial sulla tossicità.

Le previsioni? Forse nel 2009-2010. Ma servono molti fondi per le diagnosi e i trattamenti (l’Oms calcola almeno 650 milioni di dollari solo per il milione e mezzo di pazienti di Tbc farmacoresistente fino al 2015, e in cassa mancano 400 milioni), e ancora di più per la ricerca. Servirebbero per il piano 2006-2015 circa 56 miliardi di dollari: ne riparleranno il 24 marzo, Giornata Mondiale della TBC.

* la Repubblica, 11 marzo 2007


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