ONU e... DIS-UmaNITA’

TBC SUPER RESISTENTE. RITORNA LA TUBERCOLOSI, IN CAMBOGIA - E NON SOLO!!! All’orizzonte si profila una nuova tragedia: oltre 70 mila cambogiani sieropositivi e 18 mila malati di tubercolosi sono rimasti senza cibo. Ma stavolta la nostra indifferenza davanti al fondamentale diritto al cibo potrebbe ritorcersi contro di noi. JEAN ZIEGLER LANCIA L’ALLARME - a cura di pfls

mercoledì 30 maggio 2007.
 
[...] Focolai di tubercolosi farmacoresistente sono stati registrati nelle carceri statunitensi, nella Federazione Russa, in Sud Africa. Durante la breve pandemia della tubercolosi nota come XDR in Sud Africa sono morti 52 pazienti su 53. Nell’ipotesi che i malati abbiano accesso alle cure più avanzate, il costo di una terapia supererebbe i 50 mila dollari a paziente. Ai poveri non resta che morire. Perché lasciamo che tutto questo accada? Gli esperti puntano il dito contro i media che, ossessionati dall’influenza aviaria tra i tacchini della Gran Bretagna, ignorano la minaccia globale della tubercolosi XDR. [...]

Tbc, un’altra tragedia cambogiana

La tubercolosi , aggravata dalla fame, miete migliaia di vittime e rischia di diffondersi. Da mesi il Programma alimentare mondiale, senza fondi, ha sospeso gli aiuti

di JEAN ZIEGLER* (La Stampa,31.03.2007)

Nonostante la questione sia dibattuta in tribunale, il popolo cambogiano deve ancora riuscire ad accettare la tragedia di Pol Pot e lo spietato retaggio dei Khmer Rossi. Una società che si rivolta contro se stessa con tale ferocia finisce col diventare insensibile alle proprie sofferenze. Ora all’orizzonte si profila una nuova tragedia. Una combinazione insidiosa di fame e malattie sta mietendo vittime tra le fasce più povere della popolazione. Il fatto che siano in migliaia e non milioni è di poco conforto. Oltre 70 mila cambogiani sieropositivi e 18 mila malati di tubercolosi sono rimasti senza cibo. Perché le magre razioni del Programma Alimentare Mondiale che garantivano la loro sopravvivenza sono sospese da mesi perché non ci sono sufficienti finanziamenti. Per pochi milioni di dollari decine di migliaia di persone rischiano la vita. In Occidente abbiamo smesso di riflettere sull’importanza del cibo e della salute, tranne quando vogliamo ridurre la circonferenza del girovita.

Ma in Cambogia il cibo rappresenta ancora una potente forza vitale. Migliaia di poveri affetti dalla tubercolosi si presentano ogni giorno, in cambio d’un pugno di riso e un cucchiaio d’olio, per ricevere i farmaci e completare la cura. Senza cibo, i pesanti effetti collaterali dei medicinali e la lontananza da casa durante la terapia sono un peso troppo gravoso che spesso induce a interrompere il trattamento. Ma che importa questo al cittadino di Bruxelles o di Boston? La Banca Mondiale e un esercito di economisti sarebbero pronti a confidarvi che certi programmi favoriscono ben poco la crescita economica. Che cosa offre un malato di Aids o Tbc al prodotto interno lordo e all’inesorabile avanzata della globalizzazione? Poco o niente, e forse questo spiega la mancanza di fondi: questa gente non rappresenta un buon investimento.

Ma stavolta la nostra indifferenza davanti al fondamentale diritto al cibo potrebbe ritorcersi contro di noi. Si pensa alla tubercolosi come a una malattia dell’800 che seminava morte nei quartieri popolari di Londra, Berlino, Parigi. In realtà la malattia è ancora tra di noi e miete oltre 1,5 milioni di vittime l’anno. Più alto è il numero di pazienti che interrompono il ciclo di cure, maggiori sono le probabilità che si diffondano ceppi aggressivi e resistenti ai farmaci. Non solo in Cambogia e nel Sud-Est asiatico, ma in tutta Europa. Focolai di tubercolosi farmacoresistente sono stati registrati nelle carceri statunitensi, nella Federazione Russa, in Sud Africa. Durante la breve pandemia della tubercolosi nota come XDR in Sud Africa sono morti 52 pazienti su 53. Nell’ipotesi che i malati abbiano accesso alle cure più avanzate, il costo di una terapia supererebbe i 50 mila dollari a paziente. Ai poveri non resta che morire. Perché lasciamo che tutto questo accada? Gli esperti puntano il dito contro i media che, ossessionati dall’influenza aviaria tra i tacchini della Gran Bretagna, ignorano la minaccia globale della tubercolosi XDR.

Una persona su tre al mondo ha contratto il suo microbatterio e rischia di sviluppare la malattia, specie se individui denutriti. Allo stato attuale, la tubercolosi è la principale malattia curabile a mietere vittime tra la popolazione giovane e adulta. E lasciamo che i malati soffrano la fame. Quello che noi europei cerchiamo in Cambogia - una sciarpa di seta, un giro in elefante, un’istantanea dei templi al crepuscolo - resterà nostro anche se chiuderemo ancora una volta gli occhi davanti alle sofferenze di questo popolo, lasciando che i malati di AIDS e TBC muoiano discretamente di fame. Continuiamo pure a immergerci nei piaceri offerti da Paesi come la Cambogia e i suoi impoveriti omologhi africani, ma forse tra non molto sarà meglio evitare di respirare a fondo.

* Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione


ALLARME TBC SUI VOLI, MINISTERO SANITA’: IN ITALIA RISCHI RIDOTTI *

WASHINGTON - Un allarme Tbc è stato lanciato dalle autorità sanitarie di Stati Uniti e Canada, che hanno invitato i passeggeri di un volo dell’Air France Atlanta-Parigi e di uno della Czech Airlines Praga-Montreal a farsi visitare per accertare di non essere stati infettati da un passeggero affetto da una forma di tubercolosi resistente alle cure. Nei giorni scorsi l’allarme e’ scattato anche a Roma, dove l’americano stava trascorrendo la luna di miele. Le autorità Usa, ha detto la Gerberding alla Cnn, sono entrate in contatto con l’uomo mentre era in Italia nei giorni scorsi, ma per una serie di circostanze non sono riuscite a metterlo sotto sorveglianza medica fino a quando non è rientrato negli Usa su un volo di linea. L’ambasciata degli Usa in Italia, secondo la Gerberding, ha seguito la vicenda. Il Cdc ha reso noto di star lavorando per verificare provvedimenti da prendere per l’equipaggio e i passeggeri dei voli transatlantici su cui ha viaggiato l’uomo. Il malato, che da Montreal ad Atlanta ha viaggiato via terra, si trova ora in quarantena e ricoverato nella città della Georgia, ha spiegato in una conferenza stampa a Washington la direttrice dei Centri federali per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), Julie Gerberding. "Per la grande maggioranza delle persone che si trovavano a bordo di quegli aerei non ci sono seri rischi di restare infettati", ha detto la Gerberding, aggiungendo però che "questo rischio non è nullo". E’ la prima volta che il Cdc impone un controllo e una quarantena di questo tipo dal 1963, ha spiegato poi un portavoce dei Cdc. Sollecitazione simile ai passeggeri perché si facciano visitare è stata fatta a Ottawa dal portavoce dell’autorità sanitaria canadese, Jean Riverin, il quale ha precisato anch’ egli che comunque il rischio di contagio è "molto basso". Il passeggero in questione sapeva di aver contratto la tubercolosi prima di imbarcarsi sui voli Air France Af385 e Czech 0104, ma non poteva sapere che si trattava di una forma ultra-resistente a diversi antibiotici.

AMERICANO SFUGGITO AD AUTORITA’ ITALIANE L’americano affetto da una rara forma di tubercolosi che ha messo in allerta vari paesi, è sfuggito giorni fa alle autorità italiane, alle quali gli era stato ordinato dagli Usa di consegnarsi. Lo ha raccontato lui stesso, in un’intervista concessa in forma anonima al quotidiano Atlanta Journal-Constitution. L’uomo è rimasto tre-quattro giorni a Roma, intorno al 21 maggio, prima di fuggire con la neo-moglie verso la Repubblica Ceca, da dove il 24 maggio si è imbarcato su un aereo per il Canada. Da qui, in auto, ha raggiunto Atlanta, dove è stato chiuso in un ospedale, isolato e protetto da guardie armate. Il paziente ha raccontato di aver avuto paura che in Italia non sarebbe stato curato in modo adeguato e di aver quindi fatto di tutto per rientrare negli Usa. Il CDC di Atlanta, l’agenzia federale che si occupa di epidemie, lo ha contattato a Roma il 21 maggio, dopo che sono arrivati i risultati di alcuni test che segnalavano la gravità della sua situazione. L’uomo ha detto che gli è stato chiesto di cancellare i programmi di viaggio e rientrare negli Usa. La coppia ha così annullato la partenza da Roma il giorno dopo per Firenze ed è rimasta in attesa in un albergo romano. Il giorno successivo, però, secondo il racconto, dagli Usa é stato ordinato all’uomo di consegnarsi immediatamente alle autorità italiane, per essere ricoverato in isolamento. "Ho pensato: ’Questi sono pazzi, non lo faro’ maì", ha raccontato. La fuga è stata decisa da lui e la moglie, ha detto, mentre attendevano che arrivasse qualcuno a prelevarli. "Eravamo seduti in una stanza d’albergo in Italia - ha raccontato - e ci siamo guardati negli occhi: eravamo in viaggio di nozze e le autorità sarebbero venute a prenderci". Entrambi hanno deciso di non aspettare e sono scappati.

MINISTERO, AVVIATI CONTROLLI MA RISCHIO RIDOTTO Sono state avviate le iniziative di vigilanza e segnalazione in merito al caso del del cittadino americano affetto da Tbc e in transito a Roma, ma "non esistono rischi di contagio per contatti occasionali". Lo afferma il ministero della salute in una nota, precisando che la ricerca degli eventuali ’contatti’ avuti durante il viaggio aereo è necessaria solo per i voli superiori alle 8 ore. Il Centro di Controllo delle Malattie di Atlanta (CDC), si legge nella nota, "ha informato il Ministero della Salute italiano su un caso di tubercolosi multifarmacoresistente occorso in un cittadino americano di 32 anni che ha soggiornato a Roma per due giorni e che ha lasciato l’Italia con un volo diretto a Praga nei giorni scorsi. Le Autorità sanitarie italiane sono in continuo contatto con le Autorità sanitarie americane e degli Stati Membri per coordinare le misure di controllo, che si applicano normalmente in questi casi". Secondo le indicazioni delle Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), precisa il ministero, "la rete di sorveglianza italiana è stata attivata, in via precauzionale, e si sta procedendo all’identificazione e contatto dei passeggeri che occupavano i posti delle due file anteriori e posteriori rispetto a quello occupato dal passeggero americano. In proposito è bene sottolineare che le linee guida dell’Oms - aggiunge il ministero della salute - prevedono che la ricerca dei contatti sia necessaria solo per i voli di durata superiore alle 8 ore, e non è questo il caso del volo Roma-Praga, e ciò perché in caso di voli di minore durata i rischi di contagio sono pressoché nulli". Il Ministero della Salute ha inoltre previsto l’avvio dell’identificazione di eventuali ulteriori contatti relativi al soggiorno del cittadino americano nella città di Roma.Il cittadino americano era, ed è tuttora, asintomatico e al momento, conclude il ministero, "non si è verificata alcuna infezione tra le persone a suo contatto stretto (familiari e conoscenti). Eventuali contatti occasionali avuti in Italia non rappresentano fonte di rischio".

* ANSA» 2007-05-30 16:10


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