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Italia: ri-pensare ciò che è comune!!!

TRAPANI. MAFIA. Bartolo Pellegrino, leader del movimento "Nuova Sicilia", ex vicepresidente della Regione, agli arresti per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione - a cura di pfls

mercoledì 4 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il quadro che ne deriva è quello di un sistematico appoggio di Pellegrino, già assessore regionale al Territorio e Ambiente nell’amministrazione Cuffaro fra il 2001 e il 2003, alle attività ed agli interessi della mafia nel settore edilizio. L’ex vicepresidente della Regione, come sottolineano gli inquirenti, avrebbe fatto "mercimonio delle proprie funzioni di assessore", per avvantaggiare gli interessi dei mafiosi [...]
Bartolo Pellegrino, leader di "Nuova Sicilia" già assessore (...)

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> TRAPANI. MAFIA. ----L’accusa per Francesca Adamo... I rapporti tra l’avvocatessa ed i boss vengono definiti dal pm, Paolo Guido, "inquietanti". Coinvolto anche il padre dell’attuale presidenre della Provincia.

lunedì 27 ottobre 2008


-  L’accusa per Francesca Adamo: faceva favori ai boss Coinvolto anche il padre dell’attuale presidenre della Provincia

Trapani, in manette anche i politici con l’avvocato a servizio dei mafiosi

di FRANCESCO VIVIANO e ALESSANDRA ZINITI *

Parlava con in boss latitanti, procurava "teste di paglia" ai mafiosi e conosceva anche uno dei nascondigli del capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano. E’ quanto emerge dall’inchiesta di carabinieri e polizia di Trapani che hanno arrestato politici locali, mafiosi e l’avvocatessa Francesca Adamo, finita in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Era proprio lei, intercettata dalle microspie mentre parlava con i boss di Trapani, a rivelare di essersi incontrata più volte con il latitante, Cosimo Raccuglia, il numero di Cosa Nostra dopo Matteo Messina Denaro. E di questi rapporti l’avvocatessa se ne vantava pure dicendo di essere in grado anche di procurare "manovalanza" da mettere al servizio dei boss trapanesi.

Undici i provvedimenti cautelari di vario tipo emessi dal gip presso il Tribunale di Palermo. Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari il reggente della famiglia mafiosa di Alcamo, Ignazio Melodia, detto "u rizzu", finiti agli arresti, e il consigliere provinciale dell’Udc, Pietro Pellerito, sottoposto all’obbligo di firma. Altri dieci indagati sono stati interessati da perquisizioni e contestuale notifica di informazioni di garanzia. Tra i delitti commessi, tutti aggravati per essere stati commessi con il "metodo mafioso", figurano, oltre alle numerose estorsioni, anche l’interposizione fittizia di alcune società, reati di falso, danneggiamenti, attentati incendiari, simulazione di reato ed altro. Tra gli indagati Vito Turano, padre dell’attuale presidente della Provincia di Trapani Mimmo Turano dell’Udc, e per anni sindaco democristiano di Alcamo: è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo le intercettazioni l’avvocato, parlando con alcuni indagati, avrebbe detto che incontrava ad Altofonte (Palermo), il latitante Domenico Raccuglia. Avrebbe parlato anche di Matteo Messina Denaro e di Bernardo Provenzano come se avesse già avuto contatti con loro. Nell’ambito dell’operazione antimafia nel trapanese che ha fatto luce sulle estorsioni e sui rapporti tra Cosa nostra e politica, il gip di Palermo ha disposto il sequestro della "Medi Cementi" di Alcamo, riconducibile al boss Diego Melodia, arrestato in nottata insieme al nipote Ignazio Melodia.

In base alle indagini la famiglia mafiosa era riuscita ad ottenere il sostanziale monopolio per la fornitura del calcestruzzo per tutti gli appalti pubblici e privati sul territorio di Alcamo. Dopo aver eliminato tutte le altre ditte concorrenti, gli arrestati, attraverso una serie di attentati e danneggiamenti, avevano imposto a tutte le imprese operanti nel settore di approvvigionarsi unicamente presso lo stabilimento sequestrato.

I rapporti tra l’avvocatessa ed i boss vengono definiti dal pm, Paolo Guido, "inquietanti". "Appare quindi evidente, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il ruolo rivestito dall’avvocato Francesca Adamo, non è certo quello proprio di un avvocato, ma bensì quello di un consigliere fidato, a conoscenza di ogni aspetto delle dinamiche criminali che interessano le famiglie "d’onore" del territorio alcamese, la quale ragiona e suggerisce la adozione di misure dalla tipica connotazione mafiosa, laddove induce Liborio Pirrone a coinvolgere nella propria società dei personaggi palermitani di sicuro peso criminale al fine di coartare la volontà della famiglia Melodia, secondo un tipico modo di agire della criminalità organizzata locale".

* la Repubblica, 27 ottobre 2008.


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