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TRAPANI. MAFIA. Bartolo Pellegrino, leader del movimento "Nuova Sicilia", ex vicepresidente della Regione, agli arresti per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione - a cura di pfls

mercoledì 4 aprile 2007.
 
[...] Il quadro che ne deriva è quello di un sistematico appoggio di Pellegrino, già assessore regionale al Territorio e Ambiente nell’amministrazione Cuffaro fra il 2001 e il 2003, alle attività ed agli interessi della mafia nel settore edilizio. L’ex vicepresidente della Regione, come sottolineano gli inquirenti, avrebbe fatto "mercimonio delle proprie funzioni di assessore", per avvantaggiare gli interessi dei mafiosi [...]


-  Bartolo Pellegrino, leader di "Nuova Sicilia" già assessore regionale al Territorio e Ambiente
-  Sarebbe stato "a disposizione" delle cosche del trapanese interessate agli appalti

-  Trapani, arrestato per mafia
-  l’ex vicepresidente della Regione

-  Sequestrati beni per dieci miioni di euro ad un imprenditore edile siciliano.
-  Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa anche l’ex direttore del Demanio di Trapani

TRAPANI - Manette a Trapani per l’ex vicepresidente della Regione siciliana Bartolo Pellegrino, 73 anni, leader del movimento politico "Nuova Sicilia". Il politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Gli inquirenti ritengono fosse la cerniera fra i clan mafiosi e la politica. Coinvolti nell’indagine anche tre imprenditori edili e l’ex direttore tributario dell’Agenzia del Demanio di Trapani.

Accordi boss-politici. Le intercettazioni ambientali hanno permesso alla polizia di evidenziare rapporti fra il politico con esponenti di Cosa nostra trapanese, tra cui Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando, quest’ultimo già segretario particolare del politico. Per l’accusa i continui rapporti di Pellegrino con le cosche, avrebbero "permesso alla mafia di assicurarsi il controllo di rilevanti attività imprenditoriali nel settore edilizio ed urbanistico, programmando la realizzazione di speculazione mediante il mutamento della destinazione d’uso da verde agricolo a zona edificabile di ampie aree nel quartiere Villa Rosina di Trapani, modificandone gli indici di edificabilità nel contesto del piano regolatore di Trapani".

"Pagato dalla mafia". Il quadro che ne deriva è quello di un sistematico appoggio di Pellegrino, già assessore regionale al Territorio e Ambiente nell’amministrazione Cuffaro fra il 2001 e il 2003, alle attività ed agli interessi della mafia nel settore edilizio. L’ex vicepresidente della Regione, come sottolineano gli inquirenti, avrebbe fatto "mercimonio delle proprie funzioni di assessore", per avvantaggiare gli interessi dei mafiosi.

Un giro di migliaia di euro. L’ex deputato regionale avrebbe accettato, come si legge ancora nel provvedimento cautelare, una somma di denaro da parte di Francesco Pace (al quale stamani è stato notificato in carcere il provvedimento cautelare), Antonino Birrittella (l’imprenditore arrestato per mafia due anni fa e adesso pentito) e dall’imprenditore Vito Agugliaro, la promessa di 500 euro per ciascuno degli appartamenti progettati dalla società Mediterranea Costruzioni (cui Augugliaro era interessato). L’affare riguardava un ampio programma edilizio che si doveva realizzare nel quartiere Villa Rosina a Trapani e che prevedeva la costruzione di 600 appartamenti di edilizia residenziale.

"Sbirro è una definizione positiva". Il nome di Pellegrino è stato tirato in ballo cinque anni fa, a causa di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Palermo sulla cosca mafiosa di Monreale. In una conversazione intercettata, l’esponente politico avrebbe pronunciato le parole "sbirro" e "infame", rivolgendosi a carabinieri e pentiti. Ascoltato dai magistrati come ’persona informata sui fatti’, Pellegrino sostenne che "la definizione ’sbirro’ ha un significato positivo" e negò di avere utilizzato il termine "infame".

Concessi gli arresti domiciliari. Dopo avere mancato per una manciata di voti l’elezione al Senato alle ultime Politiche, il leader di "Nuova Sicilia" proprio nei giorni scorsi aveva ufficializzato un accordo elettorale con la nuova Dc e il sostegno al candidato sindaco di Trapani per la Cdl Mimmo Fazio nelle prossime amministrative. Il gip Antonella Consiglio gli ha concesso gli arresti domiciliari per via dell’età avanzata. L’indagine della squadra mobile trapanese, denominata "Progetto mafia e appalti Trapani" costituisce uno sviluppo di attività investigative che il 24 novembre del 2005 avevano già portato all’arresto di Francesco Pace, 65 anni, "reggente" di Cosa nostra a Trapani, e di altre 11 persone. A Pace oggi è stato notificato in carcere un nuovo ordine di custodia.

Conivolti tre imprenditori. L’inchiesta ha coinvolto anche l’ex direttore tributario dell’Agenzia del demanio Francesco Nasca, 61 anni, e gli imprenditori Vincenzo Mannina 46 anni, a cui sono stati sequestrate quote sociali, impianti industriali di calcestruzzo e beni aziendali per un valore di dieci milioni di euro; Michele Martines, 37 anni, e Mario Sucamele, 52 anni, quest’ultimo in passato già indagato per mafia.

Arrestato l’ex direttore del Demanio a Trapani. Francesco Nasca, 61 anni, direttore tributario dell’Agenzia del Demanio di Trapani fino al giugno scorso ed ex responsabile del servizio preposto alla gestione ed alla destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose, è stato arresato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La polizia ha accertato che Francesco Nasca avrebbe rallentato le procedure amministrative previste dalla legge nel settore della gestione e della destinazione dei beni confiscati alle organizzazione mafiose affinchè i beni ritornassero nella disponibilità dei boss.

* la Repubblica, 4 aprile 2007


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