[...] Per gli studenti universitari, il disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini, già approvato dal Consiglio dei ministri e ora all’esame delle commissioni parlamentari, punterebbe ad obbligare gli atenei a consegnarsi nelle mani di privati: "E’ un disegno compiuto e ragionato ad arte - dice Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari - perché anche i nuclei di valutazione, che dovrebbero fare verifiche qualitative, verranno affidati a mani esterne, togliendo qualsiasi freno ad una dequalificazione della didattica. L’obiettivo è sollevare l’istruzione e la ricerca universitaria dalla spesa pubblica per consegnarla in mani private" [...]
Diritto allo studio, studenti in piazza
Cortei e sit-in in tutte le città italiane
Le associazioni annunciano: "Pronti a ricomporre l’Onda e a occupare gli istituti"
Occupato il rettorato dell’università di Bari: "Stop alla riforma Gelmini" *
ROMA - Lo slogan è "Education is not for sale". L’obiettivo: difendere il diritto allo studio dalla minaccia delle privatizzazioni. Gli studenti di tutto il mondo fanno lega per dire no alle riforme che consegnano ai privati le chiavi dell’istruzione dei cittadini. L’occasione è la giornata internazionale di mobilitazione di scuola e università. In Italia saranno almeno 50 i cortei, i presìdi e le occupazioni simboliche previsti domani. Già occupato il rettorato dell’università di Bari.
I cortei in Europa e in Italia. Un’assemblea internazionale, cui parteciperà anche una delegazione di nostri studenti, si svolgerà a Bruxelles. In Italia la mobilitazione - cui hanno aderito l’Unione degli universitari, il coordinamento degli studenti universitari "Link", l’Unione degli studenti e la Rete degli studenti - coinvolgerà soprattutto gli atenei italiani, ma anche il mondo della scuola. Oltre che nelle città principali - Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli, Bari e Palermo - manifestazioni e cortei si svolgeranno ad Ancona, Padova, Forlì, Parma, Ferrara, Catania, Perugia, Lecce, Cagliari e Pavia. E in molte altre città.
L’Udu: "Riforma Gelmini è dequalificante". Per gli studenti universitari, il disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini, già approvato dal Consiglio dei ministri e ora all’esame delle commissioni parlamentari, punterebbe ad obbligare gli atenei a consegnarsi nelle mani di privati: "E’ un disegno compiuto e ragionato ad arte - dice Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari - perché anche i nuclei di valutazione, che dovrebbero fare verifiche qualitative, verranno affidati a mani esterne, togliendo qualsiasi freno ad una dequalificazione della didattica. L’obiettivo è sollevare l’istruzione e la ricerca universitaria dalla spesa pubblica per consegnarla in mani private".
Gli studenti: "Ricomponiamo l’Onda". Per gli studenti la mobilitazione di domani rappresenta un crocevia importante. Se l’adesione sarà numerosa, l’intenzione delle associazioni è tornare a costituire un massiccio fenomeno di protesta simile all’onda dello scorso anno. Secondo Stefano Vitale, del coordinamento nazionale dell’Unione degli studenti, quello di domani rappresenta "un momento importante per riaffermare un movimento studentesco che in più occasioni è stato capace di far tremare i palazzi dei governi: sarà una giornata in difesa del valore pubblico della formazione e del libero accesso ai saperi. In tutta Europa gli studenti faranno sentire la propria voce, e la mobilitazione avrà un respiro internazionale".
I rappresentanti delle associazioni studentesche annunciano che presto la protesta potrebbe esternarsi attravereo le occupazioni degli istituti: "Rispondendo all’appello degli alunni del liceo Tasso che hanno già occupato l’istituto - spiega il portavoce della Rete degli studenti, Luca de Zolt - crediamo sia necessario un impegno di mobilitazione straordinario in tutte le scuole in difesa del diritto allo studio".
Occupato il rettorato a Bari. Intanto oggi alcuni studenti universitari hanno manifestato occupando l’ingresso del rettorato dell’università di Bari, dopo una assemblea del polo umanistico dell’ateneo. Chiedono l’immediato ritiro del ddl Gelmini sull’università. "Si tratta di una riforma - sostengono gli studenti aderenti al coordinamento "Link" e al collettivo di Lettere e Filosofia - che tra tasse alte e privati negli organi di governo porterebbe le nostre università a diventare sostanzialmente private".
Assemblea dei ricercatori precari a Roma. Per gli universitari l’appuntamento di domani rappresenta anche una tappa di avvicinamento all’assemblea indetta alla Sapienza di Roma dai ricercatori precari a cui parteciperanno anche gli studenti.
Studenti stranieri in piazza nella capitale. Nel corteo che si svolgerà lungo le strade di Roma sfileranno anche numerosi studenti stranieri, tra cui una delegazione iraniana. Il corteo si muoverà tra le 9,30 e le 14 da via Conte Verde. Nel pomeriggio è previsto un sit-in sotto il rettorato della Sapienza.
* la Repubblica, 16 novembre 2009
Sul tema, appunti nel sito:
L’ITALIA E LA RINASCITA DEL LATINO: UNA VERSIONE NEL LICEO ’V. VECCHI’ DI TRANI.
Venerdì tutta l’Onda alla Sapienza *
Venerdì 20 Novembre ci sarà un’assemblea nazionale alla Sapienza dei precari alle ore 10. Per l’occasione è stato redatto un appello «per rilanciare il movimento».
«Il disegno di legge per la riforma dell’Università, da poco approvato in Consiglio dei ministri, ci impone di riprendere la parola - si legge nel testo- È passato un anno, infatti, da quel movimento straordinario che ha congelato ogni ipotesi di riforma organica dell’università, invadendo le piazze di tutta Italia. Un movimento, quello dell’Onda, che ha saputo reinventare il conflitto in un Paese trafitto dalle destre e privo di opposizione. Un movimento che, partito nelle università, è dilagato nelle scuole e ha coinvolto anche noi, precari della ricerca, già protagonisti delle lotte contro il Ddl Moratti nell’autunno del 2005. La forza dell’Onda ha in buona parte fermato l’iniziativa governativa (ricordiamo che al seguito dell’approvazione del Dl 137 sulla scuola - 29 ottobre del 2008, la Gelmini aveva promesso un decreto legge anche per l’università), ma non è riuscita ad ottenere l’annullamento dei tagli finanziari alla formazione».
«Il Ddl colpisce a morte l’università pubblica - prosegue il documento- riorganizzandola a partire dall’insistenza dei tagli. Viene abolita la terza fascia di docenza, quella dei ricercatori a tempo indeterminato. Solo contratti a termine per chi fa ricerca. È chiaro dunque che se questo ddL venisse approvato dalle Camere si definirebbe un punto di non ritorno».
* l’Unità, 17 novembre 2009
Gli studenti scendono in piazza per la "Giornata di mobilitazione internazionale
per il diritto allo studio". A Roma protesta contro "La Repubblica delle banane"
Scuola-università, cortei in 50 città
Tensione a Milano e a Torino *
ROMA - Proteste del mondo della scuola e dell’università in tutta Italia, per la ’’Giornata di mobilitazione internazionale per il diritto allo studio’’. In oltre 50 città si sono svolte manifestazioni: momenti di tensione a Milano, mentre a Torino c’è stato un lancio di uova contro la sede regionale del Miur e l’occupazione del Rettorato.
Milano. Toni e atmosfera accesi nel capoluogo lombardo, dove gli studenti protestano, oltre che per le scelte del ministro Mariastella Gelmini, anche contro lo sgombero del liceo civico Gandhi, avvenuto sabato scorso. Il corteo, formato da alcune centinaia di ragazzi, è partito da largo Cairoli e poi si è diretto a largo Treves, dove si trova una sede degli uffici comunali. In piazza Mercanti hanno trovato gli agenti della polizia e i carabinieri in assetto antisommossa: ci sono stati momenti di tensione.
Roma. Contro la "Repubblica delle banane": questo uno degli slogan della manifestazione della capitale. E infatti i partecipanti hanno sfilato con banane vere nelle mani. E ancora: "Il futuro è nostro riprendiamocelo sciopero generale studentesco". Il corteo va da piazza Vittorio all’università La Sapienza, con assemblea pubblica finale.
Torino. Un applauso per Vito Scafidi, lo studente morto un anno fa nel crollo del liceo Darwin di Rivoli: si è aperta così la manifestazione. Alcune migliaia di studenti delle scuole superiori, ai quali si sono uniti anche gli universitari, hanno sfilato per le vie del centro. C’è stato un lancio di uova e carta igienica contro la sede regionale del Miur e una finta rapina in banca inscenata da due manifestanti con in spalla dei caschi neri, pieni di banconote finte raffiguranti il ministro Gelmini. Parte degli studenti ha occupato il Rettorato: alcuni hanno realizzato un finto preservativo, fatto con un grosso sacchetto di nylon pieno di palloncini, con sopra la scritta "Preserviamo l’Università pubblica".
Palermo. Corteo con lo slogan "Riprendiamoci il futuro". I manifestanti si sono radunati in piazza Politeama, e da qui hanno sfilato per le vie del centro fino a piazza Indipendenza, dove ha sede la presidenza della Regione. Il traffico ha subito pensanti conseguenze. Un corteo studentesco si è svolto anche a Catania, con partenza da piazza Roma.
Napoli. Lanci di palloncini carichi d’acqua contro il portone d’ingresso chiuso della sede della Provincia, in piazza Matteotti. "Siamo circa 5.000" hanno detto i manifestanti, ex Onda, riuniti nel movimento denominato Fuck, Future under construction kollettive. Sempre in piazza Matteotti gli studenti hanno esposto anche uno striscione con la scritta: "Questo palazzo fa acqua da tutte le parti"
* la Repubblica, 17 novembre 2009
L’Onda ritorna. Oggi studenti in piazza
di Laura Matteucci *
Da Roma a Napoli, da Milano a Bari a Torino a Genova, sarà gran parte dei maggiori atenei italiani a scendere in piazza. La mobilitazione degli studenti medi si annuncia anche più capillare, con oltre 50 cortei in giro per l’Italia. Studenti di scuola e università lanciano il primo sciopero generale studentesco, organizzato per oggi in occasione della giornata internazionale per i diritti degli studenti, l’International students day.
È «Riprendiamoci il futuro» lo slogan lanciato dall’Unione degli studenti e da Link-Coordinamento universitario, sottotitolo «Hanno rapito il nostro futuro, e noi blocchiamo le città». Migliaia di studenti in tutto il mondo si mobiliteranno perché sia garantito a tutti il diritto all’istruzione, perché resti un bene pubblico e non venga privatizzato come sta avvenendo nei paesi in via di sviluppo. A Bruxelles si svolgerà un’assemblea internazionale a cui parteciperà anche una delegazione italiana.
In Italia la mobilitazione vedrà il blocco di scuole, università, e centri di ricerca in molte città, per protestare contro la riforma Gelmini e la situazione del settore. Per la prima volta anche gli studenti dell’accademia nazionale di Danza insieme alle accademie di Belle arti e ai Conservatori scenderanno in piazza. E venerdì 20 si terrà l’assemblea nazionale per rilanciare il movimento.
La Flc-Cgil, intanto, lancia lo sciopero nazionale di tutto il comparto della conoscenza - scuola, università, conservatori, accademie ed enti di ricerca - per l’11 dicembre. Non è escluso che incrocino le braccia anche i dipendenti del pubblico impiego. Motivo della protesta, innanzitutto contratti e assunzioni. Per la scuola le richieste riguardano il rientro dei tagli di organico previsti dalla legge 133, il rinvio della riforma del secondo ciclo e la soluzione definitiva del problema del precariato con un piano organico di assunzioni. Altre richieste riguardano tutto il pubblico impiego: stanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti e ritiro delle norme del cosiddetto «decreto Brunetta» che mettono in discussione l’attuale modello contrattuale.
Anche il Coordinamento dei precari della scuola ha intenzione di indire una mobilitazione del settore per lo stesso giorno, con sciopero e manifestazione a Roma. «Chiediamo - dicono - che in Finanziaria sia previsto il ritiro dei tagli alla scuola introdotti con la legge 133 e rivendichiamo la difesa di un sistema di istruzione pubblico, aperto a tutti e di qualità».
* l’Unità, 16 novembre 2009