Antimafia

Ndrangheta, a Crotone 24 fermi anche per Europaradiso. Pronti bazooka e armi da fuoco per uccidere il pm Bruni

mercoledì 26 novembre 2008.
 

CROTONE - Una vasta operazione della polizia a Crotone e altre città calabresi ha portato a 24 fermi di presunti affiliati alla ’ndrangheta e a una serie di perquisizioni nei confronti di esponenti politici, imprenditori e funzionari pubblici. Questi ultimi sono indagati per presunte infiltrazioni dei clan nell’attività politica degli enti locali in riferimento al progetto relativo alla costruzione di un centro turistico.

L’inchiesta che ha portato al fermo di affiliati appartenenti alle cosche della frazione Papanice, contrapposte da tempo in una faida, ha disarticolato anche il potente cartello criminale dei papaniciari, che si apprestava a divenire egemone nella città di Crotone. Inoltre, da alcune intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso che le cosche avevano avviato una colletta per assoldare un killer che avrebbe dovuto uccidere il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Nel provvedimento di fermo, secondo quanto si è appreso, si fa riferimento a un bazooka e a un fucile di precisione che dovevano essere utilizzati per uccidere il magistrato. Le conversazioni tra esponenti delle cosche crotonesi sono state successivamente confermate da un collaboratore di giustizia.

L’accusa nei confronti dei fermati è di associazione per delinquere di tipo mafioso, detenzione illegale di arsenali di armi da fuoco, estorsioni e danneggiamenti contro imprenditori locali e traffico di stupefacenti. L’operazione ha permesso anche di rinvenire sei arsenali di armi e munizioni, anche da guerra, oltre a un’intera piantagione di marijuana del valore di un milione e 200 mila euro.

Nell’ambito delle indagini sono affiorate pesanti interferenze delle cosche nella vita politica e amministrativa della città di Crotone che hanno portato alle perquisizioni nei confronti di esponenti politici, imprenditori e funzionari pubblici. Interferenze peraltro già denunciate dall’ex parlamentare dei Ds Maria Emilia Intrieri, configurate in forma di rapporti privilegiati della cosca con amministratori locali eletti con il comprovato sostegno dei sodalizi mafiosi inquisiti, nonché di tentativi di infiltrazione mafiosa nel progetto turistico Europaradiso, al momento accantonato.

Gli agenti hanno perquisito le abitazioni dell’ex direttore generale del Comune di Crotone, Francesco Antonio Sulla, all’epoca in quota Udc; del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Giuseppe Mercurio; dell’architetto del comune, Gaetano Stabile; dell’agente immobiliare, Romano Rocco Enrizo; dell’ex vice sindaco, Armando Riganello (An); del presidente della Camera di commercio, Fortunato Roberto Salerno; del capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente, Emilio Brogi; del direttore generale del ministero dell’Ambiente, Aldo Cosentino e di un funzionario dell’Unione Europea, Riccardo Menghi. Nel maggio scorso a Francesco Sulla era stata già notificata una informazione di garanzia e successivamente l’ex direttore generale del Comune era stato sentito dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.

Le 24 persone fermate nella notte sono presunti affiliati alle contrapposte cosche crotonesi della ’ndrangheta della famiglia Papaniciari, capeggiate rispettivamente dai boss Domenico Megna e Pantaleone Russelli. Per gli inquirenti i due clan hanno alimentato un conflitto che si innesta nel più ampio contesto di scontro tra le famiglie operanti nei territori di Cutro, Isola Capo Rizzuto e Papanice. Nel marzo 2008 i due raggruppamenti dei papaniciari si erano fronteggiati in una cruenta "guerra di ’ndrangheta" che aveva portato agli omicidi di Luca Megna, ucciso a Papanice in un agguato in cui rimase gravemente ferita la figlia di 5 anni, e di Giuseppe Cavallo, assassinato tre giorni dopo.

Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono Antonio Francesco Russelli, classe 72, fratello del più noto boss Pantaleone, detenuto e reggente della cosca, e i pluripregiudicati Ernesto Grande Aracri, classe 70 reggente dell’omonima cosca di Cutro capeggiata dal fratello detenuto Nicolino, Angelo Greco, classe 65 e capo dell’omonima famiglia di San Mauro marchesato alleata dei Grande Aracri e dei Russelli.


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