MESSAGGIO DELL’EVANGELO ("DEUS CHARITAS EST": 1 Gv. 4.8), MESSAGGIO DEL POSSESSORE DELL’"ANELLO DEL PESCATORE" ("DEUS CARITAS EST": BENEDETTO XVI, 2006), E TEOLOGIA POLITICA DELL’"UOMO SUPREMO" ("DOMINUS IESUS", 2000):
E ’Il Manifesto’ bersaglia ancora il Papa. Oggi il titolo sulla sua foto: "Il bastone tedesco"
L’Osservatore Romano contro i Pacs: "Battaglia senza senso"
Per il quotidiano vaticano l’annunciato ddl sulle unioni civili denota ancora una volta il "carattere ipocrita di queste iniziative" che mirano solo a stravolgere la famiglia*
Roma, 9 dic. - (Adnkronos/Ign) - ’’Si parla del primo mese del prossimo anno come il traguardo per una battaglia senza senso: una battaglia combattuta purtroppo anche da chi farebbe meglio a meditare, magari di fronte alla rappresentazione della Natività’’. E’ quanto scrive ’L’Osservatore Romano’ ricordando che ’’a gennaio, almeno con il buon gusto, a questo punto fortuito, di aspettare che passino serenamente le festività natalizie, si affronterà, ha detto il governo, la questione delle unioni di fatto’’.
Per il quotidiano vaticano, ’’con l’annuncio dell’impegno del governo a produrre un disegno di legge sulle unioni civili, si è ribadito nuovamente il carattere ipocrita di queste iniziative che mirano esclusivamente ad accreditare una forma alternativa di famiglia. Si continua a dire che a gennaio si parlerà di diritti individuali e che la famiglia rimarra’ una sola, quella tradizionale, che nessuno vuole mettere in pericolo’’.
Denuncia l’organo ufficiale d’informazione della Santa Sede: ’’Si tratta di menzogne. Non ha senso parlare di diritti individuali di persone alle quali è riconosciuto uno stato di coppia e ancora di più di diritti che hanno uno spiccato carattere pubblico, come quelli relativi ai temi previdenziali ed assistenziali. La constatazione è talmente immediata da far pensare che chi esprime certe giustificazioni abbia oltre ad assai poco rispetto per la famiglia, anche un certo disprezzo per l’intelligenza degli uditori’’.
Spiega ’L’Osservatore Romano’: ’’Quali che siano le norme da inserire in quel disegno di legge, è chiaro che il tutto andrà fatalmente a costituire una legislazione parallela a quella del diritto di famiglia, il quale diventerebbe, come lo stesso matrimonio, un istituto relativo. Chi difende le coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali, spesso afferma anche che riconoscere queste unioni non arreca alcun danno alla famiglia. Anche questa è una, non sappiamo quanto inconsapevole, menzogna. La famiglia eterosessuale, fondata sul matrimonio, diventa inesorabilmente un fenomeno relativo: uno dei diversi fenomeni sociali, una delle diverse forme di accoppiamento’’.
Poi la furia dell’’Osseravtore Romano’ si scatena contro i volantini di ieri del "Manifesto" con la scritta ’lasciaci in pacs’ e lanciati al passaggio dal corteo papale in via Tomacelli. ’’Neanche il buon gusto ha frenato quelli che, durante l’atto di omaggio del Santo Padre in occasione della ricorrenza dell’Immacolata Concezione, hanno voluto chiarire a tutti, con il loro spregevole volantinaggio, quale è la matrice ideologica che è dietro a certi progetti’’, scrive il quotidiano vaticano.
E dopo i volantini, ’Il Manifesto’ torna a prendere di mira Benedetto XVI. ’’Il bastone tedesco’’ è il titolo d’apertura scelto nell’edizione di oggi, su una foto del Papa con in mano il pastorale. ’’Benedetto XVI -scrive poi il quotidiano comunista- ritorna sul suo tema preferito e preme sul mondo della politica diviso sui pacs’’.
In prima pagina compare anche un fondo di Ida Dominijanni dal titolo ’’I mercanti del tempio’’, nel quale si sottolinea, tra l’altro, che nei ’’campi, freddamente detti ’eticamente sensibili’ ma che caldamente toccano la condizione umana di tanti e tante’’, quali eutanasia, coppie di fatto e procreazione assistita, ’’la sovrapposizione e la rincorsa tra il potere temporale del Vaticano e il potere politico dello Stato non fa che annodarsi in un ingorgo paralizzato e paralizzante, che erode tanto le basi della cittadinanza quanto quelle della fede’’.
In difesa del Papa intervengono i Popolari-Udeur che in una nota definiscono i volantini lanciati ieri dalla redazione del ’Manifesto’ ’’intolleranti, faziosi ma anche stupidi". L’Udeur si domanda che c’entra il Pontefice con una questione che, non da oggi, divide il mondo politico italiano? "Evidentemente, questi paladini della democrazia a senso unico vorrebbero che su di un tema così delicato la Chiesa stesse zitta e rinunciasse al suo magistero. Francamente se lo potevano evitare’’. E poi l’affondo nei confronti degli estremisti di sinistra: ’’Il fatto è che ancora una volta esponenti di una sinistra radicale e anticlericale hanno dimostrato quanto sia difficile, molto difficile, stare insieme e fare un percorso politico con chi non ha alcun rispetto per le idee altrui e, addirittura, dileggia il più alto riferimento del mondo cattolico’’.
Sulla questione si pronuncia anche Alfredo Mantovano di An. ’’Il fondamentalismo non è un modo estremo di porsi, di pensare e di operare che riguardi esclusivamente il piano religioso -afferma l’esponente di via della Scrofa-: esiste anche un fondamentalismo laicista, pericoloso per sé e per gli altri. Il volantinaggio dalla sede del ’Manifesto’ prima del passaggio del Papa ne è l’ultimo esempio in ordine di tempo: è un fondamentalismo che si infastidisce che il Pontefice attraversi Roma, come due anni fa al sindaco di Parigi dava fastidio che venisse innalzata una croce sul sagrato di Notre Dame, come a certe catene di supermarket dà fastidio esporre e vendere i pupi del presepe’’.
* ADNKRONOS, 09.12.2006
Al passaggio di Benedetto XVI diretto a Piazza di Spagna per l’Immacolata Dalle finestre del quotidiano lanciati i fogli a favore delle coppie di fatto. La prima pagina del manifesto all’epoca dell’elezione del Papa
"Pastore tedesco lasciaci in pacs" - - Volantini dal Manifesto sul Papa
Il direttore Polo si è assunto ogni responsabilità: "Sono partiti dal quinto piano ma non so da chi, non lo voglio sapere e se lo sapessi non lo direi"*
ROMA - La foto del Papa con sotto la scritta "Lasciaci in pacs". Sono i volantini lanciati al passaggio di papa Benedetto XVI per via Tomacelli da una finestra della redazione de Il Manifesto. Il pontefice era diretto a piazza di Spagna per le celebrazioni dell’Immacolata, quando sul corteo sono piovuti i fogli con stampata la prima pagina pubblicata dal quotidiano all’epoca dell’elezione di Ratzinger.
Il lancio è stato subito notato dalle forze dell’ordine che hanno individuato il piano e la finestra da dove erano stati lanciati i volantini e sono entrati nella redazione. Non riuscendo a individuare chi materialmente fosse l’autore del gesto, hanno identificato il direttore, Gabriele Polo, che si è assunto ogni responsabilità. "Sono partiti dal quinto piano ma non so da chi, non lo voglio sapere e se lo sapessi non lo direi", ha commentato Polo.
Il gesto è stato stigmatizzato dal capogruppo alla Camera dell’Udc Luca Volontè che parla "di una vergognosa vicenda tutta della politica italiana". Secondo Volontè "questo gesto lo dimostra ancora una volta che nell’Unione sta prevalendo l’ideologia comunista", il parlamentare lancia poi un appello ai centristi della maggioranza: "Almeno la Margherita sussulti, se non vuol protestare".
(la Repubblica, 8 dicembre 2006)
Volantini sul corteo papale, polizia in redazione *
Quale occasione, il «pastore tedesco» in persona sotto le finestre della redazione romana del manifesto. Non che fosse un evento a sorpresa. Accade ogni 8 dicembre, dal Vaticano a piazza di Spagna passando per via Tomacelli. E così qualcuno ha pensato bene di riesumare la celebre prima pagina del giorno seguente l’elezione di Benedetto XVI, e di aggiornarla con un semplice «Lasciaci in Pacs». I volantini, almeno un centinaio o forse di più, sono volati giù dal civico 146 e atterrati ai piedi della scorta papale, subito prima del passaggio del pontefice benedicente e acclamato dalla folla. Altri sono svolazzati tra il pubblico al di là delle transenne. Qualcuno li ha presi e osservati con curiosità, qualcun altro ha urlato «comunisti», gli agenti hanno cercato di sequestrarne il maggior numero possibile, tutti hanno guardato all’insù con qualche sorpresa, nessuno ha applaudito. Non l’hanno presa bene la Digos e la polizia, che sono saliti fin su al terzo piano e dopo qualche trattativa hanno finito per identificare il direttore Gabriele Polo. Scene già viste sei anni fa, quando vignette di Vauro raffiguranti un abete a forma di forca (erano i giorni della visita in Vaticano di Jorge Haider, preceduto dall’omaggio di un albero di natale carinziano) erano state paracadutate sulla papamobile di Giovanni Paolo II. Quattordici giorni dopo un estremista di destra legato agli ambienti dell’integralismo cattolico, Andrea Insabato, arrivava con un pacco bomba natalizio nella sede del manifesto. Sarà l’unica vittima.
* il manifesto, 09.12.2006
IL FANTASMA DELLA RELIGIONE (Il Manifesto - redazione, 10/12/2006)
Il fatto è noto, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma a parte alcune registrazioni obiettive, Corsera e Repubblica, è stata una vera ira di dio. Le accuse di «terrorismo civile» si sprecano. Udc e Udeur si lasciano andare agli attacchi più assurdi e anche contraddittori. Una nota dell’Udeur recita: «Che c’entra il Pontefice con una questione che, non da oggi, divide il mondo politico italiano?» Come dire che il Papa non c’entra niente, ma aggiungendo subito dopo «evidentemente questi paladini della democrazia a senso unico vorrebbero che su un tema così delicato la Chiesa stesse zitta e rinunciasse al suo magistero». Ma se è così il papa, in un paese come il nostro, c’entra moltissimo e dunque qualche obiezione e anche qualche manifestino lo dovrebbe sopportare con tolleranza e senza troppa fatica.
La verità è che questo lancio di volantini, dalle finestre del manifesto, ha scoperto che nella pancia di questo nostro paese ci sono tutte le pulsioni di uno scontro «religioso». E’ bastata una libera e ironica manifestazione di opinione per scatenare un putiferio, per rivelare che cosa in questi anni sia maturato in Italia, nel riaffacciarsi di un integralismo cattolico che sembrava superato.
E poi francamente questo papa un po’ esagera. Adesso ha avuto la trovata della «sana laicità». La «sana laicità» quella che vorrebbe imporre ai laici il diritto della sua Chiesa di intervenire dappertutto e senza che nessuno osi obiettare. La sana laicità comporta l’intervento della Chiesa nella vita della Repubblica senza limitazioni, che offenderebbero il papa e anche dio. Perché, a tre secoli dall’illuminismo e da Kant, il papa può criticare «la visione a-religiosa della vita», ma dovrebbe consentire che si possa anche criticare la «visione religiosa della vita» e consentire con chi vuole porre alcuni limiti all’ingerenza della religione (o meglio della gerarchia cattolica) nella vita pubblica.
A questo papa viene da chiedere perché oltre alla «sana laicità» (che dovrebbe essere affar nostro) non medita sulla «sana religiosità», che dovrebbe essere cura del suo pontificato. Sulla questione dei Pacs, per fare solo un esempio non sarebbe prova di «sana religiosità» almeno uno sforzo di comprensione delle donne e degli uomini? Insomma almeno un po’ di dolcezza, di sforzo di comprensione. O, se è incapace d’altro, della tanto richiamata carità cristiana.
Un "grazie" enorme alla coraggiosa e intelligente squadra del "MANIFESTO" che, attraverso il suo mestiere e la sua visibilità, diventa la voce di tante persone che faticano ogni giorno un po’ di più a vivere in un paese sempre più dominato dai fascisti e dai cattolici.
grazie,