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PARAGUAY. VATICANO E USA: COMANDO UNIFICATO CONTRO FERNANDO LUGO. Contro il vescovo, che ha abbandonato la vita religiosa per poter competere alle presidenziali, pronta a scatenarsi l’ira "imperiale" di Bush e di Ratzinger - a cura di pfls

giovedì 5 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Credo che la politica sia uno strumento della santità e una forma di carità, credo che ci sia bisogno di metterci mistica, contare su forza militante per realizzare il bene comune per le grandi maggioranze. Ma dobbiamo avere una proposta realizzabile, senza utopie molto lontane. Per me la politica non è niente di strano, ho avuto tre fratelli esiliati nel periodo di Stroessner, uno di loro è morto in Svezia l’anno scorso, e mio padre è stato arrestato venti volte. Anch’io sono stato (...)

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> PARAGUAY. VATICANO E USA: COMANDO UNIFICATO CONTRO FERNANDO LUGO. ---- I sondaggi danno vincente l’ex esponente della "teologia della liberazione", sospeso a divinis dal Vaticano, sugli altri candidati (di Omero Ciai).

sabato 19 aprile 2008


-  I sondaggi danno vincente l’ex esponente della "teologia della
-  liberazione", sospeso a divinis dal Vaticano, sugli altri candidati

-  Paraguay sceglie il suo presidente
-  favorito Lugo, l’ex vescovo "rosso"

-  In difficoltà il partito Colorado che ha sempre governato il paese

-  dal nostro inviato OMERO CIAI *

CARACAS (Venezuela) - Ad Asuncion più che gli avversari, nelle elezioni presidenziali di domenica in Paraguay, il candidato favorito dovrà battere la propaganda "sporca" e i possibili brogli di un partito - i Colorado - che in decenni di potere s’è da tempo confuso con lo Stato. Fernando Lugo, un vescovo di 57 anni, sospeso a divinis dal Vaticano un anno fa quando si è candidato, è da mesi in testa ai sondaggi ma nelle ultime settimane, quando la sua vittoria è divenuta una possibilità reale, è stato al centro di una campagna denigratoria nella quale viene accusato di essere un simpatizzante delle Farc, la guerriglia colombiana che tiene in ostaggio Ingrid Betancourt, e di aver ricevuto grossi finanziamenti dal presidente venezuelano Hugo Chavez.

Formatosi nell’alveo di quella che fu la "Teologia della Liberazione" di padre Leonardo Boff, Lugo è un personaggio molto popolare che - come è già accaduto in Bolivia con Morales, in Ecuador con Correa e in Venezuela con Chavez - miscelando promesse populiste e socialisteggianti ha fatto ampiamente breccia nelle fasce più povere del paese (60 percento dei 6 milioni di abitanti) strappando all’elite al potere il bacino popolare di voto di scambio.

Se riuscirà a vincere in uno dei paesi più arretrati dell’America Latina, Lugo non sarà solo il primo ex vescovo presidente, metterà anche fine a sei decenni di supremazia ininterrotta del Partito Colorado che, senza alcuna discontinuità fra dittatura (quella famigerata del generale Stroessner, 1954-1989) e democrazia, governa il paese dal 1947.

Gli altri due candidati sono Blanca Ovelar, 51 anni, una donna proposta dai Colorado nel tentativo di accompagnare l’onda femminile prevalente nella regione dopo le vittorie della Bachelet in Cile e di Cristina Kirchner in Argentina; e Lino Oviedo, un ex generale protagonista di un tentativo di golpe nel 2000, che rappresenta i grandi proprietari terrieri e le tendenze più revanchiste della borghesia locale. Il voto è ad un turno secco e si può conquistare la presidenza anche con molto meno del 40 percento dei suffragi. Gli ultimi sondaggi resi noti qualche giorno fa attribuivano a Lugo un vantaggio consistente (tra il 34 e il 35 percento dei voti), seguito dalla Ovelar (sotto il 28%) e Oviedo (25-27%).

Chi guarda con maggiore preoccupazione queste elezioni è Washington. Perché se in Paraguay vince Lugo alla Casa Bianca rimarrebbe un solo fedele alleato in tutto il sub-continente: la Colombia di Uribe. Ma anche perché si complicherebbe l’installazione di una nuova base militare nella zona della Triple frontera dove gli Stati Uniti pensano di trasferire gli Awacs e gli altri aerei-spia che, dopo la vittoria di Correa, devono lasciare la base di Manta in Ecuador.

Anche i due grandi vicini del Paraguay, Brasile e Argentina, guardano con qualche ansia la possibile vittoria dell’ex vescovo. Lugo infatti non solo promette ai contadini senza lavoro di espropriare le terre incolte e di ridistribuirle ma vuole anche rinegoziare con Brasilia e Buenos Aires il prezzo dell’energia elettrica generata dalle due grandi dighe sul fiume Paranà, la maggiore risorsa del paese. Mentre il Brasile e l’Argentina hanno un disperato bisogno di energia per sostenere la loro crescita economica, il Paraguay, paese sostanzialmente agricolo con pochissime industrie, consuma meno del 15% di quella idroelettrica che produce. Ma, secondo Lugo, oggi vende tutta l’energia che gli avanza a "prezzo di costo" invece che a "prezzo di mercato".

* la Repubblica, 19 aprile 2008


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