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Paz y Justicia: Pace e Giustizia

PARAGUAY. VATICANO E USA: COMANDO UNIFICATO CONTRO FERNANDO LUGO. Contro il vescovo, che ha abbandonato la vita religiosa per poter competere alle presidenziali, pronta a scatenarsi l’ira "imperiale" di Bush e di Ratzinger - a cura di pfls

giovedì 5 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Credo che la politica sia uno strumento della santità e una forma di carità, credo che ci sia bisogno di metterci mistica, contare su forza militante per realizzare il bene comune per le grandi maggioranze. Ma dobbiamo avere una proposta realizzabile, senza utopie molto lontane. Per me la politica non è niente di strano, ho avuto tre fratelli esiliati nel periodo di Stroessner, uno di loro è morto in Svezia l’anno scorso, e mio padre è stato arrestato venti volte. Anch’io sono stato (...)

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> PARAGUAY. --- Destituito il presidente Fernando Lugo, nominato presidente il suo ex alleato del Partito liberale, diventato suo rivale, il vicepresidente Federico Franco, di 49 anni.

lunedì 25 giugno 2012

L’ex vescovo dei poveri diventato presidente cacciato dal potere

di Marie Verdier (con AFP)

in “La Croix” del 25 giugno 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Il vicepresidente Federico Franco è stato nominato presidente del Paraguay nei minuti immediatamente successivi alla destituzione del presidente Lugo. I paesi latinoamericani hanno condannato quello che definiscono colpo di Stato istituzionale.

Sono bastate meno di 24 ore ai parlamentate paraguayani per destituire, venerdì, il presidente Fernando Lugo, in un processo politico ultraveloce, e per nominare presidente il suo ex alleato del Partito liberale, diventato suo rivale, il vicepresidente Federico Franco, di 49 anni.

L’ex vescovo dei poveri, Fernando Lugo, che aveva rinunciato alla tonaca nel 2006 per farsi eleggere primo presidente di sinistra del Paraguay nell’aprile 2008 - dopo sessantadue anni di gestione conservatrice del paese e trentacinque di dittatura - ha denunciato “un colpo parlamentare mascherato da procedura giuridica”, ma si è piegato alla decisione, rimanendo in Paraguay.

Con 39 voti contro 4, i senatori hanno giudicato il presidente Lugo colpevole di aver “svolto male le proprie funzioni”, dopo che i deputati avevano espresso lo stesso parere quasi all’unanimità, dopo gli scontri sanguinosi del 15 giugno. Vi erano morte 17 persone (sei poliziotti e undici contadini) quando le forze dell’ordine erano intervenute per allontanare dei contadini senza terra che avevano occupato una proprietà agricola a Curuguaty, nel nord-est del paese.

“Non è stato destituito Lugo, ma la democrazia”, ha affermato ieri alla televisione pubblica il presidente decaduto, invitando i suoi sostenitori a “manifestare pacificamente”, Fernando Lugo, 61 anni, curato ultimamente per un cancro al sistema linfatico, era stato eletto fino al 2013. Proveniva da una famiglia perseguitata sotto la dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989), costretto all’esilio come molti suoi fratelli, era entrato in seminario a 19 anni. Il suo lavoro di missionario in Equador presso i più poveri gli era valso il soprannome di “vescovo dei poveri”.

Aveva vinto le presidenziali del 2008 con il sostegno dei partiti di sinistra. Ma la sua reputazione era stata danneggiata dalle rivelazioni sulle sue paternità risalenti a quando era ancora un ecclesiastico (Fernando Lugo ha annunciato all’inizio di giugno che avrebbe riconosciuto un secondo figlio).

La sua popolarità era decisamente scesa a causa delle difficoltà incontrate nel realizzare le riforme promesse, in particolare la riforma agraria, in un paese dove l’80% delle terre sono nelle mani del 2% della popolazione. Infine, il presidente Lugo ha perso il sostegno parlamentare a causa di disaccordi politici, essendo il Partito liberale passato all’opposizione.

I paesi dell’America Latina si sono mobilitati, invano, per difendere il presidente Lugo e la democrazia. Hanno unanimemente condannato quello che è stato definito “colpo di Stato” da diversi presidenti e hanno rifiutato di riconoscere il suo successore. L’Argentina e il Brasile hanno richiamato il loro ambasciatore. Discuteranno questa settimana una eventuale esclusione del Paraguay dal Mercosur, il mercato comune americano.

Da questa parte dell’Atlantico, le critiche sono state più misurate. L’Unione Europea ha manifestato la sua “preoccupazione”, la Spagna ha “preso nota” della destituzione del presidente Lugo, ma concede “fiducia” al Paraguay per “far fronte a questa crisi politica”.


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