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Al di là della Trinità "edipica" - e della terra e del sangue!!!

DONNE, UOMINI, E L’ALLEANZA "PREISTORICA" DELLA MADRE ("MARIA" - ELENA) CON IL FIGLIO ("GESU" - COSTANTINO): "L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE". CANTA ANCORA LA MESSA, QUESTA IDEOLOGIA "TEBANA" DELLA GRECIA ANTICA?!! Un commento di Lea Melandri, all’apertura "femminista" del Vaticano - a cura di Federico La Sala

sabato 21 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] l’attribuzione a un "ordine naturale" del potere insidioso e salvifico delle donne, legato alla loro capacità procreativa, non è solo il pesante retaggio dei fondamentalismi religiosi, ma una convinzione radicata nel senso comune di entrambi i sessi, incorporata nelle istituzioni della vita pubblica, nei suoi saperi e nei suoi linguaggi.
E’ l’atto di nascita, sovrano e guerresco, della pòlis, che, nonostante i grandi cambiamenti della storia, ancora accompagna la politica in tutte (...)

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> DONNE, UOMINI, E L’ALLEANZA "PREISTORICA" DELLA MADRE ("MARIA") CON IL FIGLIO ("GESU"): "L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE". CANTA ANCORA LA MESSA, QUESTA IDEOLOGIA "TEBANA" DELLA GRECIA ANTICA?!! Un commento di Lea Melandri, all’apertura "femminista" del Vaticano - a cura di pfls

martedì 10 aprile 2007

Maddalena e le altre

di Lidia Ravera *

Allegre compagne , in occasione della Santa Pasqua, c’è una novità positiva, finalmente, dopo gli anni difficili dell’ingerenza Vaticana negli affari del nostro corpo, dopo le carriere bloccate, la violenza in crescita, l’immagine femminile umiliata, dopo duemila anni di esplicita o sottintesa inferiorità obbligata, ecco, alfine, un’occasione di letizia per le donne: siamo state scagionate. L’ha detto il predicatore papale, Raniero Cantalamessa (nom de plume o nomen est omen?): «Si discute animatamente su chi fu a volere la morte di Gesù, se i capi ebrei, Pilato o entrambi. Una cosa è certa: furono degli uomini, non delle donne». Capito, maschi? Non siamo state noi. E certo, fossimo state noi ad avercela con Lui, avrebbe campato altri 33 anni. Contiamo poco adesso, figuriamoci allora.

Ma non è tutto qui, nel corso della scorsa Via Crucis, venerdì, ce ne siamo accaparrati un bel po’ di omaggi.

Si è detto che Maddalena, in fondo, era una brava ragazza. Che le «pie donne» non erano massaie facili alla commozione, ma «madri coraggio», capaci di inginocchiarsi davanti a un condannato e rischiarne le conseguenze. Che si sono comportate meglio degli apostoli. Si è detto che dopo tante ere dedicate all’uomo sarebbe quasi ora di dedicarne una alla donna. Carini, no? Capace che ci fanno «sante subito» e finiamo festeggiate in un diluvio di mimose. Dopo l’homo faber, l’homo erectus e l’homo sapiens, dopo l’homo homini lupus, una prima era della «mulier pacifica», materna e armoniosa, emozionalmente matura, contemplativa, sensuale e solidale, non afflitta da eccessi di competizione, orientata alla relazione fra individui, libera tollerante e creativa, sarebbe un bell’aiutino per l’umanità.

Lo so, non siamo tutte ontologicamente così superiori, ma si tratta di mettere avanti un po’ di propaganda. Il miglioramento seguirà, in fondo, abbiamo 2000 anni di tempo. Per adesso accontentiamoci di essere state corteggiate, e proprio lì, in Vaticano, dove, ultimamente ho l’impressione che si decidano le sorti di interi Paesi, politiche, etiche, sociali. Ci accontentiamo? No? Ah, ma allora è vero che, anche le donne, non sono più come quelle d’una volta. Non si dice più «grazie, padre»? No, però , magari, è possibile avanzare qualche richiesta. Per avere addirittura un’era tutta intitolata a noi magari è presto, e poi, come i premi alla carriera, sa di onorificenza tombale, cominiciamo con una supplica modesta: ci piacerebbe che il Vaticano, nella persona di Benedetto sedicesmo e dei suoi vescovi, facendo seguito alle buone intenzioni del simpatico Cantalamessa, interrompesse le ostilità contro le donne. Ci piacerebbe che non si opponesse ad una modificazione della legge sulla procreazione assistita tale da rendere più facile e non più difficile, avere un bambino, alle donne che non possono diventare madri in modo naturale (è una questione di salute, spesso, di avversa fortuna, non di cattiva volontà).

Ci piacerebbe che Benedetto sedicesimo non minacciasse, con tutto il peso del suo potere, temporale e non, la legge che consente l’interruzione di gravidanza: mica per questioni di principio, soltanto per non tornare all’era dell’aborto clandestino, con tutto il suo corteo di infezioni e mutilazioni. È un’era anche quella, tu donna abortirai nel dolore, ma con la legge 194 si era chiusa e noi siamo contente così.

Mi piacerebbe , infine, non per me, che indosso la scomoda divisa della non-credente, o almeno della dubitante, ma per le molte donne credenti che conosco e stimo, un’apertura al sacerdozio femminile. Posso confessare la mia ottusità? Non ho mai capito perché, a fronte di tante belle parole sulla Madonna e sulla Maddalena, non sia ancora caduto il Grande Tabù che impedisce a una persona di sesso femminile di officiare il Rito, di amministrare i sacramenti. Che ne dice il caro Cantalamessa? Non potrebbe cantarla anche una signora, visto che appartiene al genere delle «innocenti del sangue di Cristo»? E, già che siamo in fase di rivalutazione, posso spendere una parola anche per le femministe? Dispiace che la povera Simone de Beauvoir - defunta da vent’anni - sia ancora crocefissa al suo best seller di 60 anni fa, Il secondo sesso («Noi non crediamo che l’eterno femminino ci salverà», ha tuonato dal pulpito il predicatore maximo). Dispiace che , ancora, ci siano «le donne» e ci siano «le streghe», le prime sono madri e mogli, le seconde sono, come ai tempi dei tribunali dell’Inquisizione, le orgogliose, quelle che esercitano il sapere, quelle che si mettono sullo stesso piano degli uomini, pur restando diverse e, della propria diversità, fanno una bandiera. Per queste, temo, anche nell’era della donna, non ci sarà spazio né redenzione nè rispetto. Non ci sarà spazio né redenzione né rispetto per le donne che non si lasciano assegnare un posto preciso e lì vanno a sedersi zitte e buone.

Possiamo soltanto auguraci che, per loro, non si rivaluti, come pratica persuasiva, qualora non abiurino, il rogo.

* l’Unità, Pubblicato il: 10.04.07, Modificato il: 10.04.07 alle ore 12.45


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