La giustizia sociale non è una chimera
di Arturo Colombo (Corriere della Sera, 10.02.2015)
Da quando Tommaso Moro pubblicò nel 1516 il suo capolavoro, «utopia» significa non-luogo, cioè qualcosa di inesistente. Adesso, però, il presidente del Centro universitario di studi utopici, il professor Arrigo Colombo, ha pubblicato un volume dal titolo La nuova utopia (Mursia, pagine 454, € 26), che dà al termine «utopia» un significato diverso, come progetto di una società che non c’è, almeno finora, ma che occorre impegnarci a rendere operante, se vogliamo farla finita con il sistema politico-sociale in cui tuttora viviamo, che si identifica in una società «stratificata, discriminata, di ricchi e poveri, di potenti e deboli, di sfruttatori e sfruttati».
Giustizia, libertà e eguaglianza costituiscono altrettanti «valori etico-politici» indispensabili per rendere possibile quello «Stato giusto», senza il quale non potremo mai rendere effettivo un ordinamento capace di fare della democrazia e del benessere una concreta realtà estesa dovunque. Certo, è un processo lungo e complicato; ma per Colombo questo è «il grande tema del nostro tempo», l’unico in grado di coinvolgere tutti per un futuro migliore.