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62° Anniversario della Liberazione: VIVA L’ ITALIA!!!

IL TUTTO E LA PARTE: FORZA ITALIA!!! BERLUSCONI A "RADIO ANCH’IO" FA QUASI AUTOCRITICA SUL CASO ENZO BIAGI E SU TELECOM DICHIARA DI ESSERE PRONTO A FARE "UN ATTO PATRIOTTICO". MA IL GESTO PIù GRANDE SAREBBE QUELLO DI TOGLIERE DAL NOME DEL PARTITO DI CUI E’ PRESIDENTE LA PAROLA (DI TUTTI E DI TUTTE) "ITALIA" E RINOMINARLO COME UN NORMALE E SEMPLICE ALTRO PARTITO DEMOCRATICO ITALIANO!!! - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Sulla cacciata del giornalista della Rai, Berlusconi ha fatto quasi autocritica. "Forse ho calcato la mano - ha ammesso - quando dissi che Biagi e gli altri facevano un uso criminoso della tv pubblica, ma resto dell’idea che il servizio pubblico non debba essere utilizzato per fare trasmissioni faziose". Il Cavaliere ha detto poi di "non aver mai detto che Biagi e gli altri non dovevano continuare a lavorare in Rai, ma non dovevano usare la tv pubblica per fare delle trasmissioni di (...)

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> IL TUTTO E LA PARTE: FORZA ITALIA!!! BERLUSCONI A "RADIO ANCH’IO" FA QUASI AUTOCRITICA SUL CASO ENZO BIAGI E SU TELECOM DICHIARA DI ESSERE PRONTO A FARE "UN ATTO PATRIOTTICO". MA IL GESTO PIù GRANDE SAREBBE QUELLO DI TOGLIERE DAL NOME DEL PARTITO DI CUI E’ PRESIDENTE LA PAROLA (DI TUTTI E DI TUTTE) "ITALIA" E RINOMINARLO COME UN NORMALE E SEMPLICE ALTRO PARTITO DEMOCRATICO ITALIANO!!! - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007


-  Via alle celebrazioni della festa della Liberazione
-  Napolitano prima all’Altare della Patria e poi a Cefalonia

25 aprile, Amato: "La Resistenza non fu fatta da una minoranza"

-  Prodi: "Il Paese è sulla strada della riconciliazione politica"
-  Fini: "Verità storica, non faziosità ideologica"
*

ROMA - L’avvio l’ha dato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ stato lui, deponendo una corona di alloro all’Altare della Patria, a far iniziare le celebrazioni del 62esimo avviversario della Liberazione. Al suo fianco ministri e rappresentanti delle istituzioni. Compreso Romano Prodi che vede un paese "sulla via della riconciliazione", che deve "rinnovare la memoria, perchè la memoria ferma viene uccisa dal tempo".

E se il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha definito l’antifascismo, "una sola grande religione civile", è stato il titolare dell’Interno, Giuliano Amato, a sottolineare il ruolo di coloro che si opposero al nazifascismo: "Non furono un’esigua minoranza coloro che parteciparono alla Resistenza". Il ministro ricorda così "gli italiani che si fecero fucilare, ma non dettero al nemico i nomi che avrebbero potuto salvar loro la vita, comunità intere che si ribellarono ai raid di occupanti e nazifascisti e cominciarono a ricostruire le fondamenta del Paese". Azioni che Amato definisce "tasselli preziosi di dignità nazionale, che furono alla base della rinascita della patria in Italia". A quei valori, prosegue Amato, "siamo chiamati a restare fedeli oggi in un tempo meno avventuroso".

E il ricordo "dei combattenti di allora" è stato il fulcro dell’intervento del ministro della Difesa Arturo Parisi: "Quando tutto sembrava perduto, le nostre tradizioni e perfino la stessa identità nazionale, proprio allora iniziò il faticoso cammino del riscatto". Due interventi che sottolineano la continuità dei valori e degli insegnamenti della lotta di Liberazione, già indicati ieri dal capo dello Stato come attuali e fondanti. Un distinguo, invece, arriva da Gianfranco Fini. Per il leader di An: "Il 25 aprile non deve essere una festa all’insegna della verità storica e non della faziosità ideologica".

E oggi il presidente Napolitano ha conferito medaglie al merito a Comuni, personalità e associazioni che durante la Liberazione e negli anni del fascismo si adoperarono a difesa degli ebrei, dei perseguitati politici e per assistere la popolazione colpita da rappresaglie e atti di guerra. Napolitano poi è partito per l’isola greca di Cefalonia, dove ricorderà i 9.600 caduti della Divisione Acqui, che rifiutando di consegnare le armi ai tedeschi, diedero vita, dopo l’8 settembre 1943, a uno dei primi atti della resistenza al nazifascismo.

* la Repubblica, 25 aprile 2007


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