Via alle celebrazioni della festa della Liberazione
Napolitano prima all’Altare della Patria e poi a Cefalonia
25 aprile, Amato: "La Resistenza non fu fatta da una minoranza"
Prodi: "Il Paese è sulla strada della riconciliazione politica"
Fini: "Verità storica, non faziosità ideologica" *
ROMA - L’avvio l’ha dato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E’ stato lui, deponendo una corona di alloro all’Altare della Patria, a far iniziare le celebrazioni del 62esimo avviversario della Liberazione. Al suo fianco ministri e rappresentanti delle istituzioni. Compreso Romano Prodi che vede un paese "sulla via della riconciliazione", che deve "rinnovare la memoria, perchè la memoria ferma viene uccisa dal tempo".
E se il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha definito l’antifascismo, "una sola grande religione civile", è stato il titolare dell’Interno, Giuliano Amato, a sottolineare il ruolo di coloro che si opposero al nazifascismo: "Non furono un’esigua minoranza coloro che parteciparono alla Resistenza". Il ministro ricorda così "gli italiani che si fecero fucilare, ma non dettero al nemico i nomi che avrebbero potuto salvar loro la vita, comunità intere che si ribellarono ai raid di occupanti e nazifascisti e cominciarono a ricostruire le fondamenta del Paese". Azioni che Amato definisce "tasselli preziosi di dignità nazionale, che furono alla base della rinascita della patria in Italia". A quei valori, prosegue Amato, "siamo chiamati a restare fedeli oggi in un tempo meno avventuroso".
E il ricordo "dei combattenti di allora" è stato il fulcro dell’intervento del ministro della Difesa Arturo Parisi: "Quando tutto sembrava perduto, le nostre tradizioni e perfino la stessa identità nazionale, proprio allora iniziò il faticoso cammino del riscatto". Due interventi che sottolineano la continuità dei valori e degli insegnamenti della lotta di Liberazione, già indicati ieri dal capo dello Stato come attuali e fondanti. Un distinguo, invece, arriva da Gianfranco Fini. Per il leader di An: "Il 25 aprile non deve essere una festa all’insegna della verità storica e non della faziosità ideologica".
E oggi il presidente Napolitano ha conferito medaglie al merito a Comuni, personalità e associazioni che durante la Liberazione e negli anni del fascismo si adoperarono a difesa degli ebrei, dei perseguitati politici e per assistere la popolazione colpita da rappresaglie e atti di guerra. Napolitano poi è partito per l’isola greca di Cefalonia, dove ricorderà i 9.600 caduti della Divisione Acqui, che rifiutando di consegnare le armi ai tedeschi, diedero vita, dopo l’8 settembre 1943, a uno dei primi atti della resistenza al nazifascismo.
* la Repubblica, 25 aprile 2007