La figura di Bentivegna secondo l’Anpi?
«Un comandante partigiano che coi Gap e poi anche col Comitato di liberazione nazionale ha combattuto a tutto tondo per la libertà e per i diritti di questo paese, con una coerenza e un impegno che non sono mai venuti meno. Dopo tante strumentalizzazioni e speculazioni sarebbe ora di ragionare in termini diversi, certi atteggiamenti non fanno onore a chi li tiene perché non è solo questione di rispetto per chi muore, ma anche per chi ha dedicato la vita alla libertà degli altri».
Ferite che dopo tanti anni non sono ancora chiuse.
«Evidentemente c’è ancora chi non accetta la resistenza, le stesse persone che come detto parlano spesso di memoria condivisa e di pacificazione. Eppure credo che in un paese civile sia necessario una specie di patto storico comune sulle vicende fondamentali come il risorgimento, la resistenza e la costituzione. Per questo un paese come l’Italia deve saper fare i conti col proprio passato e ricordare la sua storia più importante, invece si continua a sentire di negazionismi e revisionismi».
Come racconterebbe Bentivegna ad un ragazzo del Duemila?
«Un uomo che con l’Italia divisa in due per l’occupazione dei tedeschi ha scelto di combattere per il suo paese unito e per il bene di tutti, anche dei ragazzi di oggi, nel nome della libertà e della democrazia».
* Cit. da:
Intervista a Carlo Smuraglia
«Inqualificabile odio per un uomo che ha dato tutta la vita per la libertà»
Il presidente dell’Anpi sugli attacchi alla figura di Rosario Bentivegna «Grave che vengano da chi predica memoria condivisa e pacificazione»
Il giorno dopo la scomparsa di Bentivegna e gli attacchi alla sua figura, come «assassino» detto da Storace, la replica nelle parole e nel ricordo del numero uno dell’Associazione nazionale partigiani.
di Salvatore Maria Righi (l’Unità, 05.04.2012)