E’ ancora polemica dopo le parole pronunciate ieri dal palco di San Giovanni
Il quotidiano parla di "guerra strisciante, di nuova stagione della tensione"
Concertone, il Vaticano all’attacco
L’Osservatore: "E’ terrorismo"
Rivera: "Sovrano è il popolo non gli organizzatori del concerto" *
ROMA - L’Osservatore romano giudica "vili attacchi" quelli pronunciati dal palco durante il Concertone di ieri a Roma e paragona le parole di Andrea Rivera, uno dei conduttori, ad un gesto di "terrorismo". Dal palco di San Giovanni Rivera, aveva attaccato il Papa "che non crede nell’evoluzionismo". "La chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana" aveva scandito dal microfono.
E oggi, dopo le critiche al conduttore espresse dai sindacati e dal direttore di Raitre, scende in campo anche il quotidiano della Santa Sede che equipara le parole di Rivera ad un atto "terroristico": "E’ terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore. E’ vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile".
Al concerto dei sindacati, denuncia l’Osservatore, si è tenuto "un piccolo comizio, dando vita ad un confuso e approssimativo discorso sull’evoluzionismo e sui temi della vita e della morte. Tutto questo di fronte a circa 400.000 persone e ad un più numeroso pubblico televisivo". Ed anche se, "i sindacati ed altri partecipanti alla manifestazione si sono dissociati dalle parole del conduttore, resta il fatto - rileva il quotidiano vaticano - che questo personaggio da qualcuno è stato scelto. E chi l’ha scelto non ha tenuto conto del momento che stiamo vivendo".
"Sono di queste ore - ricorda il quotidiano vaticano - gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al Presidente della Cei, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, a cui è arrivata l’apprezzata solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono di queste ore anche gli slogan nei cortei inneggianti ai terroristi, i messaggi che appaiono su internet, provenienti da br in carcere, un’offensiva che cerca di trovare terreno fertile nell’odio anticlericale".
"Qualcuno vuole aprire una guerra strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi, per rivitalizzare organizzazioni che hanno perso su tutti i fronti, primo fra tutti quello della storia. Anacronismi. Come quella presenza sul palco a san Giovanni. Un residuato in mezzo a tanti giovani".
Ma Rivera non arretra di un millimetro. "Per me è sovrano il popolo e non gli autori del concerto - dice dai microfoni di ’Radio Capital’ - Voglio dare voce alla gente comune che non può mai dire in tv quel che pensa". Ipocrita è stata poi definito il riferimento ai funerali negati a Welby dalla Chiesa. "Non è forse vero che a Welby sono stati negati i funerali concessi invece a Pinochet? Chi è allora - ha concluso Rivera - l’ipocrita?".
* la Repubblica, 2 maggio 2007