I sindacati presentano l’appuntamento del Primo Maggio in piazza S. Giovanni a Roma.
Epifani: "Approvare in tempi brevi la legge sulla sicurezza varata dal Cdm"
Il Concertone dedicato alle morti bianche
"I lavoratori sono il motore della ripresa"
Sul palco, fra gli altri, Avion Travel, Carmen Consoli, Daniele Silvestri. Conducono Claudia Gerini, Paolo Rossi e Andrea Rivera, in diretta su RaiTre
di ALESSANDRA VITALI *
ROMA - Mettere insieme il rock’n’roll e i morti sul lavoro non è irrispettoso, perché se quella musica "ha preparato una nuova generazione che sarebbe stata la protagonista del ’68, ha segnato un momento di rottura e insieme di libertà e democrazia", un sistema democratico che possa dirsi tale è quello che tutela i lavoratori, sradica l’illegalità e la mancanza di sicurezza, perché il Paese "si sta riprendendo grazie al sacrificio e allo sforzo dei lavoratori stessi". Così il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, sottolinea il tema centrale del Concertone del Primo Maggio, la manifestazione promossa dai sindacati confederali. La musica è in primo piano ma lo slogan è "L’Italia riparte dal lavoro". Prima, in mattinata, manifestazione di Cgil, Cisl e Uil, quest’anno a Torino (diretta RaiTre dalle 10.45), città-simbolo di "un Paese fatto di fabbriche e lavoratori che hanno rialzato la testa e sono il motore di questo momento di ripresa".
Il lavoro, soprattutto. Il primo maggio i sindacati chiederanno un minuto di silenzio nelle piazze italiane per ricordare i morti sul lavoro, 1.300 l’anno, "una tragedia che ci inchioda alle nostre responsabilità" dice Epifani, che auspica che "la legge varata dal Consiglio dei ministri sui temi della sicurezza sul lavoro venga approvata rapidamente", che "continui l’impegno iniziato dal governo con i suggerimenti del sindacato e si allarghi il principio di legalità, di non far lavorare le persone in condizioni di assenza di dignità come nel lavoro nero". Infine, la necessità di "rivedere la normativa sugli appalti: quando si fanno gare d’asta senza limiti al ribasso, significa più ribassi e ulteriore peggioramento per la sicurezza dei lavoratori". Un grazie al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "per aver fatto uscire il tema delle morti sul lavoro dall’alveo del sindacato".
In piazza. Si rinnova - è la 17esima volta - l’appuntamento in piazza San Giovanni a Roma, il rito delle centinaia di migliaia di giovani, bandiere e sacchi a pelo e notti insonni di viaggio per dire "c’ero anch’io" a uno degli eventi live più importanti del nostro Paese. Quest’anno, si diceva, dedicato ai 50 anni dalla nascita del rock’n’roll in Italia. Dopo tre anni Claudio Bisio passa il testimone a Paolo Rossi, Claudia Gerini e Andrea Rivera, inedito trio che condurrà la maratona. Novità: va tutto in diretta. Scompare (tranne che nel segmento finale, per motivi tecnici) la differita voluta negli anni scorsi dalla Rai per tagliare eventuali fuori programma e dichiarazioni politiche.
Celentano dice no. Il 18 maggio del 1957, al Palazzo del Ghiaccio di Milano, si celebrò il primo Festival del rock’n’roll. C’era un ragazzo sconosciuto, Adriano Celentano, con un brano, Ciao ti dirò, e una band, i Rock Boys, composta da Giorgio Gaber alla chitarra, Enzo Jannacci al piano, Luigi Tenco al sax. Ricomporre il gruppo è dolorosamente impossibile. Ma gli organizzatori non nascondono l’ambizione al "colpaccio": "Celentano non si invita, possiamo solo auspicare, mandare dei messaggi...". Niente da fare. In serata, sfumano le speranze: "Sarei stato felice di festeggiare questo anniversario insieme a voi - dice il Molleggiato - ma purtroppo avendo ricevuto questo invito soltanto oggi non faccio in tempo a essere sul vostro palco. Sarò tra i milioni di persone che vi seguiranno in tv".
Il cast. Ad alternarsi sul palco saranno Daniele Silvestri, la Pfm, i Nomadi, Carmen Consoli, Tiromancino, Africa Unite, Modena City Ramblers, Casino Royal, Velvet, Afterhours, Verdena, Apres la Classe, Tetes des Bois, Vibrazioni, Piotta, Riccardo Sinigallia, Bandabardò, Khaled con Enzo Avitabile, Avion Travel. Senza escludere aggiunte "in corsa" come avvenuto nelle passate edizioni. Ospite internazionale, uno dei padri del rock’n’roll, l’ottantenne Chuck Berry.
Così in tv. Si comincia con la diretta di RaiTre dalle 15.15 alle 16.10 con "Anteprima Primo Maggio", dedicata ai partecipanti al concorso per emergenti "Primo Maggio tutto l’anno", condotto da Andrea Rivera. Dalle 16 alle 19, la diretta del Concertone, poi alle 19 pausa di un’ora per i telegiornali. La diretta riprende alle 20, fino alle 23, e alle 23.45 nuova interruzione per Primo Piano. Poi la trasmissione del concerto riprenderà - in differita - dalle 23.45 alle 0.45 per recuperare la parte dello spettacolo coperta dall’approfondimento informativo di seconda serata.
* la Repubblica, 26 aprile 2007
La Repubblica - IL FOTORACCONTO DEL CONCERTONE
Corriere della Sera - Foto: Il concertone di Piazza San Giovanni
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Sorrento: cade gru, muoiono due donne*
Due passanti sono morte e quattro persone sono rimaste ferite a Sorrento, a piazza Sant’Antonino, nel centro della città, in seguito ad un incidente sul lavoro, avvenuto proprio il 1° maggio. Il braccio elevatore montato su un camion, con il quale tre operai della ditta Donnarumma di Pimonte erano impegnati nei lavori di sistemazione di luminarie per la festa cosiddetta di Sant’Antonino dei contadini, si è spezzato per motivi ancora non chiari (la rottura potrebbe essere dipesa o da usura del braccio meccanico o da un eccessivo peso caricato nel "cesto"). Una tragica fatalità, una morte assurda e drammatica per le due donne - Claudia Morelli, di 86 anni e la nuora, Teresa Reale, di 50 - che sono state colpite dal braccio rovinato al suolo e che sono morte all’istante. Erano appena uscite dalla chiesa dove avevano assistito alla messa. Solitamente preferivano andare in cattedrale ma, avendo oggi ritardato, avevano fatalmente ripiegato sulla chiesa di Sant’Antonino. Nell’incidente sono rimasti feriti anche tre operai ed un altro passante. I due feriti più gravi, ricoverati nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sorrento, sono Massimo ed Eduardo Donnarumma, figli del titolare della ditta impegnata nei lavori, appaltati dal Comune di Sorrento. Non gravi le condizioni del terzo operaio e del passante, un autista di pulmino a noleggio. L’incidente ha provocato un’ondata di commozione in tutta Sorrento, invasa dai turisti in questi giorni di festa.
La notizia dell’incidente di Sorrento è arrivata proprio mentre a Torino si celebrava il Primo Maggio con un minuto di silenzio per le vittime del lavoro. Una coincidenza sottolineata dal segretario della Cgil, Guglielmo Epifani : «Mentre qui facevamo un minuto di silenzio ci sono state altre due morti a causa di incidenti sul lavoro. Per questo ci vuole la tolleranza zero, una parola che non ci piace perché troppo spesso usata contro chi chiede dei diritti ma che oggi va usata nei confronti di chi provoca feriti e morti sul lavoro». Epifani ha sottolineato che è necessario che si interroghi il sistema delle imprese perché «non può andar bene un modello in cui l’impresa guadagna, fa profitti, non investe e risparmia sugli investimenti e sulla sicurezza. O si usa la tolleranza zero, o anno dopo anno, continueremo a recitare questo rosario di morti che anche noi finiremo per rassegnarci». Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che ha appreso sul palco la notizia del nuovo incidente, avvenuto a Sorrento, ha spiegato che bisogna «fare più controlli, verificare che le imprese rispettino le regole e modificare una legge criminogena, quella sugli appalti al massimo ribasso che provocano incidenti come questo di Sorrento. È il non rispettare le leggi e le regole - ha concluso - che provoca le morti».
* l’Unità, Pubblicato il: 01.05.07, Modificato il: 01.05.07 alle ore 14.15
A Torino la manifestazione nazionale con i leader di Cgil, Cisl e Uil
A Roma la cerimonia al Quirinale poi la maratona musicale in piazza San Giovanni
Primo maggio, un minuto di silenzio
per ricordare le vittime del lavoro *
ROMA - Un minuto di silenzio nelle piazze per ricordare le morti bianche: è questa iniziativa a caratterizzare la giornata del Primo maggio, quest’anno dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro. "L’Italia riparte dal lavoro" è lo slogan che risuonerà in occasione della Festa dei lavoratori anche a Torino, città simbolo scelta da Cgil, Cisl e Uil, che dopo 13 anni torna a ospitare la manifestazione nazionale. A Roma il consueto appuntamento in piazza San Giovanni con il Concertone, trasmesso in diretta su RaiTre a partire dal pomeriggio.
Cerimonia al Quirinale. Un primo maggio per onorare le vittime degli incidenti sul lavoro e rafforzare la campagna per la sicurezza e contro le morti bianche. Lo ha voluto Giorgio Napolitano, per confermare l’attenzione con cui segue il tragico calvario di morti sul lavoro, per il quale il nostro Paese vanta un triste primato. Martedì primo maggio dunque, alla tradizionale cerimonia al Quirinale per celebrare la Festa del lavoro, fra gli invitati ci saranno anche alcuni familiari delle vittime di incidenti sul lavoro cui sarà conferita la "Stella al merito del lavoro" alla memoria.
In memoria di Portella della Ginestra. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti assieme ai segretari generali di Cgil e Cisl Guglielmo Epifani e Raffaele Bonanni, e al segretario organizzativo della Uil Carmelo Barbagallo, hanno ricordato oggi a Palermo l’assassinio di Pio La Torre, segretario regionale del Pci ucciso dalla mafia 25 anni fa, il 30 aprile 1982, con il suo collaboratore Rosario Di Salvo, e il 60esimo anniversario della strage di Portella della Ginestra. Per l’occasione il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio ai dirigenti sindacali siciliani invitandoli a non archiviare "l’orrenda strage di lavoratori, donne e giovani, convenuti a Portella della Ginestra il primo maggio 1947 per il tradizionale appuntamento della festa dei lavoratori". "Occorre continuare la ricerca della verità su tutte le circostanze e le responsabilità di quell’inaudito massacro" ha concluso Napolitano.
Torino. Il primo maggio torinese, che ospita la manifestazione nazionale dei sindacati, si apre alle 9.30 con il corteo aperto dai bambini con lo striscione "Il futuro siamo noi", che sfilerà da piazza Vittorio Veneto fino a piazza San Carlo. Sul palco sono previsti gli interventi del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, di un delegato delle Carrozzerie Bertone e dei leader nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Nel capoluogo piemontese sono attesi, inoltre, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il leader dei Ds Piero Fassino, il ministro Ferrero.
Non mancheranno al corteo anche rappresentanti dei movimenti antagonisti e degli anarchici. Sarann
Primo Maggio: al Quirinale il valore del lavoro *
Primo maggio al Quirinale all’insegna del valore del lavoro come base della Repubblica democratica.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa del Lavoro riceve al Quirinale, come tradizione, i nuovi Maestri del Lavoro del Lazio.
Per onorare la memoria di tutti i caduti sul lavoro ed esprimere, a nome dei cittadini italiani, la commossa solidarietà e l’affettuosa partecipazione al dolore delle tante famiglie coinvolte, il Capo dello Stato conferisce ad alcune lavoratrici e lavoratori che hanno perso la vita sul lavoro, in casi che hanno scosso la coscienza collettiva, la "Stella al merito del lavoro alla memoria", quale simbolico omaggio all’estremo sacrificio compiuto da tutte le vittime degli infortuni sul lavoro e come monito, per il presente e per il futuro, della inaccettabilità della tragica catena di morti bianche.
Il riconoscimento del diritto al lavoro e della tutela del lavoro è altresì sottolineato dal Presidente Napolitano con la consegna della "Stella al merito del lavoro" a cinque lavoratori delle diverse realtà territoriali produttive del paese, in rappresentanza di tutti gli insigniti per l’anno 2007, che nello svolgimento quotidiano delle loro mansioni si sono particolarmente distinti per perizia professionale ed efficienza e hanno dato un importante contributo nel campo dell’innovazione, della sicurezza sul lavoro e della formazione delle giovani leve.
Lavoro: intollerabili 5mila morti
Lo ha detto il premier Romano Prodi *
(ANSA) - ROMA, 28 APR - ’Non e’ tollerabile avere piu’ di cinquemila morti bianche l’anno’. Lo ha detto il presidente del Consiglio Prodi alla vigilia del 1 Maggio.Il premier rilancia cosi’ l’impegno del governo per la sicurezza sui posti di lavoro. ’Una societa’ democratica - sottolinea a Sky Tg 24 - deve porsi il problema della protezione dei cittadini. Domani a Bologna stigmatizzero’ questo problema. Penso anche ai tanti morti sulla strada: sono due temi su cui il governo deve intervenire’.
* ANSA» 2007-04-28 23:07
Primo Maggio, tutti in piazza perché il lavoro sia solo vita
di Luigina D’Emilio *
Il Primo Maggio è una giornata di festa. È la festa del lavoro e dei lavoratori. Ma proprio in un giorno così non va dimenticato che c’è un diritto ancora oggi non garantito per chi lavora: il diritto fondamentale alla sicurezza della propria vita.
Per ricordarlo, proprio nella giornata che celebra i lavoratori, verrà osservato un minuto di silenzio in tutte le piazze italiane. Anche a Torino, città simbolo scelta da Cgil, Cisl e Uil, che dopo 13 anni torna a ospitare la manifestazione nazionale. Tante le iniziative previste per celebrare il lavoro, ma tutte sotto un unico slogan: l’Italia riparte dal lavoro. Questo l’eco che risuonerà anche dal mega concertone di Piazza San Giovanni a Roma. Le morti bianche, è il tema caldo della giornata, lavoro e diritti all’insegna della festa e dell’impegno sociale, con uno sguardo al futuro e un occhio al passato.
Durante la lunga kermesse musicale, infatti, sarà data attenzione non solo alle vittime del lavoro, ma anche a chi ha lottato nel corso degli anni per conquistare traguardi importanti e dire basta a qualsiasi forma di sfruttamento. Non poteva passare in sordina, il sessantesimo anniversario della strage di Portella della Ginestra, nel Palermitano, dove la banda di Salvatore Giuliano sparò su una folla di circa 2000 contadini siciliani, donne, uomini, bambini, anziani che si riunirono per manifestare dopo secoli di sottomissione a un potere feudale.
Ma non è primo maggio senza musica che ormai da diciassette anni, celebra la festa dei lavoratori con il tradizionale concerto promosso da Cgil, Cisl e Uil. A guidare lo spettacolo Paolo Rossi e Claudia Gerini, che daranno il via alla manifestazione canora dedicata alla storia del Rock nel nostro Paese. Quest’anno, infatti, il concerto, renderà omaggio ai 50 anni italiani della musica che ha cambiato il mondo contemporaneo, facendo da colonna sonora a intere generazioni di adolescenti. I 50 anni dell’arrivo del rock in Italia sarà il filo conduttore della giornata. Grande assente Adriano Celentano, ma l’apertura sarà tutta sua grazie a “Ciao ti dirò”, la canzone presentata assieme a Luigi Tenco, Girogio Gaber e Enzo Jannacci al primo festival italiano del Rock and Roll nel 1957.
Interessante anche la parata d’artisti proposta per il 2007 che, c’è da sperare non farà rimpiangere le scorse edizioni. Tra i grandi nomi spicca quello di Chuck Berry, uno dei padri del rock’n’roll. La maratona porterà sul palco anche Daniele Silvestri, Irene Grandi (che farà un omaggio a Patti Smith con “Because the night”), Pfm, i Nomadi (ricorderanno i 40 anni di Dio è morto), i Tiromancino (con una cover di “Sunshine of your Love” dei Cream), Carmen Consoli, Loredana Bertè (in una versione rock di Ragazzo Mio di Luigi Tenco), Modena City Ramblers, Casino Royal, Velvet ( omaggio a John Lennon per celebrare i 40 anni di “Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band”), Afterhours, Verdena, Aprés la Classe, Tetes des Bois, Vibrazioni, Piotta, Riccardo Sinigallia, Bandabardò, Khaled con Enzo Avitabile, Avion Travel.
Tra i momenti della serata il ricordo di Rino Gaetano affidato ad una band composta, tra gli altri da Paolo Rossi e dal nipote del cantante de “il cielo è sempre più blu”, Alessandro Gaetano.
* l’Unità, Pubblicato il: 30.04.07, Modificato il: 30.04.07 alle ore 20.07
Claudia Gerini e Paolo Rossi sul palco per la maratona musicale dedicata ai 50 anni del rock
Andrea Rivera parla di lavoro nero, morti bianche. E critica il Vaticano
Concertone a Roma per 400mila
musica in piazza per il lavoro sicuro *
ROMA - Piazza San Giovanni gremita per il tradizionale concertone organizzato dai sindacati. Sotto i megaschermi che circondano il palco, gli striscioni con lo slogan di quest’anno, "L’Italia riparte dal lavoro": il concerto del Primo maggio 2007 è dedicato ai 50 anni del rock. E i ragazzi dalla mattina occupano il prato davanti alla basilica sono lì per questo, per la più lunga maratona musicale dal vivo e gratuita. Un’ora dopo l’inizio del concerto, gli organizzatori parlano di quattrocentomila presenze, una cifra che supera quella della scorsa edizione.
Rivera critica Vaticano. Ad Andrea Rivera, il primo dei tre conduttori, spetta il compito di rompere il ghiaccio, poco dopo le 15, presentando dal palco e in diretta su RaiTre i gruppi emergenti, Vega’s e Valentina Lupi. Il "citofonista" del salotto televisivo di Serena Dandini, in poco meno di un’ora e tra un’esibizione e l’altra si ritaglia anche i suoi spazi per cantarla ai lavoratori, ai disoccupati, ai tre milioni e mezzo di lavoratori in nero e alle tantissime, troppe vittime degli incidenti sul lavoro: "Siamo un Paese di eroi, ma molti eroi cadono dai tralicci, mentre noi ci ricordiamo solo di Quattrocchi".
Dopo aver ringraziato Woodcock per aver fornito i numeri di telefono degli artisti ospiti del concertone ("Oggi pm non significa mica pubblico ministero ma personal manager"), Rivera rincara la dose. "Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta", ha detto alla folla di giovani della piazza. "Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E’ giusto così - ha sottolineato Rivera - assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni".
Raggiunto nel backstage subito dopo la sua esibizione, Rivera ha detto che gli erano giunte voci che qualcuno si era risentito per le sue dichiarazioni: "La messa è finita, andate in pace - è stato il commento - mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco".
Claudia Gerini e Paolo Rossi. Dopo una breve pausa, alle 16 il Concertone ha preso il via con Claudia Gerini che ha introdotto l’altro conduttore dell’evento musicale, Paolo Rossi, che alla piazza ha rivolto un "buon primo maggio e un buon futuro". La coppia ha poi eseguito una versione di Ciao ti dirò, con cui nel 1957 una band formata da Celentano, Gaber, Iannacci e Tenco presentò il primo rock in italiano al Palazzo del ghiaccio di Milano dove a maggio si svolse il primo festival del Rock’n’roll.
Omaggi e tributi. Sul palco i Nomadi con Dio è morto, brano di Francesco Guccini che quest’anno compie 40 anni e che faceva parte del loro primo album, Noi non ci saremo: così è iniziata una lunga serie di tributi, dediche e celebrazioni al rock e dintorni. Gli Africa Unite hanno reso omaggio ai Clash, che iniziarono la carriera nel ’77, poi il ritorno dei Casino Royale e di nuovo Paolo Rossi che ha invece ricordato Rino Gaetano cantando il brano che ha presentato all’ultimo festival di Sanremo, In Italia si sta male. I Velvet ricordano invece il 40esimo anniversario di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
Pfm rinuncia e se ne va. La Premiata Forneria Marconi ha deciso di non partecipare al Concertone. "Si sentivano a rischio - spiega uno degli autori, Ermanno Labianca - erano previsti un quarto d’ora prima della fine della diretta, ma non c’erano motivi di ritenere di essere tagliati". "Erano uno dei pochissimi gruppi voluti da noi, gli altri si sono quasi tutti proposti. Ci dispiace perché in questo racconto di rock classico ci mancheranno. Comunque, non c’è nessuna polemica" conclude. "Ci siamo lasciati dandoci appuntamento alla prossima".
* la Repubblica, 1 maggio 2007
Claudia Gerini e Paolo Rossi sul palco per la maratona musicale dedicata ai 50 anni del rock
All’ultimo momento forfait polemico della Premiata Forneria Marconi
Concertone a Roma per 700mila
Scontro tra presentatore e sindacati
Andrea Rivera attacca il Vaticano: "La Chiesa non si è mai evoluta"
I segretari Cgil-Cisl-Uil: "Dichiarazioni molto stupide". "Frasi del tutto inopportune" *
ROMA - Una lunghissima maratona musicale seguita da 700.000 persone, una cifra che supera quella della scorsa edizione. In Piazza San Giovanni, gremita per il tradizionale concertone organizzato dai sindacati, sotto i megaschermi che circondano il palco, gli striscioni con lo slogan di quest’anno, "L’Italia riparte dal lavoro". Il concerto del Primo maggio 2007 è dedicato ai 50 anni del rock, e alle morti bianche. "Non possiamo più andare avanti in questo modo", ricorda dal palco il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Paolo Rossi annuncia che oggi alle 21 sono state spente per decisione del sindaco di Roma Walter Veltroni le luci del Colosseo, proprio per ricordare tutte le persone morte a causa di incidenti sul lavoro. Ma questo primo maggio è stata anche l’occasione per un appassionato revival dalla storia del rock: molti i brani ’pietre miliari’ eseguiti dai vari artisti. Importante anche la presenza di una ’pietra miliare’ vivente del rock: Chuck Berry, in formissima nonostante i 71 anni.
Rivera critica Vaticano. Protagoniste di questa edizione però anche le polemiche, che si sono concentrate in particolare sulle dichiarazioni di Andrea Rivera, il primo dei tre conduttori, al quale era stato affidato il compito di rompere il ghiaccio, poco dopo le 15, presentando dal palco e in diretta su RaiTre i gruppi emergenti, Vega’s e Valentina Lupi. Il "citofonista" del salotto televisivo di Serena Dandini, in poco meno di un’ora e tra un’esibizione e l’altra si è ritagliato anche i suoi spazi per cantarla ai lavoratori, ai disoccupati, ai tre milioni e mezzo di lavoratori in nero e alle tantissime, troppe vittime degli incidenti sul lavoro: "Siamo un Paese di eroi, ma molti eroi cadono dai tralicci, mentre noi ci ricordiamo solo di Quattrocchi".
Dopo aver ringraziato Woodcock per aver fornito i numeri di telefono degli artisti ospiti del concertone ("Oggi pm non significa mica pubblico ministero ma personal manager"), Rivera ha rincarato la dose. "Il Papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Sono d’accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta", ha detto alla folla di giovani della piazza. "Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E’ giusto così - ha sottolineato Rivera - assieme a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sla, ma c’erano due ladroni".
Raggiunto nel backstage subito dopo la sua esibizione, Rivera ha detto che gli erano giunte voci che qualcuno si era risentito per le sue dichiarazioni: "La messa è finita, andate in pace - è stato il commento - mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco".
Le critiche dei sindacati. Fortemente critici verso Rivera soprattutto i padroni di casa, cioè i segretari di Cgil, Cisl e Uil. "Sono dichiarazioni molto stupide che non condivido - ha detto Luigi Angeletti della Uil - in un paese civile la libertà religiosa e della Chiesa è altrettanto importante della libertà politica e sindacale". Per Raffaele Bonanni della Cisl, "il concerto del primo maggio non è il luogo adatto per fare politica e fare divisioni. Ma è l’espressione più grande di tolleranza e di convivenza. Se Rivera si è fatto qualche bicchiere in più, fa bene a fare una doccia fredda". "Sono frasi del tutto inopportune, tanto più in una giornata come questa", ha detto Guglielmo Epifani della Cgil.
E del direttore di Raitre. Anche il direttore di Raitre Paolo Ruffini si è associato alle critiche contro Rivera: "Questa è una festa dei lavoratori e del sindacato, momento di tolleranza e di convivenza. E’ un grande spettacolo che la Rai riprende e trasmette ogni anno perchè anche questo è il suo ruolo, senza censurarlo o pretendere di determinarne i contenuti. Quanto alle parole di Rivera, non posso non concordare con quanto hanno affermato i segretari di Cgil, Cisl e Uil". [...]
* la Repubblica, 01.05.2007 (ripresa parziale)
E’ ancora polemica dopo le parole pronunciate ieri dal palco di San Giovanni
Il quotidiano parla di "guerra strisciante, di nuova stagione della tensione"
Concertone, il Vaticano all’attacco
L’Osservatore: "E’ terrorismo"
Rivera: "Sovrano è il popolo non gli organizzatori del concerto" *
ROMA - L’Osservatore romano giudica "vili attacchi" quelli pronunciati dal palco durante il Concertone di ieri a Roma e paragona le parole di Andrea Rivera, uno dei conduttori, ad un gesto di "terrorismo". Dal palco di San Giovanni Rivera, aveva attaccato il Papa "che non crede nell’evoluzionismo". "La chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana" aveva scandito dal microfono.
E oggi, dopo le critiche al conduttore espresse dai sindacati e dal direttore di Raitre, scende in campo anche il quotidiano della Santa Sede che equipara le parole di Rivera ad un atto "terroristico": "E’ terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore. E’ vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile".
Al concerto dei sindacati, denuncia l’Osservatore, si è tenuto "un piccolo comizio, dando vita ad un confuso e approssimativo discorso sull’evoluzionismo e sui temi della vita e della morte. Tutto questo di fronte a circa 400.000 persone e ad un più numeroso pubblico televisivo". Ed anche se, "i sindacati ed altri partecipanti alla manifestazione si sono dissociati dalle parole del conduttore, resta il fatto - rileva il quotidiano vaticano - che questo personaggio da qualcuno è stato scelto. E chi l’ha scelto non ha tenuto conto del momento che stiamo vivendo".
"Sono di queste ore - ricorda il quotidiano vaticano - gli attacchi e le minacce, pesanti, rivolte al Presidente della Cei, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, a cui è arrivata l’apprezzata solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono di queste ore anche gli slogan nei cortei inneggianti ai terroristi, i messaggi che appaiono su internet, provenienti da br in carcere, un’offensiva che cerca di trovare terreno fertile nell’odio anticlericale".
"Qualcuno vuole aprire una guerra strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi, per rivitalizzare organizzazioni che hanno perso su tutti i fronti, primo fra tutti quello della storia. Anacronismi. Come quella presenza sul palco a san Giovanni. Un residuato in mezzo a tanti giovani".
Ma Rivera non arretra di un millimetro. "Per me è sovrano il popolo e non gli autori del concerto - dice dai microfoni di ’Radio Capital’ - Voglio dare voce alla gente comune che non può mai dire in tv quel che pensa". Ipocrita è stata poi definito il riferimento ai funerali negati a Welby dalla Chiesa. "Non è forse vero che a Welby sono stati negati i funerali concessi invece a Pinochet? Chi è allora - ha concluso Rivera - l’ipocrita?".
* la Repubblica, 2 maggio 2007
Lettera dei deputati ex diessini, verdi e Rifondazione sulla presa di posizione dell’Osservatore Romano che ha definito "terrorismo" le parole del presentatore Andrea Rivera .
Primo maggio, la "Cosa Rossa" attacca
"Dal Vaticano un attacco spropositato"
E’ il primo atto politico che vede insieme Sinistra democratica e sinistra radicale.
In Senato via libera da Pdci e verdi per il coordinamento unico. Sabato il lancio di Sinistra democratica *
ROMA - Un "attacco spropositato" perché "le minacce e il terrorismo sono una cosa troppo seria per confonderle con le parole, sgradite o irriverenti che siano". Prendono carta e penna i parlamentari della "Cosa Rossa", dai mussiani della nascitura Sinistra democratica a Rifondazione e Comunisti, e dicono la loro sulle polemiche scatenate dall’Osservatore Romano contro Andrea Rivera, il presentatore del concertone del Primo maggio che tra una canzone e l’altra si è permesso di dire cose del tipo: "Ha ragione il Papa ad essere contro l’evoluzionismo: la Chiesa non si è mai evoluta". Oppure: "Mi spiace che la Chiesa non abbia concesso i funerali a Welby dopo averli celebrati per Franco, Pinochet e uno della banda della Magliana".
"Lo spropositato attacco alle parole di Andrea Rivera - si legge nella lettera - è molto preoccupante. Non è un paese normale quello in cui diventa un attentato esprimere un’opinione o fare una battuta sulle scelte compiute dalle gerarchie ecclesiastiche. Le minacce e il terrorismo sono una cosa troppo seria per confonderle con le parole, sgradite o irriverenti che siano. Torniamo alla Costituzione che tutela la libertà di espressione. E teniamo tutti i nervi a posto".
A seguire i nomi di deputate e deputati: Lomaglio, Acerbo, Buffo, Cacciari, Aurisicchio, Longhi, Attili, Nicchi, Di Serio, Trupia, Maderloni, Gentili, Grillini, Bandoli, Deiana, Migliore, Sperandio, Falomi, Duranti, De Cristofaro, Ali Rashid, Luxuria, Caruso, Iacomino, Pettinari, Scotto, Leoni, Zanotti.
La lettera si appella al "buon senso" di tutti e alla libertà di espressione garantita dalla Costituzione. Ma il documento, al di là delle singole firme, è l’unica voce a difesa che si alza dalla sinistra ed è il primo passo ufficiale della nuova sinistra a sinistra del Partito democratico.
Sabato gli ex diessini Mussi, Angius e Salvi hanno convocato la riunione (Eur, Palazzo dei Congressi, Roma, dalle 14 e 30) per lanciare la nascita del movimento politico "Sinistra democratica, per il socialismo europeo". Un nuovo partito, a sinistra del Partito Democratico, che dovrebbe poi confederarsi con gli altri soggetti a sinistra del Pd, Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani. Unirsi, confederarsi "senza perdere le rispettive identità" è l’indicazione che esce dai singoli congressi.
Stamani al Senato Pdci e Verdi hanno lanciato il coordinamento di palazzo Madama condiviso dal capogruppo di Rifondazione Giovanni Russo Spena con cui ci sarà un’altra riunione martedì prossimo. Tra le priorità il programma e magari un portavoce unico. "C’è una richiesta forte di rispetto del programma dell’Unione di cui ormai sembra che si sia persa memoria in questo governo" dice Manuela Palermi, capogruppo del Pdci a palazzo Madama. "Dobbiamo tornare su quei punti come la questione sociale, la questione ecologista, ma anche quella relativa alla laicità dello Stato" insiste, perché, per dirla tutta, la sinistra radicale si sente un po’ accerchiata: "Qui non se ne può più. Fra le urla del Vaticano a un cantante e i teodem qui da noi con il mito familistico, un gruppo come il nostro ha qualche disagio".
Proprio oggi Mussi e Angius hanno scritto l’appello-invito per la manifestazione di sabato dove si indica, senza tentennamenti, il percorso del nuovo partito, in Italia e in Europa. "La scomparsa dei ds pone l’esigenza di ripensare tutta la sinistra italiana" spiegano. "Si tratta di una percorso che non può essere rinviato. Ci troviamo insieme per affermare la necessità storica che anche in Italia, oggi e domani, sia presente un’autonoma forza democratica e socialista, laica, riformista e ambientalista parte integrante del Pse. Di governo". Mussi e Angius dovranno scioliere, nelle prossime settimane, un altro nodo: dare vita o no alla Cosa Rossa confederandosi con il resto della sinistra radicale? I sondaggi dicono che gli elettori hanno voglia di unità. E di semplificazione. A destra. A sinistra. E a sinistra della sinistra.
* la Repubblica, 3 maggio 2007
Sacro terrore
di Micaela Bongi (il manifesto, 03.05.2007)
Lo «scriteriato», lo chiama Romano Prodi. I sindacati stanno valutando se chiedergli i danni per aver leso l’immagine del primo maggio. Mezzo mondo politico e anche di più gli dà come minimo dell’irresponsabile. Ma Andrea Rivera, fino all’altro ieri innocuo interprete del teatro canzone e intervistatore citofonico del programma di Serena Dandini, ha gettato la maschera sul palco di piazza San Giovanni. E si è rivelato molto più che uno «scriteriato irresponsabile»: Andrea Rivera è un terrorista. Non è un’iperbole. E’ una verità non suscettibile di interpretazioni capziose, messa nero su bianco dall’Osservatore romano, quotidiano della Santa sede. Impossessatosi della conduzione del concertone del primo maggio, dal palco il terrorista si è lanciato come un kamikaze direttamente nei salotti degli italiani che speravano in un pomeriggio di svago: «Il papa ha detto che non crede nell’evoluzionismo. Infatti la chiesa non si è mai evoluta». E ancora: «Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, Franco e per uno della banda della Magliana». Satira? Invettiva? Macché: «E’ terrorismo alimentare furori ciechi contro chi parla sempre in nome dell’amore. E’ vile e terroristico lanciare sassi addirittura contro il Papa».
E così dopo giorni di «allarme Bagnasco», la Santa sede torna a occupare le prime pagine dei giornali all’insegna del «codice rosso». Tutto è nello stesso calderone: le scritte «vergogna» contro il presidente della Cei, il bossolo ricevuto dallo stesso Bagnasco e per il quale si è mobilitato lo stato a tutti i livelli, le bordate di Rivera. Ma anche il voto dell’europarlamento contro l’omofobia e in generale le critiche nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche. Perché, ci spiega l’Osservatore, l’odio è «coscientemente alimentato da chi fa del laicismo la sua ragione d’essere, per convenienza politica». Lo dimostrano «le interpretazioni capziose di discorsi fatti dal presidente della Cei, forzati per aprire una ’guerra’ strisciante, una nuova stagione della tensione, dalla quale trae ispirazione chi cerca motivi per tornare ad impugnare le armi...».
No, non è satira. Non è una semplice invettiva. Il bossolo spedito a Bagnasco è stato un atto intimidatorio che va contro la dialettica democratica. Sacrosanta, è il caso di dire, la decisione della chiesa di rispondere tenendo alta la propria bandiera. Discutibile, se l’espressione è concessa, la tentazione di corredare il «non ci facciamo intimidire» con un’intimidazione di altro tipo. Quella neanche tanto strisciante nei confronti della politica che a pochi giorni dal Family day sta provando a chiudere in commissione giustizia del senato la discussione sui Dico. E proprio dalla politica dovrebbe arrivare la risposta più sobriamente ferma non al kamikaze Rivera, ma alle intemerate delle alte sfere vaticane. In nome dell’amore (anche omosessuale, evidentemente) che impregna le predicazioni del santo padre, non si finisca preda del terrore. Terrore sacro, s’intende.