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Fiaba e cinema

ANCHE I MAGHI DIVENTANO MAGGIORENNI. HARRY POTTER AFFRONTA VOLDEMORT E GLI INGANNI D’AMORE. A LUGLIO, LA PROVA DI MATURITA’. E, PER IL "FUTURO", ll MATRIMONIO CON GINNY E TRE FIGLI.

sabato 21 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il cinema non può fermare il tempo, Daniel Radcliffe è cresciuto insieme al suo personaggio, che non ha più lo sguardo del bambino intelligente e curioso, ma quello dell’adolescente alla prova della maturità. In più stavolta, come si sa, dovrà vedersela con il difficile incantesimo dell’amore e infatti sul bacio con la compagna Cho Chang (l’attrice Katie Leung), è stato già detto praticamente tutto, compresa la notizia abbastanza paradossale per cui sarebbero stati necessari 24 ciak (...)

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> ANCHE I MAGHI DIVENTANO MAGGIORENNI. AFFRONTARE VOLDEMORT E GLI INGANNI D’AMORE. A LUGLIO, LA PROVA DI MATURITA’. E, PER IL "FUTURO" (COME PER "PINOCCHIO"), CHE "HARRY POTTER" VIVA!!!

mercoledì 11 luglio 2007

Harry, non chiamatelo maghetto

di Pasquale Colizzi *

Libri, film, parchi a tema: un fenomeno planetario

We Don’t Need No Education! Mentre l’aula è sconvolta dai fuochi d’ artificio, i fogli volano per aria e le pedanti regole appese alla parete dalla nuova Preside vengono distrutte con gesto anarchico e liberatorio, nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sembra risuonare il grido di battaglia di "Another Brick in The Wall" dei Pink Floyd. Ecco cosa hanno capito H. P. e compagni nella quinta puntata della saga cinematografica, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, in uscita mercoledì 11 luglio: le regole vanno infrante se sono sbagliate. Bisogna ribellarsi ai cattivi insegnanti. Persino la dolce Hermione perde il controllo e urla: “E’ eccitante!”. E il mago guida la rivolta, preoccupato e turbato dalle aspettative che gli altri hanno su di lui. Come se fosse il martire da sacrificare alla causa del bene contro il male (vedremo nel 7° capitolo). Secondo: mai fidarsi ciecamente della stampa - vedi La Gazzetta del profeta - perché l’informazione spesso viene manipola. Infine: anche all’interno di istituzioni, come il Ministero della Magia, si possono nascondere dei poteri occulti (Servizi segreti deviati!) che tramano per instaurare uno stato di polizia, una specie di fascismo livellatore.

Mentre si scaldano i registratori di cassa in vista del P-Day - il 21 luglio esce in libreria “Harry Potter and The Deathly Hallows”, settima e conclusiva creatura della scrittrice inglese J.K. Rowling, con la polemica preventiva sul “chi morirà” - la Warner Bros manda al cinema il film n° 5, il più costoso: 200 milioni di dollari (i 4 episodi precedenti ne hanno incassati 3 miliardi e mezzo). I realizzatori sono due esordienti: il regista David Yates fino a oggi ha lavorato solo in televisione (e prepara il nuovo episodio) mentre Michael Goldenberg ha sostituito lo sceneggiatore di tutti gli altri episodi, Steven Kloves. L’atmosfera, come era accaduto soprattutto nel terzo capitolo diretto da Alfonso Cuaròn, è preoccupata: tirano venti di guerra, le forze del male si stanno ricompattando e tornano minacciose. Il ragazzo si mostra discolo come non lo era mai stato. In tutto questo la scena tanto attesa del bacio tra Harry e Cho Chang - castissimo, senza nemmeno sfiorarsi col corpo - risulta un po’ fredda. Il maghetto stesso risponde a Ron che gli chiede come è stato chiosando: “Umido, come se piangesse”.

Sarà l’età difficile ma Harry Potter (Daniel Radcliffe) è inquieto. Dopo un’ estate dagli zii Dudley, che non conoscono l’affabilità, senza notizie dagli amici, a pochi giorni dal ritorno a Hogwarts per il 5° anno del corso di magia (sette in tutto) è stressato e in ansia. Per di più spuntano dal nulla due Dissennatori (mostri di fumo) e lui per difendersi usa la magia. La scuola gli comunica che può considerarsi espulso: non si possono usare i poteri davanti a Babbani (gente comune). Meno male che al processo al Ministero della Magia viene scagionato. Scopre poi che Ron, Hermione, il padrino Sirius Black (Gary Oldman) e gli altri hanno un’organizzazione segreta capeggiata da Albus Silente per opporsi al malvagio Lord Voldermort (Ralph Finnies). Si sente messo da parte. Non bastasse, la Gazzetta del profeta continua a dileggiarlo (es. i caratteri cangianti dei titoli trasformano Potter in comPlotter) facendolo passare per bugiardo tra i compagni ad Hogwarts. Ciliegina sulla torta, sempre in rosa confetto, la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Dolores Umbridge (Imelda Staunton), che con l’appoggio del Ministro estromette Silente dalla Scuola e diventare nuova Preside, Inquisitore supremo e grande censuratrice. H. P. per risposta crea un gruppo segreto con i compagni e condividere con loro le tecniche di difesa che la Umbridge non vuole insegnare. Perché Voldermort, l’assassino del padre e signore del male “innominabile”, gli soffia sul collo. Nello scontro frontale (con l’aiuto di Silente) il mago scoprirà in un gioco di specchi quanto il potere della magia possa essere simile a quello del male. Saprà fare la sua scelta da giovane adulto.

Scorrevole, dall’ambientazione sontuosa - vedi il medioevaleggiante castello di Hogwarts e il misto rococò-modernista Ministero della Magia -, non eccessivamente lungo (900 pagine il libro, il più voluminoso, 2 ore e 17 minuti il film, il più breve), non il migliore della serie, Harry Potter e l’Ordine della Fenice è stato girato in digitale con una profusione di effetti speciali roboanti supervisionati da Tim Burke. Già la cavalcata su scopa nei cieli notturni di Londra è un bel vedere. A sentire i bambini che ci accompagnavano alla proiezione della stampa, c’era di che terrorizzarsi e divertirsi. Ogni tanto qualcuno si rivolgeva ad alta voce al personaggio sullo schermo. Segno che erano costruiti in maniera credibile e “tridimensionale”. Tra i giovani apprendisti maghi, Potter/Daniel Radcliffe senza infamia e senza lode, forse un tantino svogliato. Nuova entrata la biondina Luna Lovegood/Evanna Lynch, maghetta molto micia (che Harry se ne stia innamorando?) che dice cose stravaganti e tutti la guardano come fosse spostata. Il personaggio del padrino Sirius Black/Gary Oldman lascia la saga mentre Emma Thompson e gli altri insegnati stavolta appaiono in pochissime scene. La strega Bellatrix Lestrange è Helena Bonhan Carter, che ormai non conta più i ruoli del genere. Efficace la tirannica Dolores Umbridge/Imelda Staunton (Vera Drake per Mike Leight, Coppa Volpi a Venezia e nomination all’Oscar). Tragicomica la sua perlustrazione per conto del Ministero allo scopo di valutare l’operato degli altri insegnati di Hogwarts (magari per intimidirli). Tutti sudavano freddo. A guardare bene c’era scritto Hogwarts ma sembrava Italia: ispezioni ministeriali, servizi deviati, stampa pilotata, un cattivo da cartone che sembra sconfitto e poi rispunta ovunque.

* l’Unità, Pubblicato il: 10.07.07, Modificato il: 11.07.07 alle ore 11.59


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