Horror Potter
Nell’Ordine della Fenice il maghetto diventa grande
deve affrontare Voldemort resuscitato e gli inganni d’amore
di FULVIA CAPRARA *
ROMA. Il quinto anno di studi nel college di Hogwarts si apre sotto cattivi auspici, nella comunità dei maghi si è diffusa l’idea che l’incontro di alcuni studenti con il malvagio Lord Voldemort sia solo una bugia. Tempi duri per Harry Potter che, appena rientrato dalle spiacevoli vacanze con gli zii Dursley, deve contrastare l’ondata di discredito che sta per sommergerlo. Ma ormai il maghetto è adulto, capisce ben presto che la nuova professoressa di Arti Oscure Dolores Umbridge (interpretata da Imelda Staunton) è in realtà un pericolo per gli studenti, così corre ai ripari formando, con i compagni, una squadra di coraggiosi addestrati per affrontare il Male.
Nel trailer della Warner che avvia la campagna di lancio del film (dal 1° maggio nelle sale) Harry Potter e l’Ordine della Fenice, è condensata in un clima da favola nera, con il protagonista visitato da incubi, professori che lanciano anatemi, la sagoma spaventosa di Voldemort (anche stavolta Ralph Fiennes si è prestato allla trasformazione) che appare a più riprese, la scuola sovrastata da cieli minacciosi.
Nella pellicola, dal 13 luglio nelle sale di tutto il mondo, sembra essere rimasto poco spazio per le piccole invenzioni magiche (penne che scrivono da sole, ritratti parlanti) che avevano affascinato, a inizio serie, le platee dei più piccoli.
Il cinema non può fermare il tempo, Daniel Radcliffe è cresciuto insieme al suo personaggio, che non ha più lo sguardo del bambino intelligente e curioso, ma quello dell’adolescente alla prova della maturità. In più stavolta, come si sa, dovrà vedersela con il difficile incantesimo dell’amore e infatti sul bacio con la compagna Cho Chang (l’attrice Katie Leung), è stato già detto praticamente tutto, compresa la notizia abbastanza paradossale per cui sarebbero stati necessari 24 ciak per una sequenza pienamente riuscita.
Diretta dall’inglese David Yates, la pellicola punta come sempre sulle partecipazioni di attori importanti, come Helena Bonham Carter, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, Emma Thompson, Julie Walters; si era anche diffusa la voce, poi smentita, che ci sarebbe stato un ruolo per la giovanissima Lourdes, figlia di Madonna.
Durante le riprese, l’estate scorsa, Radcliffe aveva già fatto sapere di essere disponibile per il prossimo film, Il principe mezzosangue e così dovrebbe essere anche per i fedeli amici Hermione Granger e Ron Weasley ovvero Emma Watson e Rupert Grint.
L’appuntamento al cinema è il 13 luglio, in contemporanea per i fan di tutto il mondo. L’uscita collocata in pieno solleone è una novità per l’Italia che prevedeva titoli forti solo a partire dall’autunno: «Abbiamo preso una decisione coraggiosa - dice Paolo Ferrari, presidente della Warner e dell’Anac, l’associazione dei rappresentanti dell’industria cinematografica italiana -, vogliamo invertire una tendenza che oggi non ha più senso.
Il problema del cinema d’estate era legato ai locali senza aria condizionata. Oggi il 60% delle sale è rappresentato dai Multiplex dove gli impianti ci sono, così vedere un film diventa, nel periodo del grande caldo, particolarmente piacevole. Se il nuovo Harry Potter avrà fortuna anche in Italia cambierà radicalmente il modo di proporre film». Insomma, finisce l’epoca delle chiusure estive: «Certo, da noi si è sempre detto che la stagione non si poteva allungare per problemi climatici, ma in Spagna già da tempo i nuovi film vengono presentati durante i mesi estivi».
Far uscire pellicole attesi nei mesi estivi servirà anche a dare più respiro ai film meno facili, quelli che hanno bisogno di più tempo per affermarsi e raggiungere il pubblico: «Se la stagione diventa più lunga sarà possibile tenere i film per più tempo nelle sale durante l’inverno». Va a finire che quest’anno, almeno in Italia, sulle spalle del mago Potter, peserà anche una nuova responsabilità.
* (La Stampa, 28/4/2007)
Esce l’11 luglio il quinto film della saga, "L’Ordine della Fenice"
Atmosfera cupa e severa per un vero e proprio scontro di poteri
Harry Potter diventa grande
e al cinema scopre il male
di GAIA GIULIANI *
L’ADOLESCENZA di Harry Potter è finita. Non solo perché Daniel Radcliffe, che lo impersona, a giorni sarà maggiorenne (e sotto il trucco si intravede l’opera del rasoio). Ma perché ha avuto il suo primo vero scontro con il male, scoprendolo dentro di sé. Harry e Lord Voldemort (Ralph Fiennes), il maligno per eccellenza, l’assassino del padre, sono "simili", come dice senza aggiungere nulla più il venerabile preside di Hogwarts Albus Silente. Si leggono nel pensiero, possono addirittura vedere la controparte in azione. La maturità - si intuisce - arriverà scegliendo da quale parte stare. Harry Potter e l’Ordine della Fenice, quinto episodio cinematografico della serie, esce l’11 luglio, dieci giorni prima del settimo e ultimo libro della saga di J. K. Rowling, e il timore è che i giovani fan perdano interesse ai prossimi due capitoli destinati al grande schermo.
Se il maghetto inglese è destinato a morire, come qualche astuta indiscrezione, probabilmente architettata ad hoc, ha lasciato intuire, si appurerà nei prossimi giorni grazie alle pagine della sua autrice. Ma una volta svelato il mistero, dipanata la matassa della complicata vita di Harry, i film faranno ancora incassi miliardari al botteghino? L’intenzione c’è, con il prossimo film - Harry Potter e il principe mezzosangue - già in lavorazione e con la spettacolarità di bacchette magiche che schizzano strali sempre più effervescenti, creature mitologiche che sgambettano vivacizzate da un’animazione computerizzata e scoppiettante, e la voglia di offrire versioni più succinte degli interminabili tomi in vendita nelle librerie.
L’Ordine della Fenice è il libro più lungo, con quasi 900 pagine. La pellicola, la più corta di tutte. E cupa, severa, con una magia negativa che aleggia per tutto il film, facendo piazza pulita di spiritelli e folletti domestici, delle partite di Quidditch, e di una certa fantasmagoria sognante dei precedenti. Rivelando però un Harry Potter indomito, pronto a ribellarsi con un esercito di giovani maghi contro l’autorità istituzionale del Ministero della Magia che vuole censurare, letteralmente, Hogwarts e i suoi insegnanti. Grazie ad una sua inviata, Dolores Umbridge (Imelda Staunton, nomination agli Oscar e coppa Volpi a Venezia per "Vera Drake"), maga rotondetta animata da spirito inquisitore nonostante il perenne abbigliamento rosa confetto, mandata a sorvegliare il college. Perché è in atto uno scontro di poteri: Cornelius Caramell, ministro in carica della magia, non crede che Lord Valdemort sia di nuovo in circolazione, e sospetta che Albus Silente e Harry Potter si siano inventati tutto orchestrando un complotto per soffiargli il posto. Forse ha paura di guardare ancora il male negli occhi, e preferisce negare tutto scagliandosi contro i due maghi: Harry rischierà l’espulsione dalla scuola, e Silente verrà spodestato.
E con l’attesa di un conflitto imminente - "credi che ci sarà una guerra?" chiede a un certo punto il maghetto al suo padrino - e un senso profondo di irrequietezza verso il futuro prossimo, le metafore della realtà mondiale sono servite. Resta da capire se la regia di David Yates, specialista di serie tv ingaggiato anche per il prossimo episodio, e gli occhi blu di Radcliffe, manterranno viva l’attesa anticipatrice che ha sempre accompagnato la Potter-mania cinematografica. Perché la magia rischia di scomparire se il mistero viene svelato.
* la Repubblica, 10 luglio 2007
Harry Potter, il maghetto questo mese festeggia 21 anni di vita. E di successi planetari senza precedenti
Sortilegi? Buffonerie. Coincidenze? Non esistono. Dato di fatto: un elefantino con la proboscide rivolta al cielo si dice essere di buon auspicio. The Elephant House è il nome del pub di Edimburgo dove, tra il 1993 e il 1995, Joanne Rowling - ancora senza la «K.» con cui diverrà la suddita di Elisabetta II più ricca della sua stessa sovrana -, crea l’incantesimo di nome Harry Potter: un mago orfano di 11 anni diventa adulto in una scuola di magia di un mondo parallelo a quello di ognuno di noi.
L’epopea della vita, lo scavo dell’anima. Rowling lo immagina con una cicatrice a forma di saetta sulla fronte, chioma ribelle, occhi verdi e brillanti, occhiali tondi, sempre rotti. La cicatrice, segno di un destino di sofferenza, lotta e vittoria, inflitta da Voldemort, il mago cattivo suo nemico numero uno mentre tenta di sopprimerlo in fasce. Joanne è giunta a Edimburgo dal Portogallo, con una bimba piccola, alle spalle una matrimonio fallito, senza lavoro e oppressa dallo spettro della depressione: lo esorcizzerà nei mefitici Dissennatori della saga, creature capaci di «risucchiare anima, speranza e felicità». Il maniero di Edimburgo la osserva dalla vetrata del pub, mentre sul tavolone centrale scrive, scrive. Finisce pure lui nel libro: Hogwarts, la scuola di magia più rinomata al mondo, il cui preside è Albus Silente. Con una partita a scacchi, magici, e l’incontro con Voldemort chiude il manoscritto, il primo dei 7 romanzi: Harry Potter e la Pietra Filosofale. Che fatica trovare chi lo pubblichi. La Bloomsbury accetta, esce nel 1997.
Sarà un El Dorado, lo diverrà pure per Salani che lo traduce in Italia. 26 giugno 2018: ben 20 e un anno dal debutto. E luglio è il mese potteriano: il 31 è il compleanno di Harry Potter, come lo è della sua creatrice; il 23 luglio Daniel Radcliffe, l’interprete sul grande schermo della saga, compirà 29 anni. Il distillato degli 8 film, tratti dai 7 volumi, nel 2009 diventa Harry Potter: The Exhibition, mostra nata a Chicago, 4 milioni e mezzo di visite e ora a Milano fino al 9 settembre: già 200mila i biglietti venduti. 450 milioni le copie vedute tra il 1997 e il 2007; traduzioni in 77 lingue, oltre in greco antico e latino. Non si tratta solo di un fenomeno editoriale. Il successo planetario - scatenerà l’ira e i roghi veri di sette in odor di Malleus Maleficarum da caccia alle streghe - sta nell’averci aperto una porta, permetterci di sperare, affrontando le sfide della vita. Certo Harry Potter (il cognome è quello dei vicini di casa della scrittrice) e gli inseparabili amici Ron ed Hermione (alter ego di Rowling per sua ammissione), fanno magie. Ma quella vera sta nel combattere contro male, ipocrisia, tradimento.
Gli allievi di Hogwarts sono un team multietnico, figli di maghi e babbani (i non maghi), amici per la pelle, di ogni colore. Studio e intuito, coraggio e strafottenza. Magia. Il loro elisir. Ma chi non la vorrebbe una bacchetta (gadget tra i più venduti)? Quando Bloomsbury decide (astutamente) di vendere contemporaneamente nel mondo la versione inglese la notte del Solstizio, l’attesa: il Sogno di una notte di mezz’estate. Bando ai sortilegi. Nel 2017 Rowling ci riporta con i piedi per terra. Edita un libriccino. Sottotitolo: I benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione; titolo: Buona vita a tutti. Una lectio per Harvard. Sintesi? «Non occorre la magia per trasformare il mondo. Dentro di noi abbiamo già tutto il potere che ci serve: il potere di immaginarlo migliore».
Harry Potter, dal 1997 tradotto in 77 lingue: dieci cose da sapere sul mago degli incassi
Uscito il 26 giugno 1997, nei primi 10 anni ha venduto 450 milioni di copie. Dai 7 romanzi tratti 8 film protagonista Daniel Radcliffe; 77 le lingue (più greco antico e latino) in cui è stato tradotto
Un erede da botteghino
Nel 2016, dopo 9 anni dall’uscita del settimo e ultimo libro, arriva «Harry Potter e la maledizione dell’erede», sceneggiatura dello spettacolo debuttato a Londra, sold out per mesi.
Incredulità magica
Nel primo romanzo della saga «Harry Potter e la Pietra Filosofale», Harry pronuncia questa frase quando scopre di essere un predestinato. Connotandone lsubito la compelssa personalità «Non posso essere un mago... Voglio dire, sono solo Harry... Solo Harry!».
Errori
Edvige? Un signor gufo. Candida e accudente, Edvige la bianca civetta, animale magico e amica di Harry. Quella che si vede nel film è un Gufo delle nevi, ed è un esemplare maschio scelto per il piumaggio totalmente bianco
Una K portafortuna
La «k.» che non c’entra. J. K. Rowling è lo pseudonimo di Joanne Rowling, l’ideatrice della saga (Yate, 31 luglio 1965) e autrice dei 7 libri. La K. sta per Kathleen, nome della nonna paterna, aggiunta dagli editori a scopo promozionale
Pseudonimo
Un’autrice di nome Robert. Robert Galbraith è lo pseudonimo della Rowling con cui firma (2013-2015) i gialli: Il richiamo del cuculo, Il baco da seta e La via del male. Nel 2017 a sua firma la lettera: Buona vita a tutti.
Magia messa a nudo
Daniel, nudo sfida Harry. Daniel Radcliffe, 29 anni il 23 luglio, nel 2000 viene scelto come l’Harry Potter dei film: l’ultimo ciak nel 2010. L’attore nel 2007 a Londra debutta a teatro in Equus di Shaffer e recita nudo in scena
Scacco al re
Nel film tratto dal primo libro (la Pietra filosofale), la scacchiera dei maghi su cui si gioca la partita conclusiva è un vero set, sul quale si muovevano pezzi giganti del peso di oltre 250 kg
Lezione di vita
Sin dall’inzio della sua storia magica, padrino di Harry sarà Albus Silente, preside della scuola di magia di Hogwarth. Dirà ad Harry sin da bimbo. «Non serve a niente rifugiarsi nei sogni, Harry, e dimenticarsi di vivere». Grande Lezione di vita
Incantesimi
Un mondo di incantesimi. Tra generici e difensivi, trasfigurazioni e malefici va oltre 200 il numero degli incantesimi citati tra libri, film e giochi. L’Incanto Patronus (scudo protettivo) è tra i più complessi.
Celebrazioni
La biblioteca dei sortilegi La British Library di Londra nel 2017 per i 20 dall’uscita del primo libro ha allestito la mostra Harry Potter: A History of Magic (da ottobre 2018 a New York), con pezzi unici: come la vera pergamena della Pietra Filosofale del ‘500
* Gian Luca Bauzano (Corriere della Sera, Liberi Tutti, 06.07.2018)
Harry Potter, un mito nato 20 anni fa. Il 26 giugno 1997 usciva “La pietra filosofale” *
Compie vent’anni Harry Potter e la pietra filosofale. Il 26 giugno 1997 arrivava nelle librerie inglesi il primo volume della saga che ha rivoluzionato il mondo del fantasy e della letteratura per ragazzi, creato una nuova generazione di lettori e cambiato la vita dell’autrice, J. K. Rowling, che ha superato in ricchezza la Regina Elisabetta e conquistato milioni di fan di tutte le età ed estrazioni. Un libro che è andato oltre l’evento editoriale per diventare un esplosivo fenomeno sociale globale.
In Italia un anno dopo
Eppure, anche se è difficile da credere oggi, la storia del maghetto con la cicatrice a forma di fulmine sulla fronte, che ha spopolato in tutto il mondo, è stata rifiutata da 12 editori prima di essere pubblicata in Inghilterra, il 26 giugno 1997, dalla casa editrice Bloomsbury che ha preparato grandi festeggiamenti per il ventennale, tra cui edizioni speciali de La pietra filosofale con otto nuove copertine con lo stemma delle casate di Hogwarts. Il Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde dove i ragazzi che arrivano a Hogwarts vengono smistati da un Cappello magico. Mille gli esemplari della prima edizione ricercatissima dai collezionisti pronti a pagarla a peso d’oro. In Italia a capire la portata della storia del maghetto dai prodigiosi poteri è stata la casa editrice Salani che ha pubblicato il libro un anno dopo, il 29 maggio del 1998: un boom a tempi record anche nel nostro Paese.
Un’idea nata in treno
L’idea di Harry Potter è venuta alla Rowling nel 1990, durante un viaggio in treno da Manchester a Londra, come ha raccontato più volte la scrittrice. Da quel giorno è partita un’avventura che sarebbe diventata la saga in 7 volumi che ha venduto 450 milioni di copie nel mondo e 11 milioni di copie in Italia. È stata pubblicata in 200 Paesi e tradotta in 79 lingue. Nel Regno Unito i primi quattro volumi sono usciti a distanza di un anno l’uno dall’altro e gli altri tre con un intervallo di due anni e sono arrivati nelle librerie italiane a distanza di massimo 8 mesi dall’edizione inglese.
Scritto negli anni tra il matrimonio e il divorzio dal giornalista portoghese Jorge Arantes - dal quale la Rowling ha avuto la prima figlia Jessica, nel 1993 - sulla genesi de La pietra filosofale si è anche molto favoleggiato raccontando della scrittrice sola, disoccupata, con una bambina piccola che scriveva al bar sotto casa, a Edimburgo, perchè non aveva i soldi per pagarsi il riscaldamento. Joanne Rowling, vero nome della scrittrice, che su consiglio del suo primo editore ha usato lo pseudonimo letterario J.K. Rowling per far credere che La pietra filosofale fosse stata scritta da un uomo, è nata il 31 luglio 1965 in un sobborgo di Bristol da una famiglia di modeste origini, ha cominciato a scrivere a sei anni.
La pottermia
Sul motivo della pottermania e dell’inarrestabile successo della saga, anche al cinema - il primo film della Warner è uscito nel 2001 con Daniel Radcliffe - si è molto dibattuto, sono usciti studi e volumi. Il maghetto adolescente, orfanello apprendista stregone alla Hogwarts School di Albus Silente, dove la posta è consegnata dai gufi e lo sport preferito è il Quidditch che si pratica a cavallo di un manico di scopa, ha catalizzato l’attenzione anche dei ragazzini più riluttanti alla lettura per la facilità a identificarsi con il suo mondo fantastico dove l’amicizia e il coraggio vincono la paura. E dove la comunità magica vive fianco a fianco a quella dei Babbani che non sono dotati di poteri magici. -E poi c’è Lord Voldemort, il malvagio “Signore Oscuro” che ha tentato di uccidere Harry. Parole magiche sono entrate nel linguaggio della generazione Harry Potter, quella dei lettori che adesso hanno fra i 19 e i 30 anni ma l’attrazione continua anche per i bambini di oggi. La pottermania ha generato una pioggia di gadget tra libri e film. L’uscita di ogni volume è stata un evento superatteso con notti bianche nelle librerie. Sui social si sono scatenati i fan con anticipazioni, indiscrezioni e curiosità ad ogni uscita di volume e nelle sale per ogni film l’invasione è stata massiccia.
Per l’anniversario la Bloomsbury ha organizzato, per ottobre 2017, con la British Library una mostra sulla magia ispirata alla saga di Harry Potter, con draghi, grifoni, oggetti e manoscritti sulle origini della Pietra Filosofale. In Italia si cominciano a preparare i festeggiamenti per il 2018 e intanto su Pottermore, il portale web dedicato ai fan di Harry Potter è stato lanciato il Club del Libro ufficiale.
* La Stampa, TuttoLibri, 2017/06/26 (ripresa parziale, senza immagini).
di Marco Ciardi (Il Sole-24 Ore, 30 ottobre 2016)
Se vi è capitato di sentire dire da qualcuno che leggere Harry Potter fa male, perché non aiuta i ragazzi a crescere bene, beh, sappiate che si è sbagliato di grosso. Perché riempire la testa di giovani lettori con storie di maghi e streghe, di unicorni, ippogrifi e altre creature fantastiche? La risposta a questa domanda è già stata data, alcuni secoli fa, da uno degli inventori della scienza moderna, Galileo Galilei: quando leggiamo un libro di fantasia non è assolutamente importante che quello che c’è scritto dentro sia vero. Però sviluppare l’immaginazione e la creatività sin da piccoli ci sarà di grande aiuto in qualsiasi attività poi svolgeremo da grandi. La lettura preferita di Galileo era un libro di Ludovico Ariosto, l’Orlando Furioso, praticamente l’Harry Potter dei suoi tempi. E non pare che quella lettura gli abbia impedito di diventare un grande scienziato. Anzi, forse lo è diventato proprio per quello.
Che i racconti di storie fantastiche abbiano sviluppato l’immaginazione scientifica di molti bambini non è certo una novità. I costruttori dei razzi che hanno portato l’uomo nello spazio hanno spesso confessato di aver letto Dalla Terra alla Luna, il romanzo di Giulio Verne, in cui tre uomini volano verso il nostro satellite a bordo di un enorme proiettile sparato da un cannone.
Harry Potter e la maledizione dell’erede, uscito in lingua inglese alla fine di luglio e pubblicato in italiano circa due mesi dopo, racconta una storia (nella forma di sceneggiatura teatrale, non di romanzo) che si svolge diciannove anni dopo il settimo e ultimo capitolo della saga, Harry Potter e i doni della morte.
Questa volta, dunque, i protagonisti del racconto sono anche i figli di Harry e Ginny, di Ron e Hermione, di Draco Malfoy. Se vi rivelassi il nome della madre del figlio di Draco, Scorpius, farei un’anticipazione troppo grande per chi ancora non avesse letto il libro. Che spero possa continuare ad appassionare, come è accaduto in passato in molte famiglie, genitori e figli contemporaneamente, anche se la prima generazione di piccoli lettori dei libri di J. K. Rowling è ormai diventata grande, e forse qualcuno di quei ragazzi di una volta è già a sua volta genitore.
Certo è che il rapporto tra genitori e figli è uno dei temi centrali di questo nuovo capitolo dedicato al mago più famoso della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts; un motivo in più per leggerlo insieme in famiglia e magari anche discuterne.
Anche perché viene affrontato il tema decisivo delle scelte che tutti noi, prima o poi, siamo costretti a compiere. Come dice Albus Silente in Harry Potter e la camera dei segreti «sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità». Perciò non vi spaventate se Harry Potter è ambientato nel mondo dei maghi. La magia è solo un pretesto per parlare della nostra realtà, in un modo che però ci aiuta anche a sognare.
Harry Potter, inoltre, ci può insegnare molte cose sotto molteplici punti di vista, incluso quello storico. Un compito che, ad esempio, ha svolto in maniera egregia il nostro Topolino, sulle cui pagine numerose generazioni hanno appreso, forse ancor prima che a scuola, tantissime informazioni. Infatti, contrariamente a quello che si può pensare, gli scrittori di opere di fantasia (inclusi gli autori di fumetti) spesso si documentano molto attentamente prima di realizzare le loro storie.
Ecco dunque che, grazie alla lettura di Harry Potter e la pietra filosofale, il primo romanzo della serie, veniamo a scoprire che l’unico ad aver fabbricato la mitica pietra, la quale trasforma il piombo in oro e dona l’immortalità, è un certo Nicolas Flamel. Si tratta di un personaggio partorito dall’immaginazione di J. K. Rowling? Assolutamente no. Nicolas Flamel è un uomo realmente esistito, nato in Francia, a Pontoise, il 28 settembre 1330, e morto a Parigi il 22 marzo 1418. Con il suo lavoro di copista e libraio, Flamel accumulò grandi ricchezze e le incrementò con abili speculazioni immobiliari. Ricchezze che, probabilmente, alimentarono la leggenda che fosse riuscito a fabbricare la pietra filosofale, come si narra in un testo, a lui attribuito, pubblicato nel 1612. In realtà, si tratta di un falso ben costruito, che fu studiato anche da Isaac Newton, uno degli scienziati più importanti di tutti i tempi, molto interessato a questi argomenti. Insomma la lettura di Harry Potter può essere assai istruttiva, se si ha la pazienza di documentarsi sulle fonti di cui ha fatto uso l’autrice.
I libri di J. K. Rowling, tra l’altro, possono essere un ottimo strumento proprio per comprendere la differenza tra scienza e magia. Come i fans del maghetto sanno, infatti, non tutti possono frequentare Hogwarts, ma solo coloro che possiedono un particolare ’dono’, che è appunto quello della magia. I Babbani, cioè le persone prive di poteri magici, non possono in nessun modo salire sull’Espresso di Hogwarts dal binario 9 ¾ della stazione di King’s Cross a Londra.
La magia, dunque, è per pochi, La scienza, invece, è per tutti. Ognuno di noi, naturalmente purché abbia voglia di impegnarsi, può accedere allo studio dei segreti e delle meraviglie della natura, e condividere con tutti gli altri le proprie scoperte e le proprie conoscenze.
Non è una differenza da poco ed è questo il motivo per cui, una volta cresciuti, non dobbiamo più fare confusione tra scienza e magia, sempre ammesso che l’avessimo fatta da piccoli. Inoltre, scoprire che la magia non esiste non deve certo cancellare il nostro bisogno di immaginare, creare e sognare.
Non voglio fare troppi spoiler (come ormai si usa dire, anche se probabilmente i ragazzi conoscono oggi il termine molto più degli adulti), ma tutta la struttura di Harry Potter e la maledizione dell’erede è basata sulla possibilità dei viaggi nel tempo, grazie all’uso dei famosissimi “Giratempo” (confesso che ne abbiamo uno in famiglia), oggetti che hanno la forma di una collana con una clessidra come ciondolo. Si viene così proiettati nel fantastico mondo dei paradossi temporali, che molti di noi hanno probabilmente imparato a conoscere ed amare con la bellissima trilogia cinematografica di Ritorno al futuro.
Il tema dei viaggi nel tempo, tuttavia, ormai non interessa più solo gli autori di storie fantastiche o di fantascienza, ma viene affrontato con serietà anche dalla ricerca scientifica. Chissà, forse tra i giovani appassionati di Harry Potter ce ne sarà uno che riuscirà ad inventare la macchina del tempo. Anzi, non sorprendetevi troppo di vedere arrivare un giorno uno dei vostri figli dal futuro. Sicuramente avrà letto La maledizione dell’erede.
*
J. K. Rowling, Harry Potter e la maledizione dell’erede, trad. di Luigi spagnol, Salani, Milano, pagg. 368, e. 19,80.
Harry Potter può fermare la corsa di Trump alla Casa Bianca
’Tycoon come Voldemort’, i libri saga riducono il consenso *
Altro che Hillary Clinton: il vero avversario di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali si chiama Harry Potter. Il maghetto più famoso del mondo, uscito dalla penna di J.K. Rowling, potrebbe ostacolare la corsa del candidato repubblicano alla Casa Bianca a mani basse, senza neppure un colpo di bacchetta magica: merito dei buoni sentimenti e dei valori di giustizia e tolleranza che trasudano dei libri della saga, e che pagina dopo pagina aumentano l’avversione degli elettori americani verso il candidato repubblicano e i politici autoritari in genere. Lo dimostra un sondaggio dell’Università della Pennsylvania pubblicato sulla rivista ’PS: Political Science and Politics’.
’’Per i lettori di Harry Potter è praticamente impossibile ignorare le somiglianze che accomunano Trump con il personaggio affamato di potere Voldemort’’, scrive la coordinatrice dello studio Diana Mutz, docente di scienze politiche e comunicazione. Il suo gruppo di ricerca è giunto a questa conclusione dopo aver intervistato un campione rappresentativo della popolazione statunitense nel 2014 e poi nel 2016, con l’obiettivo di scoprire quanti fossero i fan del mago di Hogwarts e cosa pensassero riguardo a temi ’caldi’ come la pena di morte, le torture, le discriminazioni verso gay e musulmani, nonché la candidatura di Donald Trump alle presidenziali.
Come se ce ne fosse stato bisogno, i risultati confermano che Harry Potter è un personaggio trasversale che ha conquistato lettori di ogni partito, democratici, repubblicani e indipendenti senza distinzioni. Quello che più sorprende, però, è l’effetto della saga sulle opinioni degli elettori. Per ogni libro di Harry Potter letto, il gradimento di Trump cala del 2-3%.
’’Può sembrare poco - sottolinea Mutz - ma se consideriamo un elettore che ha letto tutti e sette i libri, il gradimento di Trump scende di 18 punti su una scala di 100, un effetto simile a quello che può avere l’identificazione con il proprio partito su questioni come quelle dei gay e dei musulmani’’.
La lettera d’addio di Alan Rickman ai fan di Harry Potter e Severus Piton
di Redazione (L’Huffington Post 14/01/2016 - ripresa parziale)
Alan Rickman, morto oggi a 69 anni per un cancro, verrà ricordato per i tanti ruoli interpretati nel corso della sua carriera sul grande schermo, nonostante abbia iniziato a recitare per il cinema solo a 41 anni. Prima era dedito esclusivamente al teatro.
Sicuramente è conosciuto dai cinefili più giovani, in particolare dai fan della saga di Harry Potter, per aver interpretato il professor Severus Piton. La lettera pubblicata su Empire nel 2011, e qui riproposta, la scrisse in occasione della fine delle riprese di Harry Potter e i Doni della Morte.
“Sono appena tornato dallo studio di doppiaggio dove ho parlato in un microfono come Severus Piton per l’ultimissima volta. Sullo schermo c’erano alcune immagini flashback di Daniel, Emma e Rupert di dieci anni fa. Avevano dodici anni. Sono anche tornato di recente da New York, e mentre ero là ho visto Daniel cantare e ballare (in modo brillante) a Broadway. Una vita intera sembra essere passata in pochi minuti.
Tre bambini sono diventati adulti da quando una telefonata di Jo Rowling, che conteneva un piccolo indizio, mi convinse che c’era ben più in Piton di un costume sempre uguale, e che anche se all’epoca solo tre libri erano stati pubblicati, lei aveva già in mente l’intera, imponente e delicata storia.
È un bisogno antico quello di farsi raccontare storie. Ma la storia necessita di un grande narratore. Grazie per tutto, Jo”.
Rickman è venuto a mancare a Londra. La famiglia ha comunicato la notizia: "L’attore e regista Alan Rickman è morto di cancro all’età di 69 anni, circondato dall’affetto dei famigliari e degli amici".
Rickman nacque ad Acton, Londra Ovest. Ha frequentato la Royal Academy of Dramatic Art e ha iniziato la carriera sul palcoscenico dopo essersi laureato, recitando anche con la Royal Shakespeare Company.
Alan Rickman: com’è riuscito a nascondere a tutti la vera storia di Piton, anche ai registi
di Redazione (L’Huffington Post, 14/01/2016 - ripresa parziale)
Alan Rickman è - e sarà sempre - nell’immaginario collettivo il professor Severus Piton. Solo lui, assieme a J.K. Rowling, era a conoscenza della vera storia del professore di Harry Potter, prima di Pozioni e poi di Difesa dalle arti oscure. Prima meditabondo nemico poi eroe senza macchia e senza paura.
Infatti, all’inizio, lui appariva come il cattivo e sia i lettori che gli appassionati del film - all’epoca non era ancora uscito I Doni della Morte - erano convinti che fosse schierato con il male.
Eppure Rickman, sin dalle prime riprese, era a conoscenza del fatto che lui non fosse il cattivo. Non stava dalla parte di Voldemort, ma era un agente segreto al servizio di Silente. E la Rowling si era rassicurata addirittura di mantenere il segreto anche con i registi. E Rickman ha mantenuto la parola.
"È stato molto divertente, anche perché capitava che i registi dicessero ad Alan cosa fare in una determinata scena e lui rispondeva: ’No, non posso farlo. Io so cosa sta per accadere e tu no’", ha raccontato il produttore della serie, David Heyman. "Aveva compreso pienamente il carattere del personaggio e oggi, riguardando i film, si può notare che in alcune scene c’era sempre un accenno, uno sguardo, un’espressione che faceva capire che stava accadendo qualcosa di più rispetto a quanto mostrato. Trasmetteva emozioni incommensurabili".
Anche Harry Potter fa bene agli scienziati
Il saggio epistemologico di Marco Ciardi (Carocci)
di Gillo Dorfles (Corriere della Sera, 15.12.2014)
Che un grande scienziato come Galileo e uno dei massimi filosofi tedeschi come Kant non fossero del tutto alieni da avere delle «illuminazioni» che trascendevano la loro consueta razionalità, non può non stupire, ma è fondamentale per comprendere, che non esiste una unicità della struttura mentale che sia completamente estranea dalle interferenze con materie diverse da quelle di solito impiegate. E allora non è sorprendente che un filosofo come Kant avesse, alle volte visto degli «spiriti»; anzi che avesse avuto addirittura dei rapporti - probabilmente medianici o iniziatici che gli permettessero di avere un comportamento del tutto diverso dal consueto; e ciò, oltretutto, significava che l’impostazione iper-razionale del suo pensiero poteva egualmente adeguarsi da quello basato su un genere completamente diverso tra conoscenza e coerenza.
Naturalmente questa ambiguità cui ho accennato si verifica in quasi tutti i rapporti tra l’uomo e la scienza, l’uomo e la conoscenza, perché non bisogna dimenticare che nel rapporto tra pensiero scientifico, pensiero imaginifico e pensiero artistico esistono dei legami indissolubili più spesso ambigui, mentre lo stesso può dirsi per quello che riguarda quello che potremmo definire come atteggiamento magico (sempre però tenendo presente che dicendo fattore magico non intendo accettare gli esempi di una banale azione come quella di una fattucchiera o di una falsa veggente, che predice il futuro). Col termine magia, infatti indichiamo quell’atteggiamento tra il misterico e l’onirico che costituisce un equivalente di quel territorio magico nel quale agiscono le forze più oscure - ma anche più fantastiche - che spesso guidano l’uomo nei suoi rapporti con il prossimo.
Quando nella copertina del suo recente testo Galileo & Harry Potter , Marco Ciardi premette: «La magia può aiutare la scienza», colpisce nel segno nel sintetizzare quello che sarà l’argomento principe della sua trattazione; ossia fin a che punto il pensiero scientifico possa coincidere o meno col pensiero letterario e col pensiero magico. È ovvio che, dicendo pensiero magico, intendo quella disposizione d’anima che consente anche una visione non materialistica della vita e addirittura una possibile situazione iniziatica o mediatica. Dicendo magia dunque non alludiamo alle così dette previsioni delle “veggenti”, ma per contro accettiamo il fatto che spesso le argomentazioni della ragione possano non andare disgiunte da premesse esoteriche, capaci di realizzare un tessuto onirico-magico, denso di ulteriori situazioni emergenti.
Troppo spesso non si tiene conto come quello che esula dal nostro «stato di coscienza» può albergare delle cognizioni «apparentemente nascoste» che trovano inaspettatamente la loro elucubrazione.
Lungi da me l’idea di favorire i principi dell’irrazionale, dell’onirico; ma per contro riconosco la mia volontà di ammettere l’esistenza coeva di un pensiero scientifico e di un pensiero immaginifico (e, perché no, di un pensiero magico).
Per concludere con le stesse parole dell’autore, possiamo affermare che tra scienza, magia e fantasia è possibile sempre uno scambio attivo e positivo, purché non avvenga una confusione di termini tra cultura scientifica e speculazione fantastica col volere attribuire a entrambe lo stesso significato e la stessa portata costruttiva della personalità umana, sia che ci si rivolga ai grandi maestri della scienza come Galileo, Kant, che alle - solo apparentemente - ingenue fantasticherie della J.K.Rowling nella sua fantasmagoria sul maghetto Harry Potter.
Sarà sempre evidente che una confluenza tra scienza e arte, tra coscienza e magia, saranno preziose per dare all’uomo una completa visione del mondo nel quale è stato proiettato dal suo destino. Ecco allora come dall’attività di uno scienziato come Galileo Galilei fino alle invenzioni romanzate della J.K. Rowling esiste tutto sommato un filo conduttore che possiamo definire magico e che ci aiuta a ragionare anche al di fuori delle consuete coordinate che regolano - o dovrebbero regolare - il nostro pensiero e la nostra esistenza.
CINEMA
Harry Potter, addio a Hogwarts
l’ultima volta del maghetto sul set
Malinconia nei teatri di posa vicino Londra fra gli attori della saga.
Si gira l’epilogo della serie. "Siamo cresciuti qui, ci mancherà"
di SILVIA BIZIO *
LONDRA - Negli enormi teatri di posa degli studi di Leavesden, la ex fabbrica di Rolls Royce (e ancora prima pista di atterraggio del dopoguerra) a un’ora da Londra, è palpabile il senso di malinconia che aleggia fra i quasi 1000 impiegati che da oltre dieci anni sono impegnati nella realizzazione dei film tratti dalla saga dei romanzi di Harry Potter.
Siamo a poche settimane dalla fine delle riprese di "Harry Potter e i doni della morte", il settimo e ultimo romanzo di J. K. Rowling (uscito in Usa nel luglio 2007, ha subito battuto ogni record di una prima stampa nel mondo, con 72 milioni di copie vendute in pochi giorni), per la regia di David Yates (cui si devono Harry Potter 5 e 6). Come noto il film verrà diviso in due parti che Yates sta girando contemporaneamente e che usciranno rispettivamente nel novembre 2010 e luglio 2011 in 3D.
"A dire la verità ero contrario a spezzare la storia in due film, non lo avevamo mai fatto prima", dice il produttore David Hayman, cui si deve la scoperta del primo libro della Rowling. "Ma quando Steve Kloves, sceneggiatore di tutti questi film, ha cominciato a lavorare sull’adattamento è risultato evidente che in un solo film di tre ore non avremmo reso giustizia alla storia, avremmo dovuto tagliare troppo. Steve diceva addirittura che c’era abbastanza materiale per farne un terzo. E tanto vale essere onesti", aggiunge Hayman. "Il successo di "Avatar" ha confermato la popolarità del 3D, e quindi abbiamo deciso di trasformarlo in post produzione, anche se questo non era il piano originale".
Dal regista ai produttori, allo scenografo premio Oscar Stuart Craig che ha disegnato tutti gli incredibili set dei sette film (che diventeranno presto teatro di attrazione della Universal a Orlando, Florida, e forse parte di un museo permanente a Leavesden), agli attori e la troupe, la vita post Harry Potter sta diventando realtà. Perfino Rupert Grint (Ron Weasley), incontrato sul set, ha sentimenti contraddittori: "Ho passato metà della mia vita a girare questi film, siamo cresciuti insieme, con Daniel, Emma e la troupe. È difficile pensare che sono gli ultimi giorni e poi sarà tutto finito. So che tutto questo mi mancherà, ma allo stesso tempo assaporo la libertà e la possibilità di andare avanti con la carriera", dice il giovane attore, che ancora guida il suo camioncino per gelati e un pickup Chevrolet del ’67 e che si vedrà presto sugli schermi nel piccolo film "Wild target" di Jonathan Lynn accanto a Rupert Everett e Emily Blunt.
"A differenza dei primi sei film, girati in un’atmosfera molto più protetta, questo ci ha portato fuori, anche nel Galles, in posti sconosciuti, campeggiamo nelle foreste, il mondo appare più grande. Abbiamo passato tanta parte dell’anno in questo studio uscirne è stata una scoperta eccitante. Certamente questo film è molto più complicato, e ha tanti trucchi in più".
Daniel Radcliffe è malato, ragion per cui la produzione ha cambiato programma all’ultimo momento e sta recuperando spezzoni di scene con effetti speciali girate magari un anno fa: fra queste la riconfigurazione al computer delle misure del gigantesco Hagrid (Robbie Coltrane) di fronte ai sette giovani dell’Ordine che dopo aver bevuto una pozione Polisucco hanno preso tutti le sembianze di Harry.
"Per fortuna questi film sono tanto complessi e ci sono così tanti ruoli che se un attore principale manca per un giorno abbiamo sempre altro da fare", spiega Yates, parlando nell’enorme set deserto del Ministero delle arti magiche che ormai ha rivelato la sua vera natura di regime oppressiva e fascista: una gigantesca costruzione di mattonelle nere e verdi e fregi dorati con uffici che sembrano aleggiare nel vuoto. Al centro del set domina una fontana in stile realismo socialista metafora della superiorità che i maghi purosangue sentono nei confronti dei maghi Babbani, raffigurati schiacciati fra due lastre di granito e sovrastata dalle figure di una strega e un mago. È in questo Ministero che i nostri tre eroi, Harry (Daniel Radcliffe), Ermione (Emma Watson) e Ron (Grint) s’infiltrano per recuperare il medaglione di Dolores Umbridge (Imelda Staunton), uno dei sette Horcrux in cui Voldemort ha nascosto la sua anima.
"Parte I è un "road movie" girato in stile documentaristico e con grande uso di steadycam", racconta Yates, "assai diverso dall’atmosfera che dominerà la seconda parte. Ma la storia è arrivata alla conclusione naturale, e il film sarà come sempre fedele al libro, senza sorprese. I fan possono dormire sonni tranquilli".
* la Repubblica, 29 aprile 2010
CURIOSITA’
Mago Zurlì sale in cattedra ecco la scuola di Harry Potter
Cino Tortorella, escluso dallo Zecchino d’Oro per via - dice - della sua età, non ha intenzione di andare in pensione. Tra i suoi progetti un osservatorio per l’infanzia e un piccolo istituto di magia a Berceto, nell’Appennino parmense. Insegnante di prestigio, mago Gentile. Entusiasti il sindaco Luigi Lucchi e l’assessore (ed ex presidente della Camera) Irene Pivetti
di Stefania Parmeggiani *
Una scuola di magia, come quella frequentata da Harry Potter. Solo che invece di essere a Hogwarts, nella campagna scozzese, siamo a Berceto, 2500 anime sulla via francigena. E invece di Albus Silente, preside dalla lunga barba bianca, troviamo Mago Zurlì, calzamaglia azzurra e brillantina da illusionista. Dal suo cilindro esce un istituto per aspiranti maghi e streghette di Italia, un luogo in cui imparare i trucchi del mestiere e volare, se non proprio a cavallo di una scopa, almeno con la fantasia.
Cino Tortorella, presentatore televisivo a cui Umberto Eco affidò alla fine degli anni ’50 il personaggio di mago del giovedì, è stato messo alla porta dai vertici Rai: dopo tanti anni rischia di non essere più negli studi dell’Antoniano per via - è la motivazione ufficiale - di una causa intentata dallo stesso Tortorella contro l’Antoniano. “Scusi ma lei quando ha intenzione di andare in pensione?” Gli ha chiesto il capostruttura di Raiuno Antonio Azzalini. “Avrò pure i miei anni, che più o meno sono quelli del Papa e del Presidente della Repubblica. Dovremmo essere tutti rottamati? Non mi sembra il caso”.
Harry PotterI maghi, si sa, non hanno età e lui, alla soglia delle ottanta primavere, non ha alcuna intenzione di riporre la calzamaglia nel baule. Non sparirà, anzi... Ecco il colpo di magia: una scuola nell’Appennino parmense dove allevare aspiranti Harry Potter. Il luogo si presta: Berceto è immerso tra i boschi e a proteggerlo dagli indesiderati non sono chissà quali incantesimi, ma un’atmosfera decisamente suggestiva, che lo rende già sede del più grande monastero Zen d’Europa.
L’amministrazione è entusiasta: il sindaco Luigi Lucchi ha incontrato Tortorella insieme al suo assessore Irene Pivetti. Sì, proprio la ex presidente della Camera che smessi i panni della presentatrice televisiva ha deciso di rinascere come amministratrice. “E’ un progetto privato - spiega il primo cittadino - e noi siamo favorevoli a iniziative come questa. Ben vengano...”. Dietro la cattedra Mago Felice, volto noto della televisione e delle piazze italiane: “Sarà lui il mio insegnante di prestigio”, il professore a cui affidare le diverse materie. Il programma di studi è ancora sulla carta, quindi inutile tentare accostamenti con le lezioni di volo di Madama Bumb o le trasfigurazioni della McGranitt. E poi la scuola, che si chiamerà “ stanza dei maghi”, sarà solo una parte della “Casa di Mago Zurlì”, in realtà un serissimo progetto a tutela dell’infanzia.
Un osservatorio che dovrebbe avere, dopo Berceto, una seconda sede in Puglia. “Al centro del mio impegno c’è sempre l’infanzia - spiega Tortorella -. Prima delle elezioni sottoposi ai candidati premier un patto in sette punti per la tutela dei più piccoli. Firmarono Casini e Berlusconi e oggi mi piacerebbe tornare dal presidente e chiedergli cosa ha fatto per onorare quel patto, ad esempio per proteggere i giovani spettatori”. In cantiere anche un docufilm per combattere l’obesità dei bambini. “Chiederò al mio vecchio amico Ermanno Olmi di firmare la regia”. Oltre a questo la scuola di magia. Tortorella ha depositato le richieste all’ufficio urbanistica, ma non vuole dire di più. Da buon prestigiatore sa che le carte non vanno svelate tutte e subito. Un po’ di suspance per proteggere il centro, così come avviene nella saga del maghetto inglese, dagli sguardi dei miscredenti. Di certo i maghi non vanno in pensione.
* la Repubblica, 13 novembre 2009
In arrivo il 15 luglio l’ultimo ’Harry Potter’
Atmosfere cupe, musica incalzante, scene che mal non starebbero in un film dell’orrore: con "Il Principe Mezzosangue" la saga di Harry Potter diventa qualcosa di più che una fiaba per bambini. L’universo magico a cui eravamo abituati cambia infatti del tutto, a partire da Hogwarts. Che da scuola di elite, vera e propria Cambridge di streghe e stregoni, si tramuta in un luogo pericoloso, ultimo bastione contro l’ascesa dei Mangiamorte. E non può che essere così: la resa dei conti tra Lord Voldemort e Harry, infatti, si avvicina sempre di più.
I fan di Harry possono stare quindi tranquilli: il nuovo film - l’uscita nelle sale è fissata per il 15 luglio, ma chi davvero non sa aspettare sappia che la 39/a edizione del festival di Giffoni si aprirà il 12 luglio con l’anteprima italiana del "Principe Mezzosangue" - non tradisce le aspettative. Gli ex maghetti sono però cresciuti e scoprono che nel mondo degli adulti si sbaglia da professionisti. «Stiamo seguendo la strada disegnata da J.K.Rowling», ha spiegato il regista David Yates, che oggi ha incontrato a Londra, insieme al resto del cast, la stampa internazionale dopo la ’preview’, «e in questo capitolo i protagonisti hanno a che fare con un mondo più maturo, con esperienze più intense».
Qualche esempio allora. Ron (Rupert Grint) rischia seriamente la pelle e solo il pronto intervento di Harry (Daniel Radcliffe) gli salva la vita. Draco Malfoy (Tom Felton) deve portare a termine una missione molto rischiosa che Voldemort gli ha affidato e i suoi nervi più di una volta vacillano. Ancora: Harry e Draco per la prima volta vengono alle mani e i loro incantesimi ora fanno davvero male. Un passaggio quasi catartico. «Dopo anni di tensioni accumulate», ha scherzato Daniel Radcliffe, «non è stato per niente difficile girare questa scena». Se la lotta al Signore Oscuro diventa la missione principale di Harry e Albus Silente (Michael Gambon) - in questo film il vecchio maestro e mentore tratta ormai il suo allievo quasi da pari - Ron e compagni hanno anche a che fare con gli sconvolgimenti, non meno angoscianti, dell’adolescenza. Con risultati spesso esilaranti. Il migliore amico di Harry deve infatti gestire la passione un pò sopra le righe della compagna Lavanda Bown (Jessie Cave) mentre Hermione (Emma Watson), che ha una cotta proprio per Ron, soffre le pene dell’inferno. «Avere un paio d’anni in più del mio personaggio - ha raccontato Emma - mi permette di tornare indietro, trasferire a Hermione quello che io stessa ho passato. Crescere insieme a lei è stata un’esperienza fantastica. Io sono in parte come lei: quando mi trovo sotto stress la mia reazione è davvero quella di prendere un libro e stare per conto mio».
Questi ragazzi, d’altra parte, hanno in un certo senso passato la loro infanzia a Hogwarts. E forse anche per questo fa impressione vederli andare al pub, ordinare una birra, baciarsi, innamorarsi, diventare adulti - una sorta di ’Truman Show’ girato a carte scoperte. Tanto che nel ’Principe Mezzosanguè c’è anche spazio per lo sostanze stupefacenti. Harry, infatti, riceve una pozione magica - fortuna liquida - che ha tutta l’aria di provocare effetti simili a quelli di uno spinello.
«Credo ci siano diverse allusioni alle droghe», ha notato ancora uno smagliante Daniel Radcliffe, «ma certo non vi dirò quali». «L’umorismo - ha proseguito - è una componente essenziale di questi film, sia per il pubblico giovane che per quello più adulto. Che magari riderà ancora di più proprio perchè possiede altre chiavi di lettura». "Il Principe Mezzosangue", insomma, compie il balzo, traghetta Harry e gli spettatori in un universo tetro, fatto anche di ritmi cinematografici più serrati, che a tratti mettono anche ansia. E per chi ancora non sa come l’intera saga va a finire un’avvertenza: quando si riaccendono le luci la tentazione di andare a sbirciare su internet questa volta è davvero forte.
* l’Unità, 06 luglio 2009
L’autrice a New York lo svela a un incontro con i fan, che applaudono alla notizia
Il preside di Hogwarts è un personaggio saggio ed eccentrico. E gli appassionati già sospettavano
Harry Potter, la Rowling rivela
"Albus Silente è omosessuale"
NEW YORK - Dopo le infinite speculazioni e il giallo sul finale dell’ultimo volume delle avventure di Harry Potter, per i fan della saga arriva un’altra rivelazione: Albus Silente è gay. A rivelare le preferenze sessuali del preside della scuola di Hogwarts è la stessa autrice della serie, J.K.Rowling, in un incontro con i fan alla Carnegie Hall di New York.
Ciò che molti appassionati avevano già ampiamente sospettato, come dimostrano tante illazioni apparse in Rete su siti e chat, ha ora una conferma ufficiale. Dopo aver letto alcune pagine tratte dall’ultimo libro, il settimo, Harry Potter and the Deathly Hallows (in italiano Harry Potter e i Doni della Morte uscirà dall’editore Salani il 5 gennaio 2008), la Rowling ha risposto ad alcune domande del pubblico.
A un giovane fan che aveva chiesto quando Dumbledore - Silente nella versione originale - troverà "il vero amore della sua vita", l’autrice ha risposto senza esitazione: "Dumbledore è gay", lasciando senza fiato gli spettatori che poi hanno applaudito.
Personaggio saggio, eccentrico e ironico, il preside di Hogwarts da giovane si era invaghito del suo rivale, il fascinoso Gellert Grindelwald, che molti anni più tardi sconfiggerà in una lunga battaglia fra maghi buoni e cattivi. Questa storia d’amore fu la "sua grande tragedia" ha detto ancora la Rowling, spiegando che "quando ci si innamora si può diventare ciechi".
Grindelwald divenne nemico di Silente, scegliendo il lato negativo della magia: presentato come un mago oscuro vissuto prima di Lord Voldemort, compare per la prima volta in Harry Potter e la pietra filosofale, il libro che dà il via alla serie.
L’incontro a New York ha concluso l’"Open Book Tour" della Rowling negli Stati Uniti, dove è tornata dopo sette anni di assenza per presentare l’ultimo volume della sua saga, che, ha spiegato l’autrice, sostiene "la tolleranza" e invita al "rispetto delle diversità". "Se avessi saputo che la reazione sarebbe stata così positiva - ha detto subito dopo la rivelazione - non avrei aspettato tanto a far uscire allo scoperto il personaggio".
* la Repubblica, 20 ottobre 2007
ANSA 2007-09-11 20:53
HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE
Sara’ il bianco il colore dominante della copertina italiana di ’’Harry Potter e i doni della morte’’, settimo e ultimo libro della saga ideata da J.K. Rowling, che ha venuto milioni di libri in tutto il mondo.
Lo ha annunciato all’ANSA Serena Riglietti, l’illustratrice di Pesaro che ha disegnato tutte le copertine delle edizioni italiane delle avventure del giovane mago, fin dal primo titolo ’’Harry Potter e la pietra filosfale’’, e che e’ ancora al lavoro su quella dell’ultimo libro, in uscita in 5 gennaio 2008. ’’Sara’ un gran finale - anticipa la disegnatrice - un omaggio e un saluto a tutti i lettori che in questi anni hanno seguito fedelmente le vicissitudini di Harry’’. Bocche cucite sul contenuto dei disegni dell’ultima copertina, ’’che io e l’editore avevamo in mente da tempo, da prima che uscisse il libro’’ per poi cercare tutti i collegamenti con la trama dei ’’Doni della morte’’. Si sa solo che piuttosto che puntare sulla descrizione di qualche aspetto della storia, Serena Riglietti sta lavorando su un concetto ’’che esprima la storia di una vita’’, quella del giovane protagonista e di un fenomeno letterario, ’’l’inizio e la fine di tutto’’. L’illustratrice e’ al lavoro anche sul cofanetto di titoli potteriani che dovrebbe uscire a Natale.
L’ultimo libro della saga uscirà oltralpe il 26 ottobre
ma il fan lo aveva già reso disponibile per gli appassionati
In rete traduzione pirata di Harry Potter
studente sedicenne arrestato in Francia
L’editore Gallimard scatena gli investigatori a caccia del "falsario"
Una notte in galera per il ragazzo seguace del maghetto *
PARIGI - Il suo era l’omaggio di un fan irriducibile, dettato da pura passione, senza fini di lucro. Eppure gli è costato caro: una notte in cella e un brusco interrogatorio, per aver diffuso in rete una traduzione non autorizzata, in lingua francese, dell’ultimo Harry Potter. Tanta paura e un bello shock per il sedicenne studente liceale di Aix-en-Provence, nel sud della Francia, che aveva pensato di regalare alla comunità francofona di appassionati del maghetto la possibilità di leggere le sue ultime, attesissime (e blindatissime) avventure, prima dell’uscita della traduzione ufficiale in libreria, prevista per ottobre.
Amatoriale, sì, ma accurata a tal punto da gettare nel panico Gallimard, il colosso che pubblica Harry Potter and the Deathly Hallows in Francia. In pieno allarme, la casa editrice ha sguinzagliato una squadra di investigatori per scoprire chi fosse l’hacker che minacciava di boicottare l’uscita. Invece, il temibile falsario era solo un adolescente appassionato della saga. "Sembra che non volesse guadagnarci, è solo un fan", ha spiegato una fonte giudiziaria ufficiale, aggiungendo che la polizia è alla ricerca di altre persone da interrogare. La frode, in questi casi, viene punita con multe pesanti.
L’ultima fatica letteraria di J.K. Rowling ha venduto più di 11 milioni di copie nel primo giorno di uscita, il 21 luglio. Le imponenti misure di sicurezza approntate dagli editori sono state più volte beffate da molte versioni pirata in lingua inglese circolate su internet prima del lancio ufficiale.
* la Repubblica, 8 agosto 2007
Il presidente del Consiglio: "Il protocollo è stato fatto con serietà"
Continua la polemica tra palazzo Chigi e Liberazione e Manifesto
Welfare, la soddisfazione di Prodi
"Felice per la firme di Cgil e Confindustria"
"Dopo le vacanze dobbiamo aiutare e rinforzare la ripresa economica"
E il presidente del Consiglio va in vacanza con Harry Potter *
BOLOGNA - "A me fa molto piacere che, pur con problemi e con riserve, sia la Confindustria che la Cgil abbiano firmato il protocollo. Il che dice che il documento era ed è serio e che è adatto per mantenere gli equilibri di bilancio nel futuro, non solo nel presente". Romano Prodi commenta così le decisioni degli industriali e del sindacato sulla firma del documento su previdenza e mercato del lavoro. "Il protocollo è stato fatto con serietà - ha ribadito il premier - Doveva essere un autunno scorso caldissimo, una primavera bollente, un’estate bruciante, andiamo in vacanza che è meglio". Partendo da Bologna per un periodo di riposo (tra i libri che il premier si porterà nella sua vacanza c’è anche Harry Potter), il presidente del Consiglio traccia ancora una volta un bilancio positivo dell’attività del governo e delinea gli obiettivi per la ripresa: "Dobbiamo aiutare e rinforzare la ripresa economica. Questa è l’agenda che abbiamo e l’altro pilastro è aiutare quelli che stanno peggio".
Prodi ostenta ottimismo ma le polemiche intorno al protocollo non accennano a placarsi. A cominicare da quella sollevata dalla lettera aperta del premier alla ’sinistra popolare’, invitata a cogliere come un fatto positivo l’accordo sul welfare. Lettera che Liberazione e Manifesto, a cui era destinata, non hanno ospitato. Oggi Liberazione pubblica in fondo alla prima pagina una lettera del portavoce del governo, Silvio Sircana, che precisa il senso dell’iniziativa di Prodi, bacchettando il giornale del Prc che non riporta alcune "cose di sinistra fatte dal governo". Accuse che il quotidiano rimanda al mittente, accusando il portavoce del governo di voler dettare la linea editoriale.
Analoga lettera Sircana ha inviato al Manifesto, che si è però limitato a pubblicarla nello spazio delle lettere con il titolo "cose di sinistra".
Sircana parte dalla mancata pubblicazione della "lettera aperta" di Prodi e invita i direttori di Liberazione e del Manifesto a "non pensare sempre alla volontà del Palazzo di piegare ai suoi voleri i media". Poi sferra un colpo diretto: "Mi verrebbe da chiedervi come mai, invece di parlare a lungo della nostra supposta querelle, oggi sui vostri due giornali non appaia una sola riga sui quattro progetti per la famiglia presentati da Rosy Bindi, sull’iniziativa per i ’guidatori designati’ contro le stragi sulle strade o il patto sulla ricerca firmato da Mussi e Padoa-Schioppa".
Secca la replica del giornale diretto da Sansonetti che accusa Sircana di "ingerenza" e ironizza: "Per evitare in futuro omissioni nel doveroso impegno di omaggio al governo e alle sue azioni la cosa migliore è che la mattina, prima della riunione di redazione nella quale solitamente discutiamo di cosa mettere e cosa no sul giornale, si faccia una telefonata a Palazzo Chigi".
I mal di pancia della sinistra radicale non si manifestano soltanto sui giornali. Ad alimentare tensioni c’è la manifestazione del 20 ottobre a Roma contro il precariato, lanciata proprio da Liberazione e Manifesto. Prc e Pdci hanno aderito, anche con i loro rappresentanti nel governo. "Sul protocollo welfare l’unica a parlare chiaro è la Confindustria, che si compiace per il mantenimento delle flessibilità e già intravede la possibilità di sbarazzarsi dei contratti collettivi nazionali" dice Alberto Burgio, deputato di Rifondazione comunista. Ma dai Verdi arriva un secco altolà: "La manifestazione non può essere contro il governo. Quindi dovrà essere propositiva e a sostegno del programma", dice il capogruppo alla Camera Angelo Bonelli.
* la Repubblica, 4 agosto 2007
Harry Potter: retromarcia sul cristianesimo
di Massimo Introvigne *
Nel sedicesimo capitolo del nuovo «Harry Potter and the Deathly Hallows»- un titolo che fa riferimento ai tesori che la Morte un tempo ha donato a tre fratelli - il protagonista viene in contatto con un altro tipo di tesori da cui la sua autrice, J. K. Rowling, lo aveva sempre tenuto lontano: le ricchezze del cristianesimo. Harry si reca nel villaggio dove sono sepolti i suoi genitori e dove in gioventù ha vissuto anche il suo defunto maestro Silente. È la vigilia di Natale e Harry e i suoi due compagni si ritrovano in una chiesa. Qui scoprono la tomba della madre e della sorella di Silente, che reca incisa una citazione dal Vangelo di Luca (12, 34): «Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore». La stessa chiesa ospita la tomba di Ignotus Peverell, un antenato di Harry e uno dei tre fratelli che ricevettero i doni della Morte. Mentre sulla tomba dei suoi genitori, uccisi dall’Oscuro Signore Voldemort, Harry Potter trova una frase di San Paolo: «L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte» (I Corinti 15, 26).
Qui J.K. Rowling sembra volere fare finalmente i conti con chi l’accusa di avere creato una saga non cristiana. La scrittrice ricorda spesso di essere una fedele della Kirk, la Chiesa di Scozia fondata dal fiero predicatore calvinista John Knox: una comunità oggi tollerante sulla morale (e certo pienamente aperta alle divorziate risposate come la Rowling) ma tradizionalmente conservatrice in teologia. Ma in che senso le due citazioni della Scrittura si applicano alla missione di Harry Potter? La prima va intesa effettivamente nel suo senso cristiano: il vero tesoro è spirituale. È perché qualche volta ha inseguito i tesori materiali che un mago grande e nobile come Silente ha mantenuto un lato oscuro, ignoto ad Harry Potter fino al settimo volume, e non a lui è stato dato di sconfiggere l’Oscuro Signore. Questa missione è di Harry, perché dal punto di vista morale l’allievo è migliore del maestro, ed è disponibile a rinunciare a ogni tesoro per la salvezza dell’umanità minacciata da Voldemort. Qui si arriva al centro della simbologia cristiana del settimo volume. Harry Potter - che percorre una sua via dolorosa - diventa esplicitamente una figura di redentore, e la sostanza di un lungo discorso che gli fa lo spirito di Silente è una parafrasi - pur senza citazione esplicita - della frase del Vangelo di Giovanni 15, 13: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».
Figure redentrici che adombrano la missione di Gesù Cristo non sono nuove nella letteratura per bambini. Il loro capostipite - che muore e risorge - è il leone Aslan ne «Il leone, la strega e l’armadio», la prima delle «Cronache di Narnia» di C.S. Lewis. Se quest’ultimo è dichiaratamente uno scrittore cristiano, le cose si fanno più ambigue quando la figura di salvatore fa irruzione in uno scenario spoglio di riferimenti al cristianesimo, come nel film «Superman Returns» del 2006 o nel ruolo attribuito al vampiro pentito Spike nel finale, dopo sette stagioni, della serie televisiva «Buffy». Harry Potter, qualunque cosa si sia letta in qualche recensione frettolosa, a un certo punto del libro (ma prima della sua battaglia finale con Voldemort) non muore e risorge.
Lo spirito di Silente, a ripetute domande di Harry, risponde che il ragazzo non è morto. Ha una tipica "esperienza di pre-morte", una sorta di coma in cui vive l’alternativa tra lasciare questa vita salendo"in alto" o (come sceglierà) risvegliarsi e continuare la lotta contro l’Oscuro Signore. Anche se non risorge, però, Harry Potter assume certamente un ruolo salvifico. Ma questo non risolve il dibattito fra estimatori e critici cristiani della Rowling: perché i secondi obietteranno che ci si affida qui a un salvatore puramente umano, mentre i primi risponderanno che l’umanità di Harry è una possibile metafora dell’umanità di Gesù Cristo.
* Avvenire, 25.07.2007
APPUNTAMENTI
Harry Potter in Italia *
I fan del «Maghetto» dovranno pazientare. L’edizione italiana di «Harry Potter and the Deathly Hallows», settimo e ultimo volume della saga di J. K. Rowling, sarà in libreria sabato 5 gennaio 2008. Anche questo romanzo, come già i precedenti, sarà pubblicato dall’editrice Salani ed è in corso di traduzione da parte di Beatrice Masini. Il titolo ufficiale della versione italiana non è stato deciso. La copertina sarà ancora illustrata da Serena Riglietti. Sui tempi di attesa per l’edizione in italiano grava la questione che il lavoro di traduzione ha potuto avere inizio soltanto adesso che la storia è già stata pubblicata nei paesi anglosassoni. Dunque, appuntamento al prossimo anno.
* Avvenire, 26.07.2007
Si è risolta la grande attesa in tutto il mondo per la settima
e ultima puntata della popolare saga creata da J.K Rowlands
Il maghetto Harry Potter non muore
ma si sposa con Ginny e ha tre figli
File nelle librerie per poter sfogliare per primi le pagine
ROMA - Harry Potter, il maghetto più famoso del mondo, non muore. Niente bagno di sangue per lui. Ma si sposa con Ginny Weasly, sorella del suo amico Ron, che a sua volta porta sull’altare Hermione. Harry poi mette al mondo tre figli destinati a seguire le sue orme e quindi a imparare l’arte della magia a Hogwarts. Insomma, la nuova puntata della popolare saga, il settimo e ultimo libro dal titolo "Harry Potter and the Deathly Hallows", uscito stanotte in tutto il mondo e in lingua inglese, fa tirare un sospiro di sollievo ai suoi tanti fan. Grazie a un finale con il classico Happy End. Ci rimette invece la pelle, anche qui nel rispetto assoluto degli intrecci alla Hollywood, il malefico lord Voldemort.
Per il maghetto si era temuto il peggio quando qualche settimana fa la Rowling - diventata la più ricca donna del Regno Unito grazie al successo mega-galattico della saga - aveva anticipato senza scendere in dettagli che si sarebbe stato alla fine dell’intreccio un pauroso "bagno di sangue".
Ad una prima, affrettata lettura l’epilogo in chiusura di ’Harry Potter and the Deathly Hallows’ non è però destinato a traumatizzare nessuno: i personaggi più amati sopravvivono tutti alla grande, in un idilliaco ’happy ending’ dopo la tempesta ambientato nella settembrina campagna inglese.
Il lancio ufficiale nelle librerie, aperte apposta a mezzanotte e prese d’assalto dai tantissimi fan di Harry Potter, ha confermato che la costosa operazione di embargo organizzata dalle case editrici Bloomsbury (in Gran Bretagna) e Scholastic (negli Stati Uniti) per evitare fughe di notizie fino al fatidico 21 luglio sono miseramente fallite: è risultato infatti autentico il testo che circola da giorni sui siti pirata di Internet.
Il fallito embargo non ha comunque inficiato la sapiente operazione di marketing che ha saputo portare alle stelle la suspense e che dovrebbe rimpinguare le casse delle due case editrici e rendere ancora più ricca la ricchissima Rowling.
La scrittrice ha partecipato anch’essa a pieno al lavoro promozionale e stanotte, prima di autografare 1.700 copie del romanzo, ne ha letto qualche stralcio in pubblico al Museo londinese di Storia Naturale per una platea di bambini.
Per poter avere l’onore di mettere le mani per primo sull’atteso romanzo centinaia e centinaia di ragazzi e ragazzi - alcuni venuti apposta dall’estero, in particolare da Belgio e Olanda - hanno bivaccato da mercoledì a stanotte davanti a molte librerie del centro di Londra che sono rimaste appositamente aperte fino alle ore piccole o sono state riaperte per il faraonico lancio di ’Harry Potter and the Deathly Hallows’. I saccopelisti hanno affollato con particolare gusto , malgrado parecchi rovesci di pioggia, il marciapiede davanti alla libreria Waterstonès di Piccadilly.
Oltre che per le fughe su Internet, che hanno mandato in bestia la Rowling, la casa editrice Bloomsbury non ha nascosto il suo sconcerto per il comportamento dei supermercati che in Gran Bretagna hanno in qualche misura svilito il romanzo riducendolo a pura esca commerciale per l’accalappiamento dei clienti.
I supermercati avevano già annunciato qualche settimana fa che avrebbero venduto con un grosso sconto il romanzo rispetto al prezzo ufficiale di copertina (17,99 sterline e cioè 27 euro) ma nelle ultime 24 ore si sono fatti la guerra in un’incredibile gara al ribasso. Pur avendolo pagato all’ingrosso 8,87 sterline la catena Asda ha deciso di metterlo in vendita per appena 5. Lo stesso Tesco. Mentre i supermercati Morrison sono scesi addirittura a 4,99.
Prezzi quindi vistosamente in dumping, fatti però agli affezionati clienti che spendano in altri prodotti almeno dieci, venti o cinquanta sterline. La casa editrice Bloomsbury si è detta "assolutamente stupefatta" dalle strategie messe in atto dai supermercati che "pretendono di essere Robin Hood ma si comportano come lo sceriffo di Nottingham". Ancora più sconcertato Tim Godfray, capo di Bookseller Association, l’associazione dei librai. A suo giudizio "c’è qualcosa di impazzito in questi enormi sconti che indeboliscono in modo notevole l’industria editoriale".
Childline, un telefono amico per bambini e adolescenti, ha annunciato venerdì mattina il rafforzamento dei turni per il week-end nella previsione che riceverà molte chiamate da parte di giovani lettori angosciati dagli spargimenti di sangue raccontati in ’Harry Potter e le Reliquie Mortali’ (questa sembra la più calzante traduzione in italiano) ma alla luce del finale catartico - all’insegna del più tradizionale ’e vissero felici e contenti’ - non sembra il caso.
* la Repubblica, 21 luglio 2007
I fan di Harry Potter avranno conferma domani del destino del loro eroe. Anche se i pirati del web hanno già rivelato l’epilogo
Il Maghetto a mezzanotte
Grande suspence per l’esito della trama di quello che dovrebbe essere l’ultimo episodio della fortunata saga ideata da J.K. Rowling
Ma quest’attesa creata ad arte può bastare a tener vivo il mito del ragazzino (ormai cresciuto) che combatte contro il male?
di Alessandro Zaccuri (Avvenire, 20.07.2007)
Potremmo chiamarli i figli della mezzanotte. O, meglio, i lettori della mezzanotte. In coda da ore, se non da giorni interi, con l’unico obiettivo di non perdere neanche un minuto, neanche un secondo. Stanotte, finalmente, la loro attesa avrà fine. Alle zero zero zero uno ora locale potranno acquistare la loro copia di Harry Potter and the Deathly Hallows, settimo e (per il momento...) conclusivo volume della saga esoterico-adolescenziale inaugurata da J.K:.Rowling esattamente dieci anni fa con il successo a sorpresa di Harry Potter e la pietra filosofale.
Che cos’è accaduto nel frattempo lo dicono i fatti. Anzi, i numeri: sette romanzi tradotti in 64 lingue, 325 milioni di copie complessive, cinque film già realizzati (il più recente, Harry Potter e l’Ordine della Fenice è nelle sale da pochi giorni), gadget, giochi e videogiochi, tutti destinati ad alimentare il patrimonio personale dell’autrice, stimato finora in 733 milioni di euro. E questo senza contare i proventi del famigerato Harry Potter and the Deathly Hallows (Salani, che pubblica la saga nel nostro Paese, non ha ancora deciso il titolo italiano, che potrebbe suonare come «Harry Potter e gli spiriti letali»). Soltanto negli Stati Uniti, le prenotazioni hanno toccato l’esorbitante quota di 12 milioni di copie, protette da un sistema di sicurezza da fare invidia al Pentagono e tuttavia beffato all’ultimo momento. Tutta colpa di un paio di librerie on line americane, che hanno consegnato troppo presto le copie prenotate dai loro clienti, tra cui si nascondeva anche una pattuglia di hacker pronta a mandare in rete il romanzo integrale, 759 pagine giuste giuste. Ecatombe finale compresa, dalla quale però - è venuta ieri la conferma ufficiale - riesce a salvarsi proprio il maghetto con gli occhiali tondi e la fronte segnata dalla cicatrice a forma di fulmine.
Contro il rischio del download selvaggio J.K. Rowling ha fatto appello proprio a loro, i lettori della mezzanotte. Non rovinatevi la sorpresa, ha implor ato. Raccomandazione forse inutile, perché l’appassionato medio è oggi un ventenne tutt’altro che sprovveduto dal punto di vista mediatico (nel 1997 avrà avuto circa dieci anni, l’età giusta per abbordare il primo, e più semplice, dei libri della serie). Anche quando non scaricano copie pirata, del resto, i potteriani adoperano Internet con disinvoltura, avanzando congetture e producendo fan fiction, versioni più o meno alternative dei racconti ufficiali, proprio come accade per i maniaci dei telefilm.
Sono una nuova generazione di lettori, si è detto e ripetuto con ottimismo nell’ultimo decennio. Ma sarà davvero così? Già allo scoccare della mezzanotte, forse, potremo capire se la previsione era fondata. La scrittrice, da parte sua, ha fatto il possibile perché i lettori di Harry Potter rimanessero, anzitutto, lettori di Harry Potter.
Da un libro all’altro la trama è diventata più allusiva e complessa, ma gli ingredienti sono rimasti immutati: il predestinato Harry che scopre i propri poteri di mago, il duello sempre più ravvicinato con il nemico - e tenebroso Doppelgänger - Voldemort, l’anno scolastico ad Hogwarts, le amicizie, i primi amori. Tutto all’insegna di una meticolosa customer satisfaction, in modo da non deludere mai il lettore delle puntate precedenti. Impermeabile agli elogi di colleghi come Stephen King così come alle stroncature inappellabili di critici come Harold Bloom, la scrittrice è andata avanti per la sua strada, rinverdendo la nobile tradizione del feuilleton (già all’epoca di Sue e dei Misteri di Parigi la morte di un personaggio poteva suscitare sommosse), ma più che altro aggiornandola all’epoca di Internet.
Sì, perché Harry Potter è il primo e in buona misura l’unico fenomeno editoriale perfettamente contemporaneo all’evoluzione del cyberspazio, dal tam tam originario sino alla beffa finale. La stessa volontà di tenere segreti i dettagli della trama potrebbe risultare incomprensibile al di fuori di una logica ben nota ai navigatori del Web, e cioè quella dello spoiler, della "rivelazione" capace di rovinare la sorpresa che soltanto un meccanismo narrativo ben congegnato può provocare. Prospettiva interessante, d’accordo, ma anche contrassegnata da un limite, sottolineato con intelligenza dal settimanale «Time»: l’esperienza della lettura, infatti, non si esaurisce mai nella conoscenza della trama.
Sapere come va a finire una storia non impedisce di apprezzarla, semmai consente di cogliere con maggiore finezza sottintesi e sfumature. Sempre a patto che i lettori della mezzanotte sappiano dimostrarsi lettori veri e che la magia del P-Day (come è stato definito questo fatidico 21 luglio) non svanisca all’ultimo rintocco.
HARRY POTTER, PIRATI USA HANNO MESSO IN RETE IL LIBRO *
LONDRA - Alla fine i pirati informatici sembrano avercela fatta: gira su Internet una versione scannerizzata dell’ultimo romanzo della saga di Harry Potter, ’Harry Potter and the Deathly Hallows’, il romanzo più atteso di tutti i tempi, che uscirà il 21 luglio nel Regno Unito. Esiste infatti un sito che offre la possibilità di scaricare gratuitamente il libro, e per dimostrare che non si tratta di un falso, c’é anche la fotografia di un uomo che tiene in mano una copia del romanzo. Le pagine del documento disponibile su sito web sono 759, le stesse dell’edizione americana del libro: questo lascia pensare che gli hacker che si nascondono dietro la bravata siano appunto statunitensi.
Negli Usa, la Scholastic (l’editore americano di Harry Potter), aveva intrapreso in passato azioni legali contro alcuni siti che offrivano il download gratuito dei libri del maghetto, ma quest’ultimo sarebbe l’episodio in assoluto più grave e dannoso per la casa editrice dal 1997 ad oggi, vista l’enorme attesa che si è creata attorno all’ultimo episodio. Bloomsbury, l’editore britannico di Harry Potter, minimizza l’accaduto e si dichiara scettico sull’autenticità della copia diffusa in Rete. Intanto, Harry Potter diventa sempre più un fenomeno sociale e di costume che tutti cercano, in un modo o nell’altro, di cavalcare: la Chiesa anglicana, che inizialmente aveva condannato la saga accusandola di promuovere pratiche pagane ed di occultismo, ha ora pubblicato una guida su come leggere il mondo creato dalla Rowling in chiave evangelica. Il vescovo di Oxford, John Pritchard, ha infatti profondamente rivalutato il valore di questa saga: "Gesù era solito raccontare parabole per coivolgere e stimolare il suo auditorio. E Harry Potter è pieno di stimoli e spunti che spingono i giovani a riflettere sulle loro scelte, la loro vita e il loro ruolo nella società".
Il volumetto, ’Mixing up with Harry Potter’, dodici capitoli in tutto, utilizza sequenze tratte dai film della saga per promuovere il dibattito fra i ragazzi dai 9 ai 13 anni. L’autore, Owen Smith, 24 anni, della St. Margaret’s Church di Rainham (Kent), spiega al ’Times’: "Affermare che Harry Potter spinge i giovani verso l’occulto mi sembra ingiusto verso JK Rowling, ed è anche una sottovalutazione della capacità dei bambini di separare realtà e fantasia". Ma non tutti sono concordi con questa affermazione: molti temono infatti che se Harry Potter morisse nell’ultimo libro, i bambini potrebbero subire un trauma psicologico irreparabile. Tanto che uno psicologo infantile americano, Michael Brody, ha messo a punto un piano in tre fasi per genitori ansiosi. Punto primo, ricordarsi che un evento conflittuale e spaventoso in un romanzo è molto meno grave che in televisione per i bambini, e li aiuta ad abituarsi al senso di perdita; punto secondo, usare questa esperienza in un momento di insegnamento; punto terzo, non liquidare la questione dicendo ’e’ solo un romanzò, ma aiutare i piccoli a gestire lo choc.
SFIDA AL MALE COME STRATEGIE ANTITERRORISMO Il maghetto più amato al mondo che sta per farci sognare con le avventure dell’ultimo libro della saga, in uscita, potrebbe nascondere intenti ben più seri e reali dietro la sua lotta alla magia nera, contro Voldemort e i seguaci Mangiamorte: le strategie adottate in Gran Bretagna per la guerra al terrore che imperversa in Occidente lasciandosi dietro scie di sangue e morte. Una tesi derubricabile alla fantasia di una studiosa? No, è quanto Judith Rauhofer dell’Università del Lancashire Centrale in Gran Bretagna ha evinto con un’analisi dei libri di Harry Potter, pubblicata sull’Indersciencés International Journal of Liability and Scientific Enquiry. L’esperta ha trovato tantissime corrispondenze tra le tattiche e le disposizioni anti-terrorismo del Governo della Regina e certi passaggi dei libri, soprattutto del quinto, Harry potter e il calice di fuoco, e sesto, Harry Potter e l’ordine della Fenice, entrambi scritti dopo l’attacco alle Torri Gemelle.
* ANSA» 2007-07-18 17:55
Harry Potter, ancora 4 giorni attesa
Secondo i tam tam online, Hermione e Ron destinati a morire
(ANSA) - LONDRA, 17 LUG - Hermione e Ron sono i due personaggi di primo piano destinati a morire nel settimo e ultimo romanzo della saga Harry Potter. Almeno secondo un insistente tam-tam su internet, dove si moltiplicano le fughe di notizie sul presunto finale della saga. Il romanzo - ’Harry Potter and the Deathly Hallows’ - sara’ messo in vendita il 21 luglio ma migliaia di fan non vogliono aspettare, e si sono messi alla ricerca sulla rete di copie elettroniche pirata del libro.
* ANSA» 2007-07-17 20:14
HARRY POTTER, INCASSO DI 2 MLN PER PRIMO GIORNO *
ROMA - Harry Potter e l’Ordine della Fenice, il quinto episodio cinematografico della saga, è arrivato nelle sale italiane mercoledi’ ed in un solo giorno ha registrato un box office da record: sui 731 schermi del campione di rilevazione Cinetel, l incasso è stato pari a 2.001.590 di Euro. L Ordine della Fenice supera dunque gli incassi ottenuti dai precedenti Harry Potter nei rispettivi primi giorni di programmazione. Il quarto episodio, Harry Potter e il Calice di Fuoco, che deteneva il primato, aveva aperto a 1.523.404 nel giorno di uscita, il 25 novembre 2005, quindi in un periodo teoricamente più ’ricco’.
Il dato di ieri costituisce la seconda migliore apertura di tutti i tempi per una pellicola nel nostro paese ( il record del primo giorno è detenuto da Spiderman 3) , e costituisce la miglior giornata di apertura per i film distributi da Warner Bros Italia. Paolo Ferrari, Presidente e Amminstratore delegato di Warner Bros. Entertainment Italia, commenta questo importante dato affermando: Il risultato di ieri premia la nostra decisione di uscire nelle sale nel mese di luglio e rappresenta un passo fondamentale per l affermazione del cinema anche in estate .
* ANSA» 2007-07-12 21:37
Harry, non chiamatelo maghetto
di Pasquale Colizzi *
Libri, film, parchi a tema: un fenomeno planetario
We Don’t Need No Education! Mentre l’aula è sconvolta dai fuochi d’ artificio, i fogli volano per aria e le pedanti regole appese alla parete dalla nuova Preside vengono distrutte con gesto anarchico e liberatorio, nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sembra risuonare il grido di battaglia di "Another Brick in The Wall" dei Pink Floyd. Ecco cosa hanno capito H. P. e compagni nella quinta puntata della saga cinematografica, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, in uscita mercoledì 11 luglio: le regole vanno infrante se sono sbagliate. Bisogna ribellarsi ai cattivi insegnanti. Persino la dolce Hermione perde il controllo e urla: “E’ eccitante!”. E il mago guida la rivolta, preoccupato e turbato dalle aspettative che gli altri hanno su di lui. Come se fosse il martire da sacrificare alla causa del bene contro il male (vedremo nel 7° capitolo). Secondo: mai fidarsi ciecamente della stampa - vedi La Gazzetta del profeta - perché l’informazione spesso viene manipola. Infine: anche all’interno di istituzioni, come il Ministero della Magia, si possono nascondere dei poteri occulti (Servizi segreti deviati!) che tramano per instaurare uno stato di polizia, una specie di fascismo livellatore.
Mentre si scaldano i registratori di cassa in vista del P-Day - il 21 luglio esce in libreria “Harry Potter and The Deathly Hallows”, settima e conclusiva creatura della scrittrice inglese J.K. Rowling, con la polemica preventiva sul “chi morirà” - la Warner Bros manda al cinema il film n° 5, il più costoso: 200 milioni di dollari (i 4 episodi precedenti ne hanno incassati 3 miliardi e mezzo). I realizzatori sono due esordienti: il regista David Yates fino a oggi ha lavorato solo in televisione (e prepara il nuovo episodio) mentre Michael Goldenberg ha sostituito lo sceneggiatore di tutti gli altri episodi, Steven Kloves. L’atmosfera, come era accaduto soprattutto nel terzo capitolo diretto da Alfonso Cuaròn, è preoccupata: tirano venti di guerra, le forze del male si stanno ricompattando e tornano minacciose. Il ragazzo si mostra discolo come non lo era mai stato. In tutto questo la scena tanto attesa del bacio tra Harry e Cho Chang - castissimo, senza nemmeno sfiorarsi col corpo - risulta un po’ fredda. Il maghetto stesso risponde a Ron che gli chiede come è stato chiosando: “Umido, come se piangesse”.
Sarà l’età difficile ma Harry Potter (Daniel Radcliffe) è inquieto. Dopo un’ estate dagli zii Dudley, che non conoscono l’affabilità, senza notizie dagli amici, a pochi giorni dal ritorno a Hogwarts per il 5° anno del corso di magia (sette in tutto) è stressato e in ansia. Per di più spuntano dal nulla due Dissennatori (mostri di fumo) e lui per difendersi usa la magia. La scuola gli comunica che può considerarsi espulso: non si possono usare i poteri davanti a Babbani (gente comune). Meno male che al processo al Ministero della Magia viene scagionato. Scopre poi che Ron, Hermione, il padrino Sirius Black (Gary Oldman) e gli altri hanno un’organizzazione segreta capeggiata da Albus Silente per opporsi al malvagio Lord Voldermort (Ralph Finnies). Si sente messo da parte. Non bastasse, la Gazzetta del profeta continua a dileggiarlo (es. i caratteri cangianti dei titoli trasformano Potter in comPlotter) facendolo passare per bugiardo tra i compagni ad Hogwarts. Ciliegina sulla torta, sempre in rosa confetto, la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Dolores Umbridge (Imelda Staunton), che con l’appoggio del Ministro estromette Silente dalla Scuola e diventare nuova Preside, Inquisitore supremo e grande censuratrice. H. P. per risposta crea un gruppo segreto con i compagni e condividere con loro le tecniche di difesa che la Umbridge non vuole insegnare. Perché Voldermort, l’assassino del padre e signore del male “innominabile”, gli soffia sul collo. Nello scontro frontale (con l’aiuto di Silente) il mago scoprirà in un gioco di specchi quanto il potere della magia possa essere simile a quello del male. Saprà fare la sua scelta da giovane adulto.
Scorrevole, dall’ambientazione sontuosa - vedi il medioevaleggiante castello di Hogwarts e il misto rococò-modernista Ministero della Magia -, non eccessivamente lungo (900 pagine il libro, il più voluminoso, 2 ore e 17 minuti il film, il più breve), non il migliore della serie, Harry Potter e l’Ordine della Fenice è stato girato in digitale con una profusione di effetti speciali roboanti supervisionati da Tim Burke. Già la cavalcata su scopa nei cieli notturni di Londra è un bel vedere. A sentire i bambini che ci accompagnavano alla proiezione della stampa, c’era di che terrorizzarsi e divertirsi. Ogni tanto qualcuno si rivolgeva ad alta voce al personaggio sullo schermo. Segno che erano costruiti in maniera credibile e “tridimensionale”. Tra i giovani apprendisti maghi, Potter/Daniel Radcliffe senza infamia e senza lode, forse un tantino svogliato. Nuova entrata la biondina Luna Lovegood/Evanna Lynch, maghetta molto micia (che Harry se ne stia innamorando?) che dice cose stravaganti e tutti la guardano come fosse spostata. Il personaggio del padrino Sirius Black/Gary Oldman lascia la saga mentre Emma Thompson e gli altri insegnati stavolta appaiono in pochissime scene. La strega Bellatrix Lestrange è Helena Bonhan Carter, che ormai non conta più i ruoli del genere. Efficace la tirannica Dolores Umbridge/Imelda Staunton (Vera Drake per Mike Leight, Coppa Volpi a Venezia e nomination all’Oscar). Tragicomica la sua perlustrazione per conto del Ministero allo scopo di valutare l’operato degli altri insegnati di Hogwarts (magari per intimidirli). Tutti sudavano freddo. A guardare bene c’era scritto Hogwarts ma sembrava Italia: ispezioni ministeriali, servizi deviati, stampa pilotata, un cattivo da cartone che sembra sconfitto e poi rispunta ovunque.
* l’Unità, Pubblicato il: 10.07.07, Modificato il: 11.07.07 alle ore 11.59
L’ultimo volume, "The deathly hallows", esce il 21. In Internet le firme per non far morire il mago
"Mai dire mai": così la scrittrice lascia aperta la porta all’eventualità di continuare a raccontare la storia
I fan in tumulto: "Harry deve vivere"
e J. K. Rowling torna sui suoi passi
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI *
LONDRA - "Mai dire mai". Con queste tre paroline, J. K. Rowling ci ripensa, o perlomeno lascia aperta la porta all’eventualità di continuare a raccontare le avventure di Harry Potter e dei suoi amici. Davanti alle crescenti pressioni dei lettori, dei librai e - c’è da immaginare - dei suoi editori, l’autrice più ricca del mondo sembra essersi rimangiata la decisione di terminare la fortunata serie sul maghetto con il settimo libro, "Harry Potter and the deathly hallows", quello che arriverà in libreria tra pochi giorni, il 21 luglio. Confermando quanto affermato dalla scrittrice in un’intervista alla Bbc, ora infatti un suo portavoce informa: "Mai dire mai. La signora Rowling non sta dicendo che sicuramente scriverà un altro libro della serie e non sta dicendo che sicuramente non lo scriverà. Non posso aggiungere altro".
È comunque abbastanza per mettere a subbuglio milioni di fan. Finora la Rowling aveva sempre sostenuto che la storia di Harry sarebbe terminata col settimo volume, nel quale due personaggi chiave avrebbero perso la vita, dichiarazione che ha scatenato una ridda di supposizioni sulla possibile morte di Harry: ucciderlo sarebbe il sistema migliore, in teoria, per chiudere irrimediabilmente la saga. La scrittrice aveva reso noto che in futuro pubblicherà una "Enciclopedia di Harry Potter", per riassumere tutti i personaggi e i colpi di scena, ma che le avventure vere e proprie non avrebbero avuto un seguito. Adesso, invece, non esclude di riprendere il racconto. Può darsi che sia l’effetto delle proteste di lettori e mondo editoriale: Waterstone’s, la maggiore catena di librerie del Regno Unito, ha aperto una sottoscrizione di firme su Internet per chiederle di continuare "a scrivere di Harry e dei suoi compari, qualsiasi cosa loro accada nel settimo volume", e conta di raccogliere milioni di firme.
Un sondaggio rivela che l’85 per cento dei lettori fra gli otto e gli undici anni e il 66 per cento dei lettori di tutte le età vogliono altri "libri di Harry". Il New York Times ha chiesto a tre scrittori di sceneggiati televisivi di immaginare un finale diverso. E Polly Horvath, sceneggiatrice hollywoodiana, ha immaginato che Hermione sopravviva, diventi madre, e inizi a fare la scrittrice sulle orme di J. K. Del resto una tivù britannica lancia in questi giorni la prima telenovela interattiva, in cui il pubblico può influenzare la trama: perché non potrebbe accadere anche con i libri?
Ma può darsi che lei stessa abbia cambiato idea: "Ho sempre saputo in cuor mio che la storia di Harry sarebbe finita col settimo libro, ma dirgli addio è stato più duro di quanto prevedessi", ha dichiarato alla Bbc, "non mi sono mai sentita al tempo stesso tanto euforica e tanto triste". C’è un illustre precedente di un eroe messo da parte dal suo autore e poi riportato in vita: è quel che fece Arthur Conan Doyle con Sherlock Holmes, fatto morire in un romanzo e poi resuscitato a furor di popolo (i londinesi giravano col lutto al braccio) in "Il mastino dei Baskerville". Qualcosa di simile potrebbe accadere prima o poi ad Harry. E colei che ha già venduto 350 milioni di copie e guadagnato un patrimonio più grande di quello della regina Elisabetta, in tal caso, diventerebbe ancora più ricca.
* la Repubblica, 11 luglio 2007
ITALIANI STUDIANO MATERIALI DELL’INVISIBILITA’ *
Il mantello dell’invisibilità potrebbe non essere più pura fantasia: il trucco che permette al maghetto Harry Potter di diventare trasparente potrebbe avere un suo corrispondente nel mondo della fisica, meno poetico e fantasioso forse, ma ricco di promesse interessanti.
Uno studio appena pubblicato su Nature e nel quale l’Italia ha un ruolo di primo piano, è un nuovo passo in avanti in questo campo. La ricerca, cui hanno partecipato studiosi di Stati Uniti, Danimarca e Spagna, descrive l’esperimento eseguito dal gruppo di Mario Rocca, del dipartimento di Fisica dell’università di Genova, del quale fanno parte Letizia Savio e Luca Vattuone.
E’ stato scoperto un nuovo tipo di eccitazione elettronica, chiamata "plasmone acustico", sulla superficie di un materiale della famiglia dei "materiali plasmonici", materiali le cui eccitazioni elettroniche (chiamate plasmoni) hanno una significativa probabilità di essere eccitate e di sopravvivere abbastanza a lungo da consentire applicazioni tecnologiche. L’esistenza del plasmone acustico era stata prevista teoricamente, anni fa, dallo spagnolo Pedro Echenique e oggi questi oggetti suscitano viva attenzione per le possibili applicazioni in diversi campi. Permettono infatti di realizzare materiali che non esistono in natura, con proprietà ottiche singolari e un indice di rifrazione plasmabile quasi a volontà. "Con tali materiali è possibile realizzare lenti perfette, la cui risoluzione non è più limitata dalla lunghezza d’onda della luce utilizzata", osserva Rocca. "In prospettiva - aggiunge - rendono possibile far scorrere la luce intorno ad un oggetto rendendolo perfettamente invisibile".
Finora studiosi statunitensi sono riusciti a ottenere l’invisibilità in intervalli di lunghezza d’onda limitati intorno al millimetro, ma "in linea di principio - osserva Rocca - utilizzando materiali nanostrutturati questo è possibile anche per la luce visibile e si potranno nascondere anche oggetti di grandi dimensioni. Per ottenere queste caratteristiche è necessario che i metamateriali abbiano un indice di rifrazione della luce molto piccolo o negativo. Una caratteristica che si ottiene grazie a forti risonanze del gas di elettroni, come quella del plasmone acustico di cui abbiamo dimostrato l’esistenza". Un’altra possibile applicazione è nell’elettronica di altissima frequenza (Tera Hertz, mille volte più veloce del Giga Hertz a cui funzionano i computer attuali). Essa è resa possibile dalla dispersione lineare del plasmone acustico. Ciò significa che esso, contrariamente ai plasmoni ordinari, si propaga alla stessa velocità a tutte le frequenze, come fa la luce nel vuoto, ma mille volte più lentamente. "Di conseguenza - prosegue - un segnale può essere in linea di principio convertito da luminoso ad elettronico e viceversa, con distorsione minima, permettendo di costruzione dispositivi opto-elettronici funzionanti a frequenze molto più elevate dei dispositivi elettronici attuali. Per questo sarà necessario disporre di materiali nanostrutturati su scala opportuna per consentire l’accoppiamento della luce con il plasmone".
L’esperimento che ha dimostrato l’esistenza del plasmone acustico è stato eseguito su un cristallo di berillio, ma i ricercatori osservano che vi sono valide ragioni per ipotizzarne l’esistenza anche su altri metalli."Il prossimo passo - conclude Rocca - sarà riuscire a modulare la velocità del plasmone per adattarla alle possibile applicazioni modificando le caratteristiche del materiale su cui è supportato".
* ANSA» 2007-07-10 20:18
Esce l’11 luglio il quinto film della saga, "L’Ordine della Fenice"
Atmosfera cupa e severa per un vero e proprio scontro di poteri
Harry Potter diventa grande e al cinema scopre il male
di GAIA GIULIANI *
L’ADOLESCENZA di Harry Potter è finita. Non solo perché Daniel Radcliffe, che lo impersona, a giorni sarà maggiorenne (e sotto il trucco si intravede l’opera del rasoio). Ma perché ha avuto il suo primo vero scontro con il male, scoprendolo dentro di sé. Harry e Lord Voldemort (Ralph Fiennes), il maligno per eccellenza, l’assassino del padre, sono "simili", come dice senza aggiungere nulla più il venerabile preside di Hogwarts Albus Silente. Si leggono nel pensiero, possono addirittura vedere la controparte in azione. La maturità - si intuisce - arriverà scegliendo da quale parte stare. Harry Potter e l’Ordine della Fenice, quinto episodio cinematografico della serie, esce l’11 luglio in contemporanea col settimo e ultimo libro della saga di J. K. Rowling, e il timore è che i giovani fan perdano interesse ai prossimi due capitoli destinati al grande schermo.
Se il maghetto inglese è destinato a morire, come qualche astuta indiscrezione, probabilmente architettata ad hoc, ha lasciato intuire, si appurerà nei prossimi giorni grazie alle pagine della sua autrice. Ma una volta svelato il mistero, dipanata la matassa della complicata vita di Harry, i film faranno ancora incassi miliardari al botteghino? L’intenzione c’è, con il prossimo film - Harry Potter e il principe mezzosangue - già in lavorazione e con la spettacolarità di bacchette magiche che schizzano strali sempre più effervescenti, creature mitologiche che sgambettano vivacizzate da un’animazione computerizzata e scoppiettante, e la voglia di offrire versioni più succinte degli interminabili tomi in vendita nelle librerie.
L’Ordine della Fenice è il libro più lungo, con quasi 900 pagine. La pellicola è la più corta di tutte. E cupo, severo, con una magia negativa che aleggia per tutto il film, facendo piazza pulita di spiritelli e folletti domestici, delle partite di Quidditch, e di una certa fantasmagoria sognante dei precedenti. Rivelando però un Harry Potter indomito, pronto a ribellarsi con un esercito di giovani maghi contro l’autorità istituzionale del Ministero della Magia che vuole censurare, letteralmente, Hogwarts e i suoi insegnanti. Grazie ad una sua inviata, Dolores Umbridge (Imelda Staunton, nomination agli Oscar e coppa Volpi a Venezia per "Vera Drake"), maga rotondetta animata da spirito inquisitore nonostante il perenne abbigliamento rosa confetto, mandata a sorvegliare il college. Perché è in atto uno scontro di poteri: Cornelius Caramell, ministro in carica della magia, non crede che Lord Valdemort sia di nuovo in circolazione, e sospetta che Albus Silente e Harry Potter si siano inventati tutto orchestrando un complotto per soffiargli il posto. Forse ha paura di guardare ancora il male negli occhi, e preferisce negare tutto scagliandosi contro i due maghi: Harry rischierà l’espulsione dalla scuola, e Silente verrà spodestato.
E con l’attesa di un conflitto imminente - "credi che ci sarà una guerra?" chiede a un certo punto il maghetto al suo padrino - e un senso profondo di irrequietezza verso il futuro prossimo, le metafore della realtà mondiale sono servite. Resta da capire se la regia di David Yates, specialista di serie tv ingaggiato anche per il prossimo episodio, e gli occhi blu di Radcliffe, manterranno viva l’attesa anticipatrice che ha sempre accompagnato la Potter-mania cinematografica. Perché la magia rischia di scomparire se il mistero viene svelato.
* la Repubblica, 10 luglio 2007
HARRY POTTER, CRESCE TIMORE PER MORTE DEL MAGHETTO *
LONDRA - I fan di Harry Potter si preparino al peggio: Daniel Radcliffe, l’attore che incarna al cinema il celebre maghetto, lo dà per morto alla fine dell’ultimo, attesissimo romanzo della saga in uscita il 21 luglio nel mondo anglosassone. "Penso che potrei morire. E’ solo la mia previsione. La penso così ma non ne sono sicuro. Non ho informazioni privilegiate", ha indicato Radcliffe nel corso di un’intervista.
Parlando dagli schermi della Bbc la ’mamma’ di Harry Potter - la scrittrice J K Rowlings - ha confermato che alcuni personaggi importanti della saga periranno in ’Harry Potter and the Deathly Hallows’ ma ancora una volta si è rifiutata di dirne di più e si capisce: la casa editrice Bloomsbury punta proprio su questa suspense per incrementare al massimo l’attesa e fare lo strapieno di vendite. Una strategia che sembra vincente: il libro si preannuncia come uno dei più eccezionali exploit editoriali dall’invenzione della stampa in poi: Solo sul sito Amazon.com ne sono già state ordinate 1,6 milioni di copie.
La morte del povero Harry Potter è in effetti un tormentone senza fine dal dicembre 2005 quando l’attore che presta la sua voce al maghetto negli audiolibri venduti in Usa - Jim Dale - affermò dopo un incontro con la scrittrice: "J K Rowling ha vissuto così a lungo con Harry che adesso vorrebbe ucciderlo". In vista del fatto che il finale della saga si profila ’grisly’ (macabro), gli psicologi in Gran Bretagna sono già prodighi di consigli per i genitori su come far fronte al ’trauma’ che quasi sicuramente attanaglierà i loro figli alla lettura dell’ ultimo Harry Potter. Sugli schermi della Bbc la scrittrice - diventata più ricca della regina Elisabetta grazie alla fortuna megagalittica dei sei romanzi con Harry Potter già pubblicati - ha raccontato di aver composto gli ultimi capitoli della saga standosene sola soletta in una camera d’albergo (il Balmoral di Edimburgo) e quando è giunta al fatidico ’the end’ si è scolata una mezza bottiglia di champagne dal minibar ed è tornata a casa con un enorme sentimento di sollievo e "con il mascara su tutta la faccia".
La ’mamma’ di Harry ha fatto anche una piccola rivelazione. Ha modellato su se stessa il personaggio di Ermione, la fidanzatina di Harry. "Da bambina ero come lei, piuttosto secchiona". Altro particolare interessante: J K Rowling - in questi giorni alla ribalta delle cronache perché a 41 anni sembra essersi trasformata (potenza o no del bisturi estetico?) da brutto anatroccolo in vamp - non ha escluso in modo categorico la possibilità di ritornare in futuro a scrivere altri addenda alla saga Harry Potter. Si è limitata a definire questa prospettiva "improbabile".
* ANSA» 2007-07-08 14:09
Ma ci sono molti dubbi sulla veridicità della storia del pirata del web
Ecco come finirà la saga di Harry Potter
Un hacker britannico sostiene di aver rubato dai computer della casa editrice il finale dell’ultimo libro della serie *
LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Un hacker sostiene di aver scoperto il segreto dei segreti, ovvero come finisce il nuovo libro di Harry Potter (che uscirà il prossimo 21 luglio) e di sapere, perciò, quali saranno i due personaggi della saga che alla fine moriranno.
MESSAGGIO SUL WEB - Il pirata informatico, che si fa chiamare “Gabriel”, ha postato il messaggio su un noto sito di hacker, spiegando di aver “rubato” il plot di “Harry Potter and the Deathly Hallows” direttamente dal computer di un impiegato della Bloomsbury, la casa editrice di J. K. Rowling. In un inglese meno che perfetto, “Gabriel” spiffera tutti i dettagli della storia del maghetto, fino ai nomi dei due personaggi assolutamente non secondari che nel settimo libro moriranno, come del resto anticipato dalla stessa autrice. Ovviamente, nel post l’hacker ci tiene anche a raccontare come ha fatto a portare a termine la sua fraudolenta missione e spiega che si sarebbe limitato a mandare una mail infetta a uno che lavora nella casa editrice: «E’ stata una delle più semplici strategie d’attacco - si legge nel messaggio - ed è davvero incredibile il numero delle persone all’interno di Bloomsbury che sono in possesso del libro e delle bozze».
MOTIVAZIONI RELIGIOSE - A suo dire, a spingerlo ad agire sarebbe stata la religione: «L’ho fatto per seguire le preziose parole pronunciate dal grande Papa Benedetto XVI, quand’era ancora il Cardinale Ratzinger, nelle quali sosteneva come Harry Potter spingesse i giovani verso il neo Paganesimo». A quanto si sa, la casa editrice, che si aspetta di vendere qualcosa come tre milioni di copie il giorno stesso della pubblicazione dell’attesissimo volume, avrebbe preso severissime misure di sicurezza per evitare fughe di notizie e finora non avrebbe commentato il possibile attacco subito dall’hacker né, tantomeno, l’eventuale denuncia alla Polizia. «Su Internet girano un sacco di presunte versioni del libro - ha spiegato un portavoce - e noi non ne confermiamo né smentiamo nessuna». Il controverso post di “Gabriel” è stato scovato dalla “PC Tools”, un’azienda di software, che di routine controlla i principali siti degli hackers ma nemmeno i suoi tecnici sono stati in grado di stabilirne l’autenticità.
VERITA’ O MENZOGNA - «Se è vero? Solo due persone possono rispondere a questo quesito - ha spiegato un esperto della PC Tools - ovvero l’hacker e l’editore. Se è possibile? Certamente sì». Già nel 2003, in concomitanza con l’uscita del quinto libro di Harry Potter (“Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, di cui si attende il film il prossimo mese), un autista di camion venne accusato di aver sottratto illegalmente delle pagine del volume da una tipografia nel Suffolk per venderle a un tabloid. E mentre cresce l’attesa per il settimo sigillo della Rowling (i cui libri hanno finora venduto 325 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 64 lingue), uno studente inglese di Williton, nel Somerset, ha messo in vendita una rara prima edizione del suo primo Harry Potter (“Harry Potter e la Pietra filosofale”) per pagarsi gli studi ad Oxford. Il diciannovenne Toby Rundle, questo il suo nome, spera di racimolare almeno 15.000 sterline (oltre 22.000 euro) per iscriversi alla prestigiosa università, visto che la sua versione rilegata del volume della Rowling è una delle 500 inizialmente pubblicate nel 1997.
Chi volesse conoscere il presunto finale dell’ultimo libro della saga deve cliccare qui: Harry Potter - La fine **
Simona Marchetti
* Corriere della sera, 21 giugno 2007
** La presunta fine della saga di Harry Potter
Alla fine della storia, Hagrid viene ucciso da Snape durante un’imboscata a Hermione e Ron. Hermione e Ron riescono a fuggire, ma Lord Voldermort li trova e ingaggia con loro un duello ed Hermione, nel tentativo di salvare Ron, viene uccisa da Voldermont. Allora Harry fa fuori tutti i cattivi, mentre Draco Malfoy inizia a costruire Horcrux.