La romena ventunenne è l’unica indagata per l’omicidio di Vanessa Russo.
La ragazza di 17 anni che era con lei affidata a un centro per minori nelle Marche
Doina Matei: "Non l’ho uccisa
è stato un tragico incidente"
Le due giovani sono state arrestate a Tolentino
riconosciute grazie alle immagini diffuse dagli inquirenti *
ROMA - Doina Matei si difende: "L’ho colpita inavvertitamente". Interrogata in nottata a Roma, la ventunenne romena accusata di aver ucciso Vanessa Russo ha sostenuto che si è trattato di un tragico incidente. La ragazza diciassettenne che era con lei su quel vagone della metropolitana è stata per ora trasferita in un centro di prima accoglienza per minori delle Marche, dove le due giovani romene sono state arrestate ieri.
Doina Matei è l’unica indagata per l’omicidio: secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti è stata lei a colpire Vanessa Russo con la punta di un ombrello perforandole una cavità orbitaria e causando la rottura di un’arteria cerebrale. Lei respinge le accuse.
Nel corso dell’interrogatorio al quale è stata sottoposta questa notte dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto Sergio Colaiocco ha attribuito la morte della ragazza alla veemenza con la quale Vanessa le si sarebbe avventata contro.
Difesa dall’avvocato Giuseppe Di Napoli, Doina Matei ha parlato della degenerazione di un diverbio con Vanessa culminato con la reazione di quest’ultima che l’avrebbe prima schiaffeggiata e quindi avrebbe tentato di sopraffarla. Nel tentativo di ripararsi la Matei - questa è la sua versione - avrebbe alzato la mano con la quale impugnava l’ombrello e Vanessa avrebbe urtato la punta. La ricostruzione dei fatti della romena non ha però convinto inquirenti e dirigenti di polizia e carabinieri presenti all’interrogatorio: non collima con il racconto dei testimoni e presenta incongruenze.
I magistrati hanno emesso il provvedimento di fermo e la romena è uscita dal palazzo di giustizia in manette per essere condotta nel carcere di Rebibbia. Nelle prossime ore chiederanno la convalida del fermo e ci sarà l’udienza di convalida. La posizione della minorenne sarà invece esaminata dal tribunale dei minorenni di Roma.
In carcere è finito anche l’uomo che aveva dato ospitalità alle due romene: si chiama Ramon Marcelo Tinaglia, argentino di 49 anni, operaio. E’ accusato di favoreggiamento personale e sarà interrogato dal procuratore della Repubblica di Macerata.
Intanto si delineano i retroscena che hanno portato al fermo delle due romene a Tolentino. Un contributo alle indagini sarebbe stato fornito anche da una loro connazionale alla quale Doina aveva ceduto il suo telefono cellulare prima di allontanarsi da Roma.
* la Repubblica, 30 aprile 2007