ROMA - È finita la caccia: sono state arrestate le due donne rumene sospettate di aver ucciso con un colpo di ombrello nell’occhio Vanessa Russo nella metropolitana di Roma. Le due donne, Doina Matei di 21 anni e l’amica, minorenne, sono state fermate all’uscita del centro commerciale La Rancia di Tolentino, in provincia di Macerata. Una donna le ha riconosciute, proprio mentre le due ragazze guardavano un quotidiano in un’edicola del supermercato, con le loro fotografie in prima pagina. La testimone ha chiamato il 112, e una gazzella dei carabinieri è accorsa sul posto, bloccando le due presunte assassine e un amico, che le attendeva in auto. L’uomo, arrestato con l’accusa di favoreggiamento, avrebbe documenti argentini e lavora come operaio. Vive in una casa di campagna in Contrada Cisterna, nei pressi di un salumificio. Proprio in quella casa stava ospitando le due donne, in fuga da Roma. A Tolentino vive anche la madre di una delle due.
INTERROGATORIO - Nella notte Doina Matei viene interrogata dagli inquirenti romani che indagano sulla morte di Vanessa Russo. Sono due le inchieste in cui sono coinvolte le romene: una a Roma per omicidio e l’altra a Macerata per favoreggiamento. La posizione della ragazza minorenne è di competenza della procura dei minorenni. A quanto si è appreso la giovane è rimasta nelle Marche e si trova attualmente in una struttura di accoglienza in attesa di essere sentita dalla magistratura dei minori di Ancona. Gli inquirenti maceratesi starebbero cercando di appurare tutti i movimenti delle due donne da quando sono arrivate nelle Marche (probabilmente sabato sera) e accertare altre eventuali responsabilità da parte di persone che le avrebbero ospitate. È Doina Matei la donna accusata di aver trafitto Vanessa con la punta dell’ombrello. Nel filmato del sistema a circuito chiuso della metropolitana è la ragazza a destra, quella con il cappellino.
NIGHT CLUB - È stato anche grazie a un controllo sui permessi di soggiorno che gli investigatori hanno potuto individuare il nascondiglio marchigiano di Doina Matei e della sua complice. In passato le due romene avevano lavorato in un night della provincia di Macerata, e questo elemento, insieme alla scoperta che la madre di una delle straniere vive a Tolentino, ha ristretto l’area geografica delle indagini. L’uomo a casa del quale le due fuggiasche avevano trovato ospitalità era una loro vecchia conoscenza, fatta proprio all’epoca in cui si esibivano nel night.
GIA’ IDENTIFICATE PRIMA DELLA CATTURA - Le due donne ritenute responsabili dell’omicidio di Vanessa Russo avevano le ore contate: i carabinieri, secondo quanto si è appreso da fonti investigative, le avevano già identificate prima che lasciassero Roma. Sarebbero note come prostitute. La loro identità era dunque nota agli investigatori, che hanno così stretto il cerchio attorno alle persone che le conoscevano. Alla loro identificazione si è arrivati attraverso una serie di ricerche effettuate in particolar modo nella zona di Tivoli dove hanno soggiornato presso degli affittacamere. Le due donne dovrebbero essere trasferite a Roma già nella serata di domenica.ù 29 aprile 2007
La romena ventunenne è l’unica indagata per l’omicidio di Vanessa Russo.
La ragazza di 17 anni che era con lei affidata a un centro per minori nelle Marche
Doina Matei: "Non l’ho uccisa
è stato un tragico incidente"
Le due giovani sono state arrestate a Tolentino
riconosciute grazie alle immagini diffuse dagli inquirenti *
ROMA - Doina Matei si difende: "L’ho colpita inavvertitamente". Interrogata in nottata a Roma, la ventunenne romena accusata di aver ucciso Vanessa Russo ha sostenuto che si è trattato di un tragico incidente. La ragazza diciassettenne che era con lei su quel vagone della metropolitana è stata per ora trasferita in un centro di prima accoglienza per minori delle Marche, dove le due giovani romene sono state arrestate ieri.
Doina Matei è l’unica indagata per l’omicidio: secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti è stata lei a colpire Vanessa Russo con la punta di un ombrello perforandole una cavità orbitaria e causando la rottura di un’arteria cerebrale. Lei respinge le accuse.
Nel corso dell’interrogatorio al quale è stata sottoposta questa notte dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto Sergio Colaiocco ha attribuito la morte della ragazza alla veemenza con la quale Vanessa le si sarebbe avventata contro.
Difesa dall’avvocato Giuseppe Di Napoli, Doina Matei ha parlato della degenerazione di un diverbio con Vanessa culminato con la reazione di quest’ultima che l’avrebbe prima schiaffeggiata e quindi avrebbe tentato di sopraffarla. Nel tentativo di ripararsi la Matei - questa è la sua versione - avrebbe alzato la mano con la quale impugnava l’ombrello e Vanessa avrebbe urtato la punta. La ricostruzione dei fatti della romena non ha però convinto inquirenti e dirigenti di polizia e carabinieri presenti all’interrogatorio: non collima con il racconto dei testimoni e presenta incongruenze.
I magistrati hanno emesso il provvedimento di fermo e la romena è uscita dal palazzo di giustizia in manette per essere condotta nel carcere di Rebibbia. Nelle prossime ore chiederanno la convalida del fermo e ci sarà l’udienza di convalida. La posizione della minorenne sarà invece esaminata dal tribunale dei minorenni di Roma.
In carcere è finito anche l’uomo che aveva dato ospitalità alle due romene: si chiama Ramon Marcelo Tinaglia, argentino di 49 anni, operaio. E’ accusato di favoreggiamento personale e sarà interrogato dal procuratore della Repubblica di Macerata.
Intanto si delineano i retroscena che hanno portato al fermo delle due romene a Tolentino. Un contributo alle indagini sarebbe stato fornito anche da una loro connazionale alla quale Doina aveva ceduto il suo telefono cellulare prima di allontanarsi da Roma.
* la Repubblica, 30 aprile 2007