Cari amici,
emigrati, speciali e tussiani, io credo ai miracoli. Non tutto ciò che non trova una spiegazione può definirsi miracolo. Non sono nelle condizioni per stabilire personalmente. Non posso attribuire volontà particolari a Dio, che, per quel che sento, mi esorta, col suo Spirito, a vivere nella carità. Ultimamente, le mie letture ricorrenti sono Pierri e Kung. Dentro di me, e nessuno può impedirmi di crederlo, sono convinto che Dio opera innumerevoli miracoli. Non credo che il miracolo sia solo la guarigione d’un ammalato o un evento che evita una spiacevole conseguenza. Il miracolo ha molto a che fare, per me, con il comportamento di tante persone, che oltrepassano i limiti (umani) del possibile e si spendono, al di là del contesto culturale d’appartenenza, per il bene degli altri. Circa il miracolo comunemente inteso, ho visto, anche di persona, prodigi straordinari. Le testimonianze dovranno pur contare qualcosa. A meno di non ripensare tutto, e creare un’epistemologia del nulla.
Con sconfinata stima per voi e con amicizia incondizionata.
emiliano