L’esultanza di Leoluca Orlando
"Palermo è libera, sono già sindaco"
Il portavoce nazionale di Idv si sente già primo cittadino: "La malapolitica qui è morta". Attacca Bersani e Vendola e annuncia: "Mi dimetterò da deputato"
di SARA SCARAFIA *
Entra nel suo quartier generale di via Libertà con il piglio di chi si sente già primo cittadino, tra applausi e dita alzate in segno di vittoria: "Lo avete capito o no che sono sindaco? Palermo è libera", urla Leoluca Orlando. Abbondantemente in vantaggio su Fabrizio Ferrandelli sostenuto dal Pd e su Massimo Costa del Pdl, l’ex sindaco della Primavera è certo del suo ritorno a Palazzo delle Aquile. "A Palermo è morta la malapolitica, la città ha reagito e ha dimostrato di essere stanca di vivere con il collare di personaggi attenti alla contabilità della casta e non al bene della città", dice Orlando, ormai vicino a riprendersi la poltrona di sindaco dopo dieci anni di interregno del berlusconiano Diego Cammarata.
Senza collari. "Io non ho un collare al collo, attendo i risultati definitivi ma già possiamo dire che i palermitani hanno mandato nella discarica di Bellolampo la cattiva politica - dice Orlando - Palermo finalmente è libera. Non intendo avere rapporti con i partiti che in questi anni hanno avuto rapporti e hanno sostenuto la giunta Cammarata al Comune e il governo Lombardo alla Regione siciliana, al ballottaggio non mi apparenterò con nessuno".
Spazio a un "giovane". "Aveva ragione Pablo Picasso - aggiunge - che diceva che per divenire veramente giovani occorre tempo e io credo che il tempo l’ho passato e forse sono un giovane sindaco di questa città che può dare una risposta di futuro a Palermo e la può dare con un vantaggio enorme: non c’è nessun collare al mio collo. Giù le mani da Palermo. Questa è una battaglia di libertà".
Attacco a Bersani e Vendola. Orlando è un fiume in piena e attacca i leader nazionali che hanno sostenuto Ferrandelli: "È una vergogna che Vendola e il Pd tengano il cordone a Lombardo", dice riferendosi al fatto che un pezzo di Pd sostiene Lombardo alla Regione, ma l’Mpa aveva un altro candidato a Palermo, Alessandro Aricò. "La metà degli elettori del Pd ha votato per me: su questo Bersani dovrebbe riflettere. Io mi devo occupare di Palermo e non di quelli che sono nelle mani di Lombardo e Cammarata".
Via da Montecitorio. Poi annuncia che si dimetterà da deputato di Idv: "Ho tolto la spilla d’Italia dei valori, e tra qualche giorno sarò un ex deputato d’Idv, perché il sindaco non deve essere legato a nessun partito. In questo momento comunque la persona più felice d’Italia è Antonio Di Pietro. Anzi, è la seconda perché il primo sono io".