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Il magistero di "Mammasantissima" e di "Mammona" ("Deus caritas est") e della Morte ("ictus") o il magistero evangelico dell’Amore ("Deus charitas est") e della Vita ("I.ch.th.u.s")?!!

V come VERGOGNA!!! VATICANO: CHIESA, FAMIGLIA, INFANZIA, E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Il commento del prof. Luigi Cancrini sul video della Bbc sui preti pedofili. Per chi si preoccupa più o meno strumentalmente o scioccamente per l’immagine della Chiesa invece che dei bambini!!! - a cura di pfls

venerdì 25 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Un Papa e un clero che tanto si scandalizzano o dicono di scandalizzarsi per divorzio, aborto e coppie di fatto dovrebbero avere la forza di riconoscere un errore grossolano e porvi riparo. Pubblicamente e con chiarezza. Accettando l’idea per cui i comportamenti pedofili fanno male a chi ne è vittima e ha diritto ad essere protetto e risarcito prima che sia troppo tardi. Ma accettando anche l’idea che il prete che abusa dei bambini è una persona che ha il diritto ed il dovere di (...)

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> V come VERGOGNA!!! VATICANO: CHIESA, FAMIGLIA, INFANZIA, E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Il commento del prof. Luigi Cancrini sul video della Bbc sui preti pedofili. Per chi si preoccupa più o meno strumentalmente o scioccamente per l’immagine della Chiesa invece che dei bambini!!! - a cura di pfls

mercoledì 20 giugno 2007


-  Gli ex parrocchiani che subirono gli abusi scrivono ad Antonelli
-  Le vittime di don Cantini: "Per lui un processo penale"
*

di Maria Cristina Carrutù

Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Le-vittime-di-don-Cantini-Per-lui-un-processo-penale/1651009/6

Un processo penale giudiziario. Le vittime di don Lelio Cantini, il prete accusato di violenza sessuale a plagio da suoi ex parrocchiani della Regina della pace, non si rassegnano. E, «fortemente incoraggiati» dall’intervento di monsignor Rino Fisichella alla trasmissione «Annozero» del 31 maggio scorso, hanno scritto all’arcivescovo Ennio Antonelli. Per chiedere alla Curia fiorentina quello che avevano già chiesto, finora inutilmente: e cioè, un processo penale giudiziario contro don Cantini, a norma del diritto canonico. Con ascolto dei testimoni e delle vittime, e un giudizio finale collegiale, laddove, nel processo penale amministrativo, è l’arcivescovo a prendere personalmente provvedimenti. Nel caso di don Cantini Antonelli ha sospeso il prete dalla celebrazione dei sacramenti e della messa in pubblico per cinque anni, ma le vittime hanno sempre ritenuto che per i crimini ammessi dall’ex parroco fosse una pena del tutto insufficiente.

E così, in una lettera firmata da ben diciotto di loro e inviata il 7 giugno scorso, per conoscenza, anche alla Congregazione per la dottrina della fede, ad Antonelli le vittime danno questa volta un mese di tempo per rispondere, trascorso il quale, annunciano, richiederanno il diretto intervento della Congregazione, alto organismo della Santa Sede.

Fisichella, si legge nella lettera, «ha pubblicamente e privatamente ringraziato tutti noi del coraggio e della determinazione finora mostrate, esprimendo chiaramente e inequivocabilmente la necessità di istruire un processo canonico giudiziario» per «far luce e chiarezza su tutti gli aspetti delle vicende legate a don Cantini». Comprese, ricordano le vittime, «le eventuali reiterazioni in epoca recente dei reati», che così non sarebbero soggetti a prescrizione. Fra i reati attribuiti a don Cantini, ricordano, c’è oltretutto l’assoluzione del complice istigato a commettere peccato, che comporta la scomunica immediata latae sententiae riservata alla Santa Sede. E se è vero che in presenza di prove certe, come in questo caso, e dell’ammissione del colpevole, si può ricorrere al processo amministrativo, su reati come la pedofilia e l’assoluzione del complice, considerati «gravissimi» dal diritto canonico, a giudicare non deve essere una Curia locale ma direttamente la Congregazione per la dottrina della fede. Lo ricorda Paolo Moneta, uno dei massimi esperti di diritto canonico: sebbene quanto prefigurato da Fisichella «non rientri nelle procedure normali», dice, «la Congregazione può disporre che, per fare maggiore giustizia su reati gravissimi, una procedura giudiziaria si possa riaprire», e un decreto amministrativo già emesso da un vescovo «revocare».

* Il Dialogo, Mercoledì, 20 giugno 2007


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