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IL BUON MESSAGGIO (Eu-angelo, ev-angelo, non ... vangelo, il gelo dell’inferno!). In principio era la Parola del Dio Amore ("Deus Charitas") - non il "logo" di "Mammasantissima" e di "Mammona" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006)!!!

PIRANDELLO E LA BUONA-NOVELLA. DALL’ITALIA, DALLA SICILIA, DA AGRIGENTO, DA BONN, DA ROMA, DA MILANO, DA NAPOLI, DA SAN GIOVANNI IN FIORE, E DA GERUSALEMME: UN "URLO" MAGISTRALE PER BENEDETTO XV ... E BENEDETTO XVI - a c. di Federico La Sala

LA NOTTE DI NATALE. Basta con la vecchia, zoppa e cieca, famiglia cattolico-romana, camuffata da "sacra famiglia"!!!
giovedì 13 settembre 2012 di Emiliano Morrone
[...] Venuta la notte di Natale, appena il signor Pietro Ambrini con la figlia e i nipotini e tutta la servitù si recarono in chiesa per la messa di mezzanotte, il signor Daniele Catellani entrò tutto fremente d’una gioia quasi pazzesca nella stanza del presepe: tolse via in fretta e furia i re Magi e i cammelli, le pecorelle e i somarelli, i pastorelli del cacio raviggiolo e dei panieri d’uova e delle fiscelle di ricotta - personaggi e offerte al buon Gesù, che il suo demonio non aveva (...)

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> "Ecce Homo": un “goj”!!! Natale 1918: la ‘risata’ di Pirandello contro la vecchia e zoppa "sacra" famiglia "cattolica" !!!

martedì 12 dicembre 2006

pianeta islam

Ma il presepio è davvero un’offesa ai musulmani?

di Samir Khalil Samir (Avvenire, 12.12.2006)

Da qualche anno in Italia si sta diffondendo la prassi di non fare i presepi nelle scuole e nei luoghi pubblici, di non insegnare canti natalizi ai bambini, di non cantarli e di ridurre al massimo i simboli religiosi «per non offendere la sensibilità dei musulmani». Lo stesso fenomeno si ritrova un po’ ovunque in Europa... sempre con la stessa motivazione. All’aeroporto di Roissy (Parigi), da qualche anno, il «Joyeux Noël» è stato cambiato con il laico e prosaico «Buone feste di fine anno». Nel Regno Unito il 74% delle aziende private e numerose istituzioni pubbliche hanno deciso di cancellare i simboli tradizionali del Natale.

Per noi che viviamo nel mondo arabo la reazione è per lo meno sorprendente. I musulmani hanno sempre avuto grande rispetto per il Natale, e spesso anche una certa devozione per questa festa. Il più bel poema arabo che conosco sul significato della nascita di Cristo è stato scritto dal «principe dei poeti» (amîr al-shu’arâ’) Ahmad Shawqi (1868-1932).

«Con la nascita di Issa (Gesù) sono nate la tenerezza,/ le nobili virtù umane, la luce dei cuori e il pudore./ Alla nascita del Bambino, il mondo si è illuminato come all’alba,/ e il suo splendore ha conquistato il mondo e tutto l’universo. (...) Il suo brillio riempie la terra e i mondi di luce,/ e la terra, illuminata, è simile ad un mare raggiante./ Nessuna minaccia né prepotenza né vendetta,/ né spada né conquiste né effusione di sangue!/ Come un angelo ha vissuto in mezzo agli uomini,/ poi, stanco, ha scelto il cielo per dimora». Il Corano recita (Sura III 45-46): «E quando gli angeli dissero a Maria: O Maria, Dio t’annunzia la buona novella d’una Parola che viene da Lui, e il cui nome sarà il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio. Ed egli parlerà agli uomini dalla culla come un adulto, e sarà dei Buoni». E un hadith («detto») autentico del profeta dell’islam recita: «Ogni neonato è toccato da Satana appena nato, eccetto Maria e suo figlio»; hadith sempre citato a commento di Corano III 36.

In molti Paesi islamici i musulmani partecipano con i cristiani alle festività natalizie. In Libano, negli ultimi anni, le famiglie sciite comprano sempre più alberi natalizi e ci appendono le decorazioni tradizionali del Natale; e quando si chiede loro «come mai?», rispondono: «È una bella festa che piace ai bambini!». Nelle scuole cattoliche il presepio è sempre visitato dai musulmani, non solo per motivi estetici ma per raccogliersi e contemplare il mistero.

Per il Natale 2004 all’Università San Giuseppe, gli studenti dell’Istituto delle Assicurazioni (41% musulmani) hanno offerto centinaia di pranzi per i «Ristoranti del cuore», e 262 volontari dell’Associazione islamo-cristiana «Offri gioia» hanno distribuito 1800 pullover ai prigionieri del Libano. E sulla piazza dei Martiri, al centro della città di Beirut, il governo pianta per un mese un immenso albero con tante decorazioni. Potrei citare centinaia di esempi da vari Paesi musulmani.

Ugualmente, per le feste islamiche, le città sono piene di simboli musulmani. Tra i più bei ricordi che ho, potrei citare le serate di Ramadan al Cairo, con gli amici musulmani, passando parte della notte a Sayyidna al-Hussein (tipico quartiere musulmano) a festeggiare insieme... e ciò da sacerdote gesuita! E quale istituzione cristiana non offre un iftar (cena di rottura del digiuno) ai musulmani durante il Ramadan?

Condividere insieme le feste, ecco che cosa salda la comunità umana. Più affermiamo insieme la nostra identità cristiana o musulmana, più viviamo la solidarietà nel rispetto delle differenze.

Mi domando: è davvero «per non offendere la sensibilità religiosa dei musulmani» che si cancellano i simboli religiosi cristiani? O non piuttosto perché si è persa l’identità cristiana e, in parte, anche l’identità europea? E mi domando ancora: non si tratta forse anche di un pretesto per secolarizzare ancora di più la società europea, come se non lo fosse già troppo? E questa secolarizzazione piace davvero ai musulmani? Non è proprio questo che li urta quando guardano all’Occidente, o quando ci vivono in emigrazione? E Dio ne sa di più...


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