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Antropologia, Eu-angelo, e Costituzione italiana - la nostra "Bibbia civile"- ed eu-"ropeua"!!!

Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio ... Francesco D’Agostino (dall’Avvenire) vuole dare lezioni a Rosy Bindi e mostra solo tutto il livore di un cattolicesimo che ha sempre confuso "Erode" con Cesare e Dio con "Mammona"!!! - a cura di pfls

mercoledì 11 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] I "valori non negoziabili", che è compito di tutti i politici e quindi in particolare dei politici di ispirazione cristiana difendere, sono valori umani universali: eguaglianza tra uomini e donne, difesa dei soggetti deboli (in particolare bambini e anziani), tutela e promozione del diritto alla libertà religiosa, alla vita, alla salute, all’educazione, al lavoro, no alla tortura, alla pena di morte e a ogni pena criminale degradante, proibizione di ogni manipolazione eugenetica, (...)

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> Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio ... La credente capace di parlare a tutti, ecco a voi Rosy Bindi (di Roberto Monteforte).

venerdì 27 novembre 2009

La credente capace di parlare a tutti, ecco a voi Rosy Bindi

di Roberto Monteforte (l’Unità, 27 novembre 2009)

Rosy la «pasionaria», la toscana tenace. La «credente » rispettosa dei dettami della Chiesa, ma capace di assumersi in autonomia le proprie responsabilità politiche e istituzionali pagando anche il prezzo dell’incomprensione, come le capitò da ministro della famiglia quando avanzò la proposta dei Dico (il riconoscimento dei diritti dei conviventi). Che si confronta in modo aperto sulla bioetica e sul fine vita, sui nuovi diritti in una società sempre più multietnica e multiculturale, e sui temi dell’identità, della sicurezza, dell’accoglienza. Dello sviluppo e della democrazia economica.

C’è tutto questo nel «Quel che è di Cesare» (editore Laterza pagine 127, costo 10 euro) la sua biografia politica, non solo raccolta, ma anche sollecitata - soprattutto sui temi della bioetica - dalla cronista parlamentare Giovanna Casadio. Pagine dense e sincere che parlano di una scelta di vita al servizio del bene comune. Una scelta da «credente» che fa sua la dimensione della laicità, non solo come affermazione dell’autonomia del politico cattolico, ma anche di una politica che non può essere totalizzante, che deve avere limiti precisi. «In fondo la critica più radicale al potere assoluto e al cesarismo si trova nel Vangelo, perché - spiega - a Cesare si restituisce la moneta e non si consegna mai la persona, la sua libertà e la sua dignità».

Lo afferma mettendo in guardia dagli ideologismi dogmatici clericali e laicisti. Indica una via, quella del confronto, dell’ascolto delle ragioni dell’altro. È così che si batte il «cesarismo moderno» e si ridà dignità etica alla politica. È l’esperienza di laicità del cattolicesimo democratico che la Bindi ripropone. Esperienza «minoritaria», ma essenziale all’interno del cattolicesimo politico.

Con due assi portanti, essenziali e attualissimi: la lezione del Concilio Vaticano II e la Carta Costituzionale. Coniugare principi liberali e questione sociale, costruire una democrazia moderna: è stata la lezione «laica» di Alcide De Gasperi e di Aldo Moro, fautori di un progetto politico che fosse convincente anche per i laici. La Bindi l’attualizza. Lo fa smascherando i tentativi della «destra nel nome di Dio» di presentarsi come l’unica vera interprete dei valori che stanno a cuore alla Chiesa. Sottolinea il basso tasso di laicità di chi è alla ricerca del «voto del cielo». Invita al coraggio politico non solo i cattolici chiamati a misurarsi con la sfida bipolare, lasciandosi alle spalle improponibili nostalgie neocentriste. Ma anche l’intero Pd: il partito che ritiene il naturale erede di questo percorso. Occorre guardare avanti.


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