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L’ITALIA E LA NUVOLA NERA. IL PARLAMENTO, LA LEGGE, E LA RICHIESTA DEL GIP CLEMENTINA FORLEO. Un pasticcio politico: il commento di Giuseppe D’Avanzo - a cura di pfls

martedì 24 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Ora la parola tocca al Parlamento. Che si spera renderà al più presto utilizzabili quelle intercettazioni anche nella consapevolezza che la scelta può significare - per tre uomini del centrosinistra e tre uomini del centrodestra - affrontare i pubblici ministeri, un’istruttoria, un giudice. Una decisione contraria - il rifiuto - creerebbe una nuova nuvola nera sui destini della politica italiana; impedirebbe ai protagonisti di liberare la propria reputazione da ogni sospetto; (...)

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domenica 22 luglio 2007

Notizie vere, notizie false

di Furio Colombo *

La notizia di una ipotesi di reato a carico dei due esponenti di vertice dei Ds D’Alema e Fassino, e del senatore Latorre giunge ai giornali e al pubblico con una originale deformazione che non dovrebbe passare sotto silenzio. Si fa credere che solo la scalata bancaria Bnl-Unipol sia al vaglio del giudice di Milano per le indagini preliminari Forleo. E che solo questa scalata sia oggetto di indagine e di annunci di ulteriori atti o inchieste della magistratura.

Molti ricorderanno benissimo - a differenza di alcuni grandi giornali - che, dopo le tentate scalate bancarie ed editoriali della scorsa estate a cui si riferisce la giudice Forleo, sono rimaste sul tavolo di quel giudice, tre diversi eventi, di cui uno riguardante la Rcs e la possibilità di catturare il Corriere della Sera, appare di particolare delicatezza politica. Tanto più che l’ombra di Berlusconi si vede distintamente alle spalle di alcune di quelle scalate, anche se, adesso, stranamente, non se ne parla. Evidentemente occorre essere certi che tutta la spinta negativa dell’opinione pubblica abbia tempo e spazio per investire D’Alema, Fassino e Latorre e che si crei uno spazio mediatico non stop esclusivamente per loro. Tanto più quando le notizie che li riguardano giungono misteriosamente prima ai giornali che alla presidenza delle Camere.

Credo sia molto importante notare che tutto ciò accade mentre sulla copertina di Panorama - proprietà Berlusconi - appare il volto debitamente turbato di Romano Prodi.

Il quale - a quanto pare (ma manca qualunque riscontro) - è stato iscritto sul registro degli indagati di una Procura, atto dovuto di un magistrato a causa dell’uso, per un evento sotto indagine, di un telefono cellulare di Prodi. Questo atto non significa incriminazione, non comporta l’avviso di garanzia (che è pubblico e che non c’è stato) ed è rigorosamente segreto. Il segreto non è mai stato un ostacolo per gli affiliati al clan Berlusconi. Ed ecco, in tutto il suo clamoroso e suggestivo atto di disinformazione, la copertina del maggiore settimanale politico italiano (e di Berlusconi) che in modo pesante comunica: Prodi indagato.

Particolare curioso. Proprio in questo numero di Panorama, proprio sotto questa copertina falsa, il senatore della Margherita Antonio Polito, mi rimprovera di credere ancora nella militanza antiberlusconiana. L’argomento di Polito, tra i più curiosi nella storia della democrazia, è: «Non vedete quanti ancora (e, anzi, di più) sono con Berlusconi?». Ho già risposto, e ripeto, che una simile vacua obiezione (più leggera di una piuma di colombo che Polito mi attribuisce come peso politico) in America non ha fermato i pochi democratici come Barak Obama, che si sono opposti alla guerra in Iraq contro due terzi dell’opinione Usa. Invece di usare lo stravagante argomento: «Non vedete che sono tutti dalla parte di Bush?», hanno insistito nella loro critica appassionata. E adesso sono la stragrande maggioranza.

Insisto sull’ombra letale di Berlusconi perché ha molta importanza in quello che sto per dire. Riguarda il nostro futuro, non solo i leader Ds, non solo la sinistra o l’Unione o la maggioranza. Riguarda l’integrità dell’Italia. Cercherò di spiegarmi, sapendo che non rappresento i Ds, non sono la voce di questo giornale, ma solo un punto di vista.

1 - Chiedo con passione e convinzione di stare in guardia dal rischio di qualunque alleanza anti-giudici cosiddetta “trasversale”. Il partito degli indagati, la casa madre di Dell’Utri e di Previti, ha molto da guadagnare in una simile alleanza. I Ds, la sinistra, l’Ulivo, l’Unione, la maggioranza no. Meno che mai il nascente Partito democratico.

2 - Chiedo, con lo stesso spirito e la stessa convinzione di stare alla larga dall’idea che il segreto sia meglio della diffusione di notizie anche sgradevoli. Il segreto, come dimostra la copertina del numero di Panorama in edicola, è un vantaggio prezioso per casa Berlusconi. Diffondono quando vogliono quello che vogliono e sottraggono quando vogliono ciò che preferiscono oscurare. Il ricatto diventerebbe il loro strumento abituale. Adesso lo usano prevalentemente tra le loro mura. Il segreto su notizie giudiziarie e intercettazioni diventerebbe la loro arma di intimidazione di massa.

Controprova: il conoscere già da tempo i passaggi ritenuti cruciali delle intercettazioni su D’Alema, Fassino, Latorre consente adesso, anche ai non esperti, di distinguere le ipotesi della giudice Forleo dalla natura e portata delle frasi in questione. Proprio a causa della mancanza di segreto manca, nonostante la forzatura di alcuni titoli di giornale, la deflagrazione desiderata. Quello che è accaduto ieri non è una bomba ma solo una notizia.

3 - Il rispetto per il terzo potere su cui si fonda la democrazia, il potere giudiziario (che non è come voleva l’ingegner Castelli una turbolenta corporazione di impiegati statali presuntuosi), è essenziale per l’Italia estranea al malaffare, come l’attacco continuo ai giudici è stata il carattere distintivo più tipico dell’Italia di Berlusconi. Quell’Italia è viva e attivissima, con buona pace di Polito. Affrontare un momento difficile che espone a ogni tipo di denigrazione mantenendo fermamente i riferimenti di accettazione, fiducia e rispetto in base ai quali la maggioranza dei cittadini ha votato il centrosinistra, vuol dire dimostrare che anche in un momento sfavorevole, i valori non cambiano. Vuol dire che ci si guarda bene dal fare causa comune con chi ha ben altri motivi per la lotta ai giudici, ben altre ragioni di circondarsi di segreto e molto di più da guadagnare nel diffondere l’idea che i giudici sono mentecatti.

4 - È proprio perché i fatti sono in chiaro e non sono mai stati oscurati che i cittadini conoscono l’ambito e i limiti della vicenda D’Alema, Fassino, Latorre. Sanno di potersi aspettare, altrettanto in chiaro, risposte civili di persone che non smuovono poteri e non giocano funzioni di governo per loro interessi di qualsiasi genere. Dunque la storia si evolverà come in ogni Paese democratico, rispettando tutte le regole per far valere le legittime ragioni. Non è poco nel Paese in cui Berlusconi ha tentato di sottrarsi a tutti i giudizi. Ma di meno, a chi ci ha votato, non si può dare.

Vorrei ricordare l’esempio di Bill Clinton che durante gli otto anni della sua presidenza (definita “comunista” dal suo avversario conservatore Jesse Helms per avere tentato di cambiare l’assicurazione sanitaria a favore dei poveri) ha dovuto affrontare diverse investigazioni e processi, tutti (meno uno) opera bene organizzata ma falsa della sua opposizione. Li ha attraversati senza alcuna distrazione dagli impegni di governo, senza alcun ritardo o posticipo o esenzione giudiziaria. Non ha mai neppure chiesto un rinvio. Ed è uscito integro da ciascuna prova.

I cittadini americani né allora né adesso si sono mai scostati da lui. Il suo rispetto, da capo dell’esecutivo, per le altre due parti del governo (il legislativo e il giudiziario) ha fermato per lui, e in quel Paese, l’onda pericolosa dell’antipolitica.

furiocolombo@unita.it

* l’Unità, Pubblicato il: 22.07.07, Modificato il: 22.07.07 alle ore 17.36


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