Il Presidente della Camera si dichiara favore alla richiesta del Gip di Milano
D’accordo i Ds che però chiedono prima una verifica degli incartamenti
Unipol: Bertinotti sulle autorizzazioni
"Niente privilegi per i parlamentari"
"In questo momento dobbiamo evitare qualsiasi conflitto istituzionale" *
ROMA - Fasto Bertinotti interviene con chiarezza sul caso intercettazioni. Secondo il Presidente della Camera, il parlamento deve autorizzare il gip di Milano Clementina Forleo all’uso delle intercettazioni che coinvolgono i parlamentari. La presa di posizione della terza carica dello stato trova d’accordo i Ds, che dichiarano di non aver nulla da temere per il coinvolgimento di Piero Fassino, Massimo D’Alema e Nicola La Torre sul caso Unipol, anche se prima vanno lette le carte del procedimento. Intanto la procura di Milano potrebbe inviare già domani alle Camere le due ordinanze con cui chiede di poter usare nell’inchiesta le 68 telefonate incriminate.
Nessun privilegio. "In questa fase i parlamentari devono dimostrare non solo di essere al di sopra di ogni sospetto, ma anche di non avere neppure un’apparenza di privilegio", ha dichiarato Fausto Bertinotti. Il Presidente della Camera ha sottolineato che eventuali privilegi dei parlamentari vanno messi da parte per consentire "una discussione politica senza nessun elemento di turbamento". Bertinotti è dunque favorevole a un eventuale sì della camera all’uso delle intercettazioni sul caso Unipol. Il motivo è evitare un conflitto istituzionale. "Siamo in un momento di crisi politica - ha spiegato -, ma un conflitto tra le istituzioni è un serio rumore di fondo a questa crisi".
Nulla da nascondere. Anche i Ds sembrano optare per il sì alle autorizzazioni, anche se prima è necessario verificare i documenti alla base della richiesta. La posizione dei Ds è stata ricapitolata in mattinata da Marina Sereni "Noi - ha spiegato la vicepresidente del gruppo dell’Ulivo alla Camera - non siamo mai stati né pregiudizialmente a favore né pregiudizialmente contro le autorizzazioni. Si tratta di guardare le carte. Siamo direttamente coinvolti con personalità di primo piano del nostro partito, ma noi non abbiamo nulla da nascondere". Sulla stessa linea si dichiara anche Piero Fassino. Il segretario dei Ds sottolinea l’estraneità sua, di La Torre e di D’Alema da presunti "disegni criminosi" e chiede che non si proceda a giudizi sommari. "Riconosco al Gip Forleo - ha detto Fassino - il diritto di chiedere al Parlamento l’utilizzo delle intercettazioni, non le riconosco il diritto di precostituire giudizi infondati. Lo stato di diritto in Italia prevede ancora la presunzione di innocenza, non di colpevolezza".
Veltroni e Angius. Walter Veltroni concorda con le parole di Fassino. Il sindaco di Roma e candidato alla leadership del Partito Democratico auspica che "tutti gli accertamenti vadano fatti con le procedure che il diritto prevede". Tuttavia sottolinea che "fino ad allora ognuno ha il diritto di non vedersi messo sulla torre come se una sentenza sia già stata emessa. La stima nei dirigenti dei Ds, in particolare D’Alema e Fassino, l’ho espressa a più riprese e la confermo". Il vicepresidente del Senato, e leader di SD, Gavino Angius ha invece avanzato una doppia richiesta. La prima è rivolta a Clemente Mastella, a cui chiede di riferire in Parlamento. La seconda è invece diretta ai parlamentari protagonisti delle intercettazioni: "Questi colleghi si rendano disponibili a fornire ai giudici la più ampia disponibilità per affermare la trasparenza del loro operato parlamentare".
* la Repubblica, 24 luglio 2007