PARROCO DIVENTA PAPA’, VORREI RICOMPORRE CON CURIA *
PADOVA - "Domani spiegherò qual’é il mio progetto per il futuro. Ma io intendo con tutte le mie forze ricomporre il rapporto con la Curia, con la Chiesa. Non voglio creare fratture". Così Don Sante Sguotti, il parroco padovano che un anno fa sarebbe diventato papà di un bimbo, anticipa all’ANSA quella che sarà la sua difesa nella conferenza stampa che terrà domani mattina nella parrocchia di Monterosso. "Domani - ha detto - spiegherò da dove secondo me bisogna partire per cercare di sbrogliare questa matassa".
Don Sante arriverà all’incontro con i giornalisti con dei punti già preparati per il suo discorso. "Diffonderò anche dei testi scritti - aggiunge - sorta di ’comunicati’ a disposizione dei presenti. Poi parlerò delle cose che vorrei fare nei prossimi mesi". Ma allora, da dove bisogna ripartire, secondo don Sante, per spiegare la storia del parroco-papà: "ci sono questioni che riguardano la mia vita privata - risponde - e si potrebbe andare indietro anche di 10-15 anni (il sacerdote è da 8 anni nella comunità di Monterosso). Poi ci sono delle cose molto pratiche, vicine nel tempo, e basta guardare ad uno-due anni". Come veda il suo immediato futuro nella parrocchia padovana, dopo l’invito del vescovo Mattiazzo a lasciare entro il 10 settembre, il sacerdote 41enne tuttavia non lo svela. "La mia situazione - afferma - è legata al vissuto dei miei parrocchiani. Con loro farò un assemblea il 4 settembre prossimo, e insieme decideremo che percorso si può intraprendere. Ma io, se possibile, non voglio rotture con la Chiesa".
Ancora più stretto è il riserbo del sacerdote sul nocciolo della questione: la sua storia sentimentale con una donna, e la paternità di un bimbo. "Qualcuno ha letto una sorta di ’confessione’ - rileva - nelle parole dell’omelia che ho tenuto venerdì scorso, salvo poi vedere una specie di ’marcia indietro’ nell’omelia di domenica. Posso dire solo che c’é un genere letterario che io uso spesso: la provocazione, ma bisogna saper distinguere quando si tratta di una provocazione, anche forte, e quando si fanno affermazioni". Qualcuno allora ha preso un enorme granchio? "Ne parleremo domani..." conclude il sacerdote. Intanto a Monterosso, la comunità di 800 anime alle porte di Abano Terme, la don Sante-story comincia a fare emergere qualche divisione. I parrocchiani sono pressoché tutti con il loro prete, pronti a difenderlo e a rivendicarne la permanenza a Monterosso, pur contro il volere della Curia. Ma sui alcuni muri la scorsa notte sono comparse alcune scritte offensive a spray: "prete falso doc".