IDEE
Ricoeur, l’etica chiede l’estetica
Di Maurizio Schoepflin (Avvenire, 22.09.2007)
Scomparso all’età di 92 anni a Parigi nel maggio del 2005, Paul Ricoeur è stato uno dei filosofi più interessanti del Novecento e soprattutto negli ultimi anni la sua fama è venuta crescendo. Protagonista di un percorso speculativo rivelatosi abbastanza complesso e condizionato da numerose differenti influenze, egli si presenta come un autore di non facile interpretazione. In questo volume, il padre gesuita Giovanni Cucci, docente presso l’Università Gregoriana, sviluppa una delle possibile prospettive secondo cui affrontare la lettura dell’opera ricoeuriana, quella che la mette in relazione con la psicanalisi e il messaggio freudiano nella sua globalità. La scelta di tale prospettiva ha condotto l’autore a privilegiare l’ambito della vita morale: «Tra gli innumerevoli argomenti trattati dal nostro autore - scrive Cucci - si è scelto di concentrare l’attenzione sul tema dell’etica, guidati dalla convinzione che il suo modo stesso di fare filosofia sia essenzialmente "pratico", nel senso di una riflessione che nasce da una pratica lasciando emergere la vita nel suo svolgersi». Per altro è stata proprio la psicanalisi a proporsi come portatrice della possibilità di mettere radicalmente in dubbio l’esistenza stessa, nella vita dell’uomo, di una sfera morale. Ricoeur accetta questa sfida e giunge a riconfermare il carattere strettamente etico del soggetto.
A questa fondamentale e costitutiva eticità egli attribuisce un’originale valenza estetica: «Ciò che sembra alla fine trasparire - sostiene Cucci a questo proposito - come filo rosso della sua ricerca è il carattere «estetico» della proposta etica, teso cioè a rilevare la bellezza di una vita buona, animata dal desiderio di realizzare le proprie possibilità nell’incontro con l’altro; in altre parole l’impegno nei confronti dell’altro scaturisce dalla bellezza riscontrata in questo stile di vita». La filosofia ricoeuriana reca un timbro ottimistico e il libro di Cucci offre di ciò una spiegazione chiara e suggestiva. Afferma infatti l’autore a tale riguardo: «Di fronte ad una quasi monotona e persistente proclamazione di una crisi diffusa del nostro tempo, a livello di etica, dei valori, della società, del pensiero, del linguaggio, della relazione, della legalità, dell’uomo, la produzione di Ricoeur si pone come una sfida accattivante, l’invito a riconoscere un orizzonte di senso da cui nasce un agire capace di rendere "bella" e "buona" la propria vita».
Giovanni Cucci
Ricoeur oltre Freud
L’etica verso un’estetica
Cittadella. Pagine 432. Euro 21