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Pianeta TERRA e UmaNITA’. Per il dialogo, quello vero.....

MYANMAR, EX BIRMANIA. YANGON. I MILITARI ATTACCANO. MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE A FIANCO DEI MONACI BUDDISTI IN TESTA AL MOVIMENTO DI DEMOCRATIZZAZIONE E DELLA VOLONTA’ DI PACE E DI DIALOGO DI AUNG SAN SUU KYI. Si prepara condanna ONU - a cura di pfls

sabato 6 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
MYANMAR: ATTIVISTI PER DEMOCRAZIA AL TIMES, COMBATTEREMO FINO ALLA MORTE
Londra, 6 ott. - (Adnkronos) - "Combatteremo fino alla nostra o alla loro morte". E’ questo il grido, disperato e determinato, lanciato da due attivisti birmani per la democrazia, che hanno contattato il Times di Londra dal loro nascondiglio nello stato meridionale birmano di Mon. "Abbiamo bisogno di un grande aiuto da parte della comunita’ internazionale, ma non ci arrenderemo" - affermano Myint Htoo Aung e la signora (...)

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> MYANMAR, EX BIRMANIA. YANGON. I MILITARI ATTACCANO. MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE A FIANCO DEI MONACI BUDDISTI IN TESTA AL MOVIMENTO DI DEMOCRATIZZAZIONE E DELLA VOLONTA’ DI PACE E DI DIALOGO DI AUNG SAN SUU KYI - a cura di pfls

venerdì 28 settembre 2007

ANSA» 2007-09-28 19:20

BIRMANIA: APPELLO BUSH-BROWN, NON REPRIMERE LA PROTESTA

ROMA - Stati Uniti e Gran Bretagna, dopo un collegamento in video conferenza tra il presidente Usa George W. Bush e il premier britannico Gordon Brown, hanno rinnovato la loro richiesta alla giunta birmana che cessi di reprimere le manifestazioni di protesta della popolazione. Durante il colloquio Bush e Gordon Brown "hanno discusso l’importanza della visita in Birmania dell’inviato speciale dell’Onu Ibrahim Gambari e della necessità che il mondo continui a manifestare in modo chiaro alla giunta militare" il suo giudizio su quanto sta accadendo, ha detto un portavoce della Casa Bianca. "La giunta militare deve astenersi dal far ricorso alla violenza - ha aggiunto il portavoce - e accettare una transizione pacifica verso la democrazia".

Il portavoce della Casa Bianca Scott Stanzel ha detto che "la repressione contro i dimostranti pacifici è assolutamente barbarica". Il presidente Bush ha annunciato negli ultimi giorni una serie di sanzioni contro la giunta militare. "Gli Stati Uniti danno sicuramente il loro sostegno alle persone che in Birmania stanno marciando per la democrazia e per la pace", ha detto il portavoce della Casa Bianca.

Nonostante i morti di ieri, nonostante le migliaia di militari in assetto di guerra che presidiano massicciamente Rangoon e minacciano di sparare ancora, nonostante il coprifuoco, alcune migliaia di manifestanti, diecimila secondo alcuni testimoni, sono tornati oggi in piazza nella capitale birmana, tentando di radunarsi nel centro. I soldati hanno risposto agli assembramenti con cariche e lancio di lacrimogeni e anche con spari in aria.

La situazione generale appare confusa: il sito di esuli birmani ’Mizzima News’ parla - senza per ora alcuna conferma - di un possibile ’’dissidio fra generali’’. L’intera Rangoon e’ rimasta sotto il coprifuoco per 12 ore fino alle 6 di stamattina. E stamani lo scenario che si presentava a Rangoon ai coraggiosi manifestanti era di una citta’ in stato d’assedio: camionette con mitragliatrici pattugliavano le strade, le piazze e i centri nevralgici della citta’ erano presidiate da migliaia di soldati in assetto di guerra, che hanno completamente isolato il grande complesso di templi di Shwedagon e hanno posato filo spinato attorno alla pagoda di Sule. Negozi sbarrati, uffici e scuole chiusi. Anche il principale collegamento a Internet del Paese oggi ha smesso di funzionare.

Quando i primi manifestanti si sono radunati, hanno comunciato a scandire slogan e insulti all’indirizzo dei militari, ai quali hanno gridato ripetutamente ’Fuck you’ (Andate affanculo). Fra i manifestanti, secondo la testimonianza di un diplomatico britannico all’emittente Cnn, vi sarebbero anche alcuni monaci buddisti, che nei giorni scorsi sono stati l’avanguardia della protesta pacifica contro il regime militare che da 45 anni governo col pugno di ferro il Paese asiatico. Secondo il sito dissidente ’Mizzima News’, fra alcuni reparti dell’esercito birmano ci sarebbe una non meglio precisata ’’agitazione’’. Aerei pieni di militari si sarebbero levati in volo dalla base aerea di Matehtilar e anche truppe dal centro del Paese si starebbero muovendo verso Rangoon. Secondo ’Mizzima’, ’’non e’ chiaro se le truppe stiano marciando (verso Rangoon) come rinforzi o per opporsi alle truppe che a Rangoon hanno sparato sui monaci’’ buddisti.

Molti non si fidano dei numeri forniti dal regime agli occhi puntati dell’opinione pubblica mondiale. Secondo l’ambasciatore australiano a Rangoon, Bob Davis, il numero di morti nella repressione delle manifestazioni di ieri e’ molto piu’ alto della cifra ufficiale di nove diffusa da regime dei generali. E da alcune immagini amatoriali diffuse dalla tv giapponese si vedrebbe un soldato che getta in terra il fotografo giapponese ucciso ieri e che forse gli spara a bruciapelo.

Manifestazioni di solidarieta’ con i manifestanti e i monaci birmani si sono intanto tenute oggi in molti Paesi asiatici anche in Australia, dove a Canberra ci sono stati scontri.


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