Myanmar, oltre 15mila morti per il ciclone ’Nergis’
Lo riporta l’agenzia cinese Xinhua citando fonti della giunta militare birmana. Il bilancio ufficiale finora parlava di 3.880 vittime nella provincia di Ayeyawaddy dove con 20mila case distrutte sono quasi 93mila gli sfollati. Dalla Farnesina aiuti urgenti per 123mila euro
Yangoon, 5 mag. - (Adnkronos) - Oltre 15mila persone sarebbero state uccise nelle due province di Yangon e Ayeyawaddy dal violento ciclone che ha colpito cinque province del Myanmar tra venerdì e sabato scorso. Lo riporta l’agenzia cinese Xinhua citando fonti della giunta militare birmana.
Secondo le fonti citate dall’agenzia cinese, solo nella zona di Bogalay, nella provincia di Ayeyawaddy, le vittime sarebbero oltre 10mila ed almeno mille nella zona di Laputta, sempre nella stessa provincia. Si tratterebbe, quindi, di un bilancio molto più pesante di quello ufficiale che finora parlava di 3,880 morti nella provincia di Ayeyawaddy dove con 20mila case distrutte sono quasi 93mila gli sfollati .
Anche altre fonti parlano di un bilancio molto più drammatico di quello di 4mila morti e 3mila dispersi. Secondo alcuni diplomatici stranieri, convocati oggi dal governo birmano per un briefing sulla situazione, il ministro degli Esteri ha riconosciuto che potrebbero essere 10mila le vittime del ciclone. E per affrontare la crisi umanitaria il regime repressivo, che lo scorso settembre ha usato il pugno di ferro per mettere a tacere un movimento di protesta, avrebbe rivolto un appello alla comunità internazionale, si legge sul sito della Cnn.
E ancora. Secondo la tv di Stato, le persone rimaste uccise dal passaggio di ’Nargis’ sono 3.969, mentre oltre tremila risultano dispersi. Finora, il bilancio ufficiale parlava di 351 vittime.
Tra le vittime del passaggio del ciclone si contano anche 36 detenuti del famigerato carcere Insein di Yangon. Ne ha dato notizia l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici Burma, organizzazione non governativa con sede in Thailandia, secondo cui i detenuti sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dalle guardie carcerarie dopo che un incendio nel carcere aveva seminato il panico fra i prigionieri. Nel tentativo di riscaldarsi, alcuni di loro avevano acceso un fuoco ma le fiamme si erano propagate rapidamente in tutta la struttura, provocando la reazione delle guardie, che hanno sparato, ferendo altre 70 persone.