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Per la pace e per l’ ecumenismo ....

MOSE’ GESU’ E MUHAMMAD CONTRO I "PADRONI DI DIO". Una nota di Giovanni Sarubbi, direttore del sito e della rivista "Il dialogo" - a cura di pfls

lunedì 1 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Dio non appartiene a nessuno, né ai mercanti né ai grandi sacerdoti. Questo il messaggio che ci trasmettono le azioni di Gesù e di Muhammad e di tutti i profeti prima di loro. Nessuno può usare Dio a proprio uso e consumo. Nessuno è proprietario di Dio e nessuno se ne può fare interprete esclusivo. Nessuno può usare Dio per decidere sulla sorte dei popoli o dell’intera umanità. Quando ciò avviene, sia nell’ambito cristiano che in quello islamico, vi è la negazione delle radici di (...)

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> MOSE’ GESU’ E MUHAMMAD CONTRO I "PADRONI DI DIO". ---- Amare la Terra e tutti gli esseri viventi! Appello:Nona Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2010.

martedì 22 giugno 2010

Nona Giornata ecumenica del Dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2010

Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!

Testo dell’appello. Di seguito vi è la possibilità di aderire all’appello.

-  «Ecco, al Signore tuo Dio appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene». (Bibbia Deuteronomio 10,14)

-  «Certamente appartiene ad Allah tutto ciò che è nei cieli e ciò che è sulla terra. Cosa seguono coloro che invocano consoci all’infuori di Allah? Non inseguono che vane congetture, e non fanno che supposizioni. Egli ha fatto per voi la notte affinché riposiate e il giorno affinché vi rischiari. In verità in ciò vi sono segni per la gente che ascolta». (Corano Sura X,66-67)

L’emergenza ambientale è oramai una costante dei nostri tempi. Le catastrofi naturali sono ingigantite dalle responsabilità umane e dai disastri causati dall’uomo e dalle tecnologie che spesso gli stessi uomini che le hanno realizzate non riescono a controllare. La nostra Terra è ferita profondamente e sanguina, come ha scritto recentemente, con riferimento al gravissimo incidente petrolifero del Golfo del Messico, un Capo spirituale cheyenne in un appello a tutte le religioni del mondo alla preghiera per la Terra ferita e per tutti gli esseri viventi che la abitano.

Ma più la situazione diventa grave, più si moltiplicano gli appelli al rispetto dell’ambiente, più acuti e violenti diventano gli atteggiamenti di quanti rifiutano il cambiamento di uno stile di vita irrispettoso della Terra che ci ospita che nessun essere umano ha creato e che nessun essere umano dovrebbe poter impunemente distruggere.

La violenza, come è scritto nel documento finale del Convegno “Chiese strumento di pace?” - svoltosi a Milano il 2 giugno 2010, «è diventata parte del nostro quotidiano e ci siamo abituati a considerarla inevitabile». E le religioni l’hanno spesso giustificata e ancora spesso continuano a farlo.

La produzione di strumenti di morte continua inarrestabile. Neppure la crisi economica ha prodotto alcun taglio nei fondi destinati all’acquisto di armi di distruzione di massa. Mentre non si trovano soldi per i servizi sociali di base, per la scuola, per la sanità, i fondi per la partecipazione alle guerre sono sempre disponibili ed anzi sono aumentati. Pur di non mettere in discussione l’idolo del mercato e del massimo profitto si sceglie di continuare a produrre prodotti che aumentano all’infinto l’inquinamento atmosferico attaccando allo stesso tempo anche i diritti fondamentali della persona umana e le stesse libertà democratiche delle persone che quei prodotti sono chiamati a produrre.

Cristiani e musulmani sono interpellati nel profondo della loro fede da questi che sono i segni dei nostri tempi. Oggi come nel corso della storia dell’umanità in discussione è l’idolatria che si manifesta nel mancato rispetto per la nostra Terra attraverso il perpetrarsi di distruzioni della natura, di guerre devastanti e violenze disumane, di divisione profonda dell’umanità in oppressi e oppressori.

Forze politiche miopi che agitano la paura del diverso e di ciò che non si conosce e che per aumentare questa paura mistificano la realtà con l’uso di menzogne sempre più spudorate, vorrebbero che cristiani e musulmani continuassero a fare guerre fra loro come ai tempi delle Crociate. Si vorrebbe irreggimentare il grande spirito di pace, che pervade queste due grandi religioni della storia dell’umanità, in congreghe religiose di Stato, asservite a logiche politiche che contribuiscano a prolungare all’infinito quello stile di vita insostenibile che sta portando l’umanità sul baratro della propria autodistruzione.

Crediamo invece sia necessario che cristiani e musulmani, insieme a tutte le altre religioni, assumano posizioni e comportamenti all’altezza dei tempi che viviamo e delle sfide che ci pongono i nemici dell’umanità e della sua riconciliazione con l’unico Dio che insieme adoriamo.

Per questo le associazioni cristiane e musulmane che da 9 anni promuovono ed insieme celebrano la giornata del dialogo cristiano-islamico, vogliono mettere al centro del prossimo incontro del 27 ottobre 2010 i temi della salvaguardia del creato, del rispetto e dell’amore per la nostra Terra e per tutto ciò che essa contiene e a cui da vita. E vogliamo farlo nel nome dell’unico Dio che insieme adoriamo e a cui insieme, ognuno per la propria strada, vogliamo ricondurre questa umanità, verso quel Regno di Dio dove non ci saranno più lacrime, né lutto ne lamento ne affanno e dove l’amore trionferà.

Amare la Terra e tutti gli esseri viventi!

Il comitato organizzatore

Roma 22 giugno 2010

*Il testo dell’appello con la possibilita’ di adesioni on-line si trova al seguente link:

www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cristianoislamico/promotori_1277197559.htm


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