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USCIRE DALLA PREISTORIA, E DALLA "COSMOTEANDRIA"! In principio era il Logos ("Deus charitas") - non il "Logo" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006) dell’Imperatore cattolico-romano!!!

IL GRANDE PERICOLO E’ IL MONOTEISMO. RAIMON PANIKKAR DENUNCIA LA DIMENSIONE PREISTORICA DEL DISCORSO SULLA "VERITA’ ASSOLUTA" E SUL "DIO" DELLE GERARCHIE DELLE RELIGIONI RIVELATE - a partire dalla gerarchia della chiesa cattolico-romana. Una segnalazione di don Aldo Antonelli - a cura di Federico La Sala

giovedì 11 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il grande pericolo, e qui non vorrei scandalizzare nessuno, è il monotei­smo. Il monoteismo pensa che Dio è la Verità, perché il monoteismo pensa un Dio isolato, un Dio solo. Non è così in tutti i monoteismi, la questione è molto complessa, ma vi è questo co­stante pericolo: benché io non possie­da la Verità, c’è un Dio che la possiede e questo Dio ce l’ha rivelata. Non mi convince il monoteismo. Penso che il monoteismo non sia cristiano, perché il cristianesimo crede nella Trinità (...)

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> IL GRANDE PERICOLO E’ IL MONOTEISMO. --- Un ricordo di Ramon Panikkar (di Filippo Gentiloni).

domenica 26 settembre 2010

Un ricordo di Ramon Panikkar

di Filippo Gentiloni (il manifesto, 26.09.2010)

A pochi giorni dalla sua scomparsa è giusto ricordare Ramon Panikkar, certamente uno dei maggiori teologi del nostro tempo. In grado di unire fede e ragione, oriente e occidente, il cristianesimo con le altre religioni. Prezioso, fra gli altri testi, il volumetto «L’esperienza di Dio» (Queriniana), esperienza che Panikkar riassume in nove tesi, molto significative. Le possiamo elencare, una dopo l’altra.

-  Non si può parlare di Dio senza un previo silenzio interiore.
-  Il discorso su Dio è un discorso «sui generis».
-  È un discorso di tutto il nostro essere. Non è un discorso su nessuna chiesa, religione o credenza.
-  È un discorso sempre mediato da qualche credenza.
-  È un discorso relativo ad un simbolo e non a un concetto.
-  È un discorso polisemico, che non può essere nemmeno analogico. Dio non è l’unico simbolo del divino.
-  È un discorso che sfocia necessariamente in un nuovo silenzio. Il silenzio è il crocevia fra il tempo e l’eternità.

L’esperienza di Dio specificamente cristiana Panikkar la riassume in tre testi biblici fondamentali: «In lui viviamo, ci muoviamo e siamo; Dio nessuno lo ha mai visto; perché Dio sia tutto in tutti». Nonché nell’esperienza di Gesù: «Io e il Padre siamo una cosa sola» e «Chi ha visto me ha visto il Padre».

Panikkar aggiunge alla sua riflessione alcuni luoghi «privilegiati» dell’esperienza di Dio. Sono: il male, la trasgressione, il silenzio, il tu. E si affida volentieri ai poeti.

Per tutti Giovanni della Croce: «Questo sapere non sapendo / è talmente potente / che i sapienti argomentando / non riescono mai a sconfiggerlo / perché il loro sapere non arriva / a non capire sapendo / ogni conoscenza trascendendo».


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