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USCIRE DALLA PREISTORIA, E DALLA "COSMOTEANDRIA"! In principio era il Logos ("Deus charitas") - non il "Logo" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006) dell’Imperatore cattolico-romano!!!

IL GRANDE PERICOLO E’ IL MONOTEISMO. RAIMON PANIKKAR DENUNCIA LA DIMENSIONE PREISTORICA DEL DISCORSO SULLA "VERITA’ ASSOLUTA" E SUL "DIO" DELLE GERARCHIE DELLE RELIGIONI RIVELATE - a partire dalla gerarchia della chiesa cattolico-romana. Una segnalazione di don Aldo Antonelli - a cura di Federico La Sala

giovedì 11 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il grande pericolo, e qui non vorrei scandalizzare nessuno, è il monotei­smo. Il monoteismo pensa che Dio è la Verità, perché il monoteismo pensa un Dio isolato, un Dio solo. Non è così in tutti i monoteismi, la questione è molto complessa, ma vi è questo co­stante pericolo: benché io non possie­da la Verità, c’è un Dio che la possiede e questo Dio ce l’ha rivelata. Non mi convince il monoteismo. Penso che il monoteismo non sia cristiano, perché il cristianesimo crede nella Trinità (...)

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> IL GRANDE PERICOLO E’ IL MONOTEISMO. --- Fu sposato civilmente "con un permesso speciale della congregazione del clero per vivere una esperienza all’interno della chiesa come ricerca di un’alternativa alla legge del celibato". Lo aveva sempre ritenuto ingiusto (di Francesco Saverio Iacolare - Raimon Panikkar, un gugante del nostro tempo)..

martedì 30 novembre 2010

RAIMON PANIKKAR; un gigante del nostro tempo.

di Francesco Saverio Iacolare (07.09.2010)

Il 29 agosto scorso è morto uno dei più grandi maestri plurali della nostra epoca. Si era ritirato nella sua casa di Tavert,ai piedi dei Pirenei, dove ha continuato ad educare il suo pensiero fino alla fine del suo vivere sereno. Nacque il 3 novembre del 1918 da madre catalana e padre indiano.
-  Nel 1946 fu ordinato sacerdote dell’ordine dei gesuiti e aderì all’Opus Dei, che più tardi abbandonò definendola: “ un club per privilegiati".
-  Fu sposato civilmente "con un permesso speciale della congregazione del clero per vivere una esperienza all’interno della chiesa come ricerca di un’alternativa alla legge del celibato". Lo aveva sempre ritenuto ingiusto.
-  Ha insegnato in decine di università di tutto il mondo, disseminando il suo pensiero attraverso le venti lingue di sua conoscenza. La sua vita è stata dedicata all’impegno di una possibile pace tra i popoli mediante il dialogo tra le religioni. L’incontro tra le religioni rappresenta il momento cruciale della nostra epoca, Panikkar ha cercato il dialogo “interreligioso" che si realizza nello scambio di conoscenze e di esperienze tra credenti di diverse religioni, e quello "intrareligioso" che si attua nell’intimo di ogni singola persona che entra in contatto con altre realtà religiose diverse dalla sua.

Nel primo caso il dialogo di ricerca interreligioso diventa una preghiera aperta agli orizzonti più lontani degli spazi cardinali e convenzionali. Nel secondo caso, il dialogo intrareligioso, il più maturo, quello silenzioso, è quello che percorre le infinite praterie delle coscienze che serve a sviluppare la grande comunicazione umana. Ognuno di noi, nella dimensione del dialogo intrareligioso, deve imparare a scoprire “l’altro” in noi stessi. “Ama il prossimo tuo come te stesso” ha bisogno di una decodifica aggiuntiva che lo rende più vicino all’uomo, è una decodifica post-mediterranea. Per troppi secoli si è preferito “avanzare” la divinità di Cristo, nascondendo l’umanità di Gesù. La Sua umanità fa paura perché ci dice “ prendi la tua croce è seguimi”. Non conosciamo questa umanità perché ci è stata nascosta.

Gesù è stato fatto prigioniero nell’area mediterranea, relegato in un ambito ristretto e privato della parola, altri lo hanno usato per motivi coloniali e hanno parlato il linguaggio della violenza , un crocefisso usato come spada per colonizzare l’umanità e impedire la comunicazione umana. Oggi, forse, comprendiamo che è stata la violenza che ha impedito il divenire della conoscenza di un dialogo intrareligioso. ”Ama il prossimo tuo come te stesso”, oggi ci rendiamo conto che il vangelo va oltre il “mediterraneo”.

A questo proposito Panikkar ci ricorda :”Quando io avrò scoperto l’ateo in me, così come l’indù e il cristiano ecc.. ecc..,quando considererò il mio fratello come l’altro me stesso, e quando l’altro non si sentirà alienato da me, allora tutti ci avviciniamo al Regno”. Occorre smettere di costruire “torri” , “ mura”, barriere psicologiche, inseguendo il vano sogno di una umanità artificiosa. Il pluralismo è alla radice delle cose, pertanto nessuna ideologia o religione può avanzare una pretesa totale sull’uomo. Questo pensiero, Panikkar lo esprime nell’opera, “La grazia di Babele” ritenendo il dominio dell’uomo sull’uomo un atto di superbia; per questo Dio rese le lingue plurali. La diversità è la complessità dell’uomo nell’immenso mosaico dell’umanità.

La nascita dell’uomo è un singolo atto di amore, Dio è amore ma i miliardi atti di amore di ieri ,oggi e del futuro non saranno mai l’amore. L’Amore è la totalità che non è data dalla somma delle parti, è la diversità dell’umanità che rende gli uomini uguali. Anche in questo caso ci dice:” Sono partito come cristiano, mi sono scoperto indù e ritorno come buddista, senza cessare per questo di essere cristiano”. Questo è stato il suo manifesto. Purtroppo la superbia della modernità occidentale è stata sempre quella di “costruire” la grande torre di Babele in cui c’è posto per tutti, a patto che stiano zitti e buoni al posto che è stato loro assegnato. Una conseguenza di queste “costruzioni “ sono il villaggio globale e la globalizzazione neoliberista che ha provocato un drammatico ” culturicidio”.

La dimensione culturale dell’occidente ha distrutto gran parte della dimensione interiore dell’uomo, quella capace di una profonda discesa nei meandri dell’interiorità fino a scoprire i propri limiti. Sant’Agostino definiva questa esperienza della realtà “più intima di me a me stesso, più alta di ogni cosa più alta”. La cultura occidentale, volutamente, ha tenuto nascosto quella parte di umanità di Gesù che appartiene all’oriente,Sua patria natale. La superbia dell’occidente è stata quella di teorizzare e codificare che la filosofia è nata in Grecia evitando di spiegare che significa amore per il sapere e il sapere nasce nel cuore dell’uomo. Diversamente perché la filosofia indiana,egiziana, cinese,maia ecc.. ecc.. ? molte delle quali nate migliaia di anni prima di quella greca? A queste è stato impedito il dialogo così come ci hanno raccontato di un Cristo privo di Gesù. Forse che la morte del cristianesimo di cui parlano, Bellet, Molari e Cacciari può essere individuata nella prigionia di Gesù operata dal potere politico di Costantino e affini?

Il pensiero di Panikkar è nella dimensione di una totalità divenente e risiede nell’intuizione che chiama “Cosmoteandrica” che indica la interrelazione di tre dimensione: quella materiale, quella divina, quella umana. Egli ritiene che superando il metodo storico-critico e quello paternalistico è possibile ad ogni credente di immedesimarsi in Cristo attraverso l’umanità di Gesù per avere una “vera” conoscenza.

Ci rendiamo conto che la speranza è la complessità del pensiero di Panikkar non è ancorata nel futuro, ma nell’invisibile, L’uomo deve incarnare la povertà evangelica, infatti chi non scopre la bellezza della povertà non sarà mai libero. Una conversione questa che significa farsi svuotare dalla vita,il che significa essere una goccia d’acqua che, nel mare sparisce come goccia, ma all’acqua della goccia non succede niente, anzi si arricchisce perché si unisce al mare, al cosmo, al divino senza perdere la sua natura di sempre. La goccia ha conosciuto la sua totalità come sorgente della vita. Il grande maestro,Panikkar, è tornato alla sorgente della vita continuando a dialogare con sorella morte, la vera sorgente della vita.

* francescosaverioiacolare, 7 september 2010: http://francescosaverioiacolare.over-blog.it/article-raimon-panikkar-un-gigante-del-nostro-tempo-56668792.html


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