martedì 16 ottobre 2007
di Maria Paola Falchinelli
[...] Nessun problema critico, del resto, che non tragga la propria forma dall’emergenza storica in cui si inscrive: quella di Auerbach era il Novecento, con le sue soggettività omicide e la messa in scena della loro dissoluzione. La nostra è quella dell’assenza di soggetto, e per questo non abbiamo né realismo né realtà, ma solo una girandola di simulacri sullo sfondo minaccioso di un inconoscibile Reale lacaniano, impossibile da simbolizzare. La rappresentazione della realtà (lo stile) è (...)
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