Carissimo Francesco,
sono io a ringraziarti per i tuoi contributi, innumerevoli, al dibattito e alla crescita civile della comunità meridionale e dei giovani calabresi. La Voce di Fiore è, come altri organi o siti, un luogo aperto per discutere di fenomeni e problemi attuali, con particolare riguardo per l’area del Mezzogiorno. Devo rimproverarmi, con onestà, la lunga assenza da queste pagine; fatto che ha forse spostato il discorso complessivo su temi prevalentemente teologici. Il che, se ci fosse stata continuità con l’eterna Questione meridionale tematizzata anche su "la Voce", non sarebbe stato limitante.
Sogno col cuore un ritorno alla responsabilità politica degli emigrati: l’ho scritto anche in "La società sparente". Tradotto, intendo una piena riappropriazione della discussione e passione politica da parte di chi, come te e me, vive fuori sede per varie ragioni. Più spesso è chi non vive in Calabria, infatti, a seguire con maggiore attenzione le vicende politiche, giudiziarie, sociali, economiche e culturali della nostra terra. Sembra quasi che, per molti residenti, la vigilanza e l’esercizio della critica siano inutili e superflui.
Invece, proprio attraverso la rete ci si deve confrontare ogni giorno, visto che la posta in gioco è alta e il silenzio collettivo rischia di pregiudicare importanti processi di rigenerazione sociale che riscontro a partire dalle ultime generazioni. Purtroppo, San Giovanni in Fiore anche in questo mostra ritardo. E lo scrivo con cognizione di causa. Ai nostri giovani voglio ricordare che l’aggregazione non deve esserci solo ai concerti o d’estate. E che è ora di guardare i fatti: tra poco l’entità dei finanziamenti europei alla Calabria sarà significativamente ridotta. Se le inchieste di De Magistris suggeriscono l’allargamento di una gestione sempre più clientelare del potere, con rapporti incrociati fra massoneria deviata, ’ndrangheta e politica, va capito che non si può più stare a guardare, affidando ad altri, tante volte indagati o collusi, il compito di governarci.
Ma basta fare un giro su via Roma per rendersi conto di quanto il vuoto politico, creato da destra e sinistra, e la deresponsabilizzazione dei giovani abbiano ormai proporzioni drammatiche.
La mia proposta è di partire dalle scuole, individuando momenti di formazione alla presenza di persone che possano raccontare oggettivamente il contesto, provocando spunti e suggerimenti dei ragazzi. In fondo, non credo che i nostri studenti non abbiano qualcosa da dire. E’ opportuno creare le condizioni per raccogliere le loro riflessioni e tradurle in azioni e opere concrete.
Ti abbraccio.
emiliano