Negli ultimi giorni è accaduto molto. Rapidamente. La Calabria è stata ancora nell’obiettivo della stampa. Francesco Viviani (Repubblica), Antonio Massari (La Stampa), Carlo Vulpio (Corriere), Santro Ruotolo & co. (Anno Zero), Stefania Trapani (Sky Tg 24), Massimo Tigani Sava (Il Domani) e altri hanno osservato e raccontato in dettaglio la vicenda dell’avocazione delle indagini sin qui condotte dal pm De Magistris. Inchiesta Why not. Nota, come i guai e le polemiche dello scontro (mediatico) fra il magistrato e il ministro della Giustizia, Clemente Mastella.
Ieri, peraltro, la trasmissione di Michele Santoro ha proposto delle interessanti intercettazioni fra il protagonista di Why not, Antonio Saladino, e lo stesso guardasigilli.
Abbiamo anche visto il provvedimento di avocazione del procuratore generale reggente, Dolcino Favi, controfirmato dal procuratore capo Lombardi.
Nello stesso, si ordinava di levare i sigilli alla cassaforte in uso a De Magistris e prelevare gli incartamenti informando il pm dopo tre giorni.
Dubbia l’avocazione, per non dire sospetta, secondo Antonio Ingroia, sostituto procuratore a Palermo, il gip Clementina Forleo e il professore di diritto Vittorio Grevi.
Che l’accaduto mini la certezza del diritto è stato rilevato in ogni salsa. E’ vero. La questione è che se un giudice indaga su un politico, può accadere che venga rimosso, trasferito o gli sottraggano l’inchiesta.
La giustizia è l’utile del più forte, come pensava Trasimaco?
A parte tutto, osservo l’assenza della mia San Giovanni in Fiore, sempre più imbrigliata in meccanismi di assistenza, dipendenza e subordinazione.
Dove sono i giovani della mia città? Dove erano?
Mentre una parte dei ragazzi calabresi si mobilitava, me compreso, da noi c’era solo il passeggio perpetuo, nell’attesa di Godot.
Dispiace ribadirlo, ma è così.
Crediamo forse che la nostra area sia preservata a vita dalla corruzione e dalla collusione?
Mi piacerebbe che qualcuno intervenisse su queste pagine. E che il mio non fosse un appello al vento.
Roma, 26 ottobre 2007
Emiliano Morrone
"Studiate molto per padroneggiare la tecnica, che permette di dominare la natura. Ricordatevi che è la Rivoluzione a essere importante e che ciascuno di noi, preso isolatamente, non vale nulla. Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la più bella qualità di un rivoluzionario." Aveva propio ragione il compagno Ernesto quando disse tali parole: parole che non tramontano mai, che però mai verranno capite e interpretate. Quando in una città, paese o comunque in una società non c’è partecipazione attiva, allora si può assistere solo al declino della stessa. I singoli non possono cambiare il mondo, c’è sempre bisogno di una"minima massa" !
un ragazzo molto deluso
Caro Emiliano, prendo atto dell’assoluto immobilismo dei giovani sangiovannesi. Se devo essere sincero mi ha fatto molto piacere in settimana sentirmi chiedere da una studentessa del liceo classico di San Giovanni in Fiore, notizie ed opinioni sull’ "affaire" De Magistris!!! Pensavo fosse un punto di partenza perchè penso sia dalle scuole che bisogna iniziare se si vuole cambiare LA TESTA dei nostri concittadini..., bisogna iniziare sempre dal basso per poter arrivare in alto. Nel leggere il tuo articolo ho provato una fitta al cuore, io che da Milano seguivo la vicenda informandomi su Internet per quello che potevo.... e guardando le trasmissioni televisive che ne parlavano. Ho apprezzato le vostre manifestazioni in città, tipo le Contrarie, anche se non sono totalmente diffidente come voi nei confronti del PD, e la vostra mobilitazione in tutta la Regione, nel mio piccolo pensavo che anche la NOSTRA città avesse contribuito alla "rivoltà" calabra, ma mi hai smentito purtroppo. Non sono mai stato una persona remissiva, e non lo sarò certo ora, però provo un profondo dolore nel constatare che la "peggio gioventù" prenda piede a San Giovanni in Fiore (con ciò non voglio fare di tutta l’erba un fascio e per questo mi scuso del mio sfogo con le persone come te ed altri che si prodigano per il cambamento del MIO paese). Grazie per l’opportunità che ci dai di dibattere sulle problematiche sangiovannesi.
Con affetto e stima, Mele Francesco
Carissimo Francesco,
sono io a ringraziarti per i tuoi contributi, innumerevoli, al dibattito e alla crescita civile della comunità meridionale e dei giovani calabresi. La Voce di Fiore è, come altri organi o siti, un luogo aperto per discutere di fenomeni e problemi attuali, con particolare riguardo per l’area del Mezzogiorno. Devo rimproverarmi, con onestà, la lunga assenza da queste pagine; fatto che ha forse spostato il discorso complessivo su temi prevalentemente teologici. Il che, se ci fosse stata continuità con l’eterna Questione meridionale tematizzata anche su "la Voce", non sarebbe stato limitante.
Sogno col cuore un ritorno alla responsabilità politica degli emigrati: l’ho scritto anche in "La società sparente". Tradotto, intendo una piena riappropriazione della discussione e passione politica da parte di chi, come te e me, vive fuori sede per varie ragioni. Più spesso è chi non vive in Calabria, infatti, a seguire con maggiore attenzione le vicende politiche, giudiziarie, sociali, economiche e culturali della nostra terra. Sembra quasi che, per molti residenti, la vigilanza e l’esercizio della critica siano inutili e superflui.
Invece, proprio attraverso la rete ci si deve confrontare ogni giorno, visto che la posta in gioco è alta e il silenzio collettivo rischia di pregiudicare importanti processi di rigenerazione sociale che riscontro a partire dalle ultime generazioni. Purtroppo, San Giovanni in Fiore anche in questo mostra ritardo. E lo scrivo con cognizione di causa. Ai nostri giovani voglio ricordare che l’aggregazione non deve esserci solo ai concerti o d’estate. E che è ora di guardare i fatti: tra poco l’entità dei finanziamenti europei alla Calabria sarà significativamente ridotta. Se le inchieste di De Magistris suggeriscono l’allargamento di una gestione sempre più clientelare del potere, con rapporti incrociati fra massoneria deviata, ’ndrangheta e politica, va capito che non si può più stare a guardare, affidando ad altri, tante volte indagati o collusi, il compito di governarci.
Ma basta fare un giro su via Roma per rendersi conto di quanto il vuoto politico, creato da destra e sinistra, e la deresponsabilizzazione dei giovani abbiano ormai proporzioni drammatiche.
La mia proposta è di partire dalle scuole, individuando momenti di formazione alla presenza di persone che possano raccontare oggettivamente il contesto, provocando spunti e suggerimenti dei ragazzi. In fondo, non credo che i nostri studenti non abbiano qualcosa da dire. E’ opportuno creare le condizioni per raccogliere le loro riflessioni e tradurle in azioni e opere concrete.
Ti abbraccio.
emiliano
Caro Emiliano, effettivamente se posso mi permetto di rimproverarti l’assenza nelle pagine del sito di argomenti sangiovannesi su cui poter dibattere. Nello stesso tempo ti faccio i miei complimenti per la pubblicazione del libro "La società sparente" che spero di leggere al più presto insieme alla "Casta". Sull’argomento scuola, spero ci sia la possibilità di organizzare dibattiti nelle scuole sangiovannesi, sperando nella mia presenza, sulle problematiche che attanagliano la società calabrese, in particolare i rapporti collusi tra n’drangheta e politica. Il tuo libro credo sia un punto di partenza e promuoverlo nelle scuole dovrebbe essere obbligatorio. Aspetto in merito tue notizie e ti prego di continuare a pubblicare articoli sul sito che hanno come tema San Giovanni in Fiore e i suoi problemi, io non mancherò di intervenire.
Cordialmente Mele Francesco
Non mancherò di far sentire la mia voce. Grazie per la partecipazione e i consigli.
Attendo il tuo giudizio su "La società sparente".
Ti riabbraccio.
emiliano